04 FEB 2003

Questioni Regionali: Audizione Sella (ABI) nell'indagine sul ruolo delle autonomie territoriali per la promozione dello sviluppo, la coesione e la rimozione degli squilibri economici e sociali del Paese

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Indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, concernente il ruolo delle autonomie territoriali per la promozione dello sviluppo, la coesione e la rimozione degli squilibri economici e sociali del Paese.

Audizione del Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana Maurizio Sella. .

Registrazione audio di "Questioni Regionali: Audizione Sella (ABI) nell'indagine sul ruolo delle autonomie territoriali per la promozione dello sviluppo, la coesione e la rimozione degli squilibri economici e sociali del Paese", registrato martedì 4 febbraio 2003 alle 00:00.

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  • Relazione di Maurizio Sella, Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana

    Il presidente dell'Associazione Bancaria Italiana sottolinea il vivo interesse del sistema bancario alle vicende che caratterizzano il processo di crescita delle autonomie, avuto riguardo al ruolo che le imprese che esercitano il credito svolgono a livello nazionale e locale. Un primo punto di riflessione è rappresentato dal contrasto tra questa tendenza al decentramento e la linea seguita dall'Unione europea verso una maggiore centralizzazione delle decisioni economiche e finanziarie, a causa dei vincoli derivanti dall'appartenenza alla moneta unica; un secondo nasce dall'impatto sull'operatività del sistema bancario italiano determinato dal processo di tipo federalista che è in corso; infine vanno considerati gli scenari economici che in Italia si collegano allo sviluppo di tale processo. <br>Si sofferma successivamente sul patto di stabilità interna che le Regioni sono tenute a rispettare, elemento che giudica molto positivamente, per consentire all'Italia di osservare i parametri fissati a livello di Unione europea. Avuto riguardo al tenore dei commi 2 lettera e) e comma 3 (aziende di credito a carattere regionale) dell'articolo 117 della Costituzione, rileva come essi non sembrino tenere conto dei criteri fissati nel 1993 dal Testo Unico sulle banche, ma siano ancora ispirati a quelli adottati dalla legge bancaria del 1936. Infatti, per banche a carattere regionale dovrebbero intendersi gli istituti di credito che si limitano ad esercitare la propria attività in una singola Regione. L'ABI si attende la definizione di principi generali chiari sulle materie di legislazione concorrente, come emerge dal disegno di legge di iniziativa del Governo, già approvato dal Senato, concernente disposizioni per l'adeguamento dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Ciò per evitare al sistema bancario rischi derivanti da norme regionali eccessivamente disomogenee. <br>Insiste sulla necessità che siano individuati criteri fondamentali omogenei rispettati dall'autonomia legislativa delle singole Regioni, sia in materia di potestà impositiva (cita le convenzioni in base alle quali quasi tutte le Regioni si sono orientate ad affidare l'accertamento dell'IRAP alle Agenzie delle entrate) sia in materia di previdenza complementare e integrativa (i cui fondi sono, come noto, gestiti dalle banche) sia nell'ambito della disciplina dei lavori pubblici e delle connesse operazioni di finanza di progetti.<br>Sottolinea altresì la più volte menzionata esigenza di un sistema sostanzialmente omogeneo e non disarticolato da Regione a Regione in materia di previdenza e assistenza sociale, salute e sicurezza del lavoro, menzionando esempi al riguardo.<br>Riferendosi alle materie di competenza legislativa esclusiva delle Regioni, sottolinea come l'individuazione di criteri sufficientemente omogenei nel territorio nazionale consentano al sistema creditizio una politica di contenimento dei costi che è presupposto indispensabile per la concorrenzialità del sistema bancario italiano. In questo quadro, auspica che sui temi di tutela della concorrenza e sull'individuazione dei livelli essenziali per l'esercizio dei diritti civili e sociali venga riaffermata la competenza statuale esclusiva, quale condizione indispensabile per assicurare un minimo di omogeneità necessaria per definire un quadro di certezze nell'attività delle imprese e, in particolare, di quelle che esercitano il credito.<br>Per quanto riguarda la formazione professionale, materia di grande importanza, ora di competenza esclusiva delle Regioni, individua sei aspetti dove è necessario coordinare i vari interventi territoriali: gli incentivi alla formazione; la regolamentazione dei corsi connessi ai contratti a contenuto formativo; il finanziamento per l'istruzione e la formazione tecnica superiore (IFTS); la definizione dei Programmi Operativi Regionali (POR) mediante i quali vengono utilizzate le risorse dei Fondi strutturali 2000-2006; l'accreditamento dei centri di formazione, nonché la certificazione dell'attività formativa.<br>Il Presidente dell'ABI, avviandosi alla conclusione, ritiene possibile rilevare come la riforma costituzionale presenti alcuni profili tecnici non perfettamente in linea con l'evoluzione della disciplina bancaria e finanziaria, anche se un puntuale intervento del legislatore potrebbe risolvere alcuni dubbi interpretativi. <br>Non può però essere omessa la considerazione che una eventuale revisione costituzionale sul decentramento legislativo concernente l'attività bancaria e finanziaria dovrebbe porsi anche l'obiettivo di delineare una disciplina volta ad evitare situazioni di disomogeneità nella regolamentazione tra intermediari bancari e finanziari operanti nelle diverse aree regionali.<br>Del resto, occorre rammentare che la normativa europea nella materia in discorso è ispirata a delineare principi funzionali alla creazione di un mercato unico europeo (si pensi al principio del mutuo riconoscimento, all'autorizzazione unica, ecc.) e come, in questo contesto, vada perseguito il criterio della massima armonizzazione. Si è infatti constatato che nel settore bancario e finanziario differenze anche minime di regole sono sufficienti a creare profonde segmentazioni nel mercato.<br>Orbene, se questo è il quadro a livello comunitario – prosegue il presidente SELLA – occorre evitare che a livello nazionale l'esplicarsi della legislazione regionale produca quella frammentazione del mercato di riferimento che si vuol evitare in sede europea; pertanto auspica che tale potere legislativo venga esercitato tenendo presenti i principi della omogeneità e della semplificazione amministrativa. Occorre, in altri termini, scongiurare il rischio di sovrapposizione di regole (con il connesso moltiplicarsi di costi di adempimento) e di diversificazione delle stesse, con conseguente segmentazione del mercato creditizio e finanziario nazionale. <br>Fornisce successivamente alcuni dati concernenti il trend di diffusione delle banche italiane a livello nazionale, interregionale, regionale, interprovinciale e, infine, provinciale e locale, evidenziando, negli ultimi sette anni, una tendenza alla contrazione delle imprese minori a vantaggio delle aziende e dei gruppi maggiori a causa dell'aspra competizione in corso con le maggiori aziende europee.<br>Infine, traccia gli scenari economici probabili che accompagnano il processo di decentramento in corso, soffermandosi, in particolare, sul sistema di perequazione della capacità fiscale improntato al principio di solidarietà che garantisce l'aiuto delle Regioni economicamente più forti a quelle più deboli e l'attuazione di un processo federalista economicamente e socialmente sostenibile.<br>Il federalismo rappresenta un'opportunità per il sistema produttivo del Paese e per tutti i suoi operatori: quindi, anche per le banche. Il sistema bancario tende, invero, ad operare a livello nazionale e sovranazionale ed il criterio della territorialità può risultare poco significativo in un contesto in cui il risparmio tende a muoversi in ambiti sempre più globali e le nuove tecnologie consentono di superare facilmente i confini territoriali.<br>La principale preoccupazione per il settore bancario è che il substrato normativo dei rapporti di lavoro perda il connotato dell'uniformità, divenendo disomogeneo, di difficoltosa applicazione, con evidenti aggravi sul versante della gestione organizzativa e amministrativa e dei relativi costi. Il presidente SELLA auspica, infine, che in una competizione sempre più globale, il sistema bancario - che ha sopportato sulle proprie spalle e tuttora sopporta una serie nutrita di svantaggi competitivi - non debba registrare l'aggravarsi di questi punti di debolezza. <br>Indice degli interventi<br>L'audizione comincia alle 14h35<br>Presidenza del Presidente <strong>Carlo Vizzini</strong><br>
    0:00 Durata: 23 min
  • Alberto Zorzoli (FI)

    Il senatore Zorzoli ringrazia il Presidente dell'ABI per la sua interessante relazione, in cui si esprime preoccupazione per alcuni effetti del processo federalista che potrebbero riverberarsi sull'organizzazione delle banche e sui costi che il sistema bancario dovrà sopportare. <br>Chiede una valutazione socio-economica anche su un assetto federalista che superi gli orizzonti della riforma del 2001, programma che l'attuale maggioranza e l'attuale Governo hanno in animo di realizzare; chiede altresì un giudizio dell'ABI sulla possibilità delle banche italiane di operare sul modello seguito dalle banche tedesche nei Länder della Repubblica federale di Germania. <br>Osservazioni e quesiti dei Commissari
    0:23 Durata: 2 min 32 sec
  • Antonio Iovene (DS-U)

    Il senatore Iovene chiede ai rappresentanti dell'ABI un parere sulla differenza del costo del denaro - che definisce molto alta - nelle diverse aree del Paese e che frena lo sviluppo del Mezzogiorno, dove gli operatori economici affrontano una situazione già più difficile che nel Nord. Tenuto conto del processo federalista in corso, chiede, in particolare, se il differenziale che già oggi il mercato fa registrare potrà in futuro attenuarsi o sarà viceversa destinato a crescere ulteriormente. <br>
    0:25 Durata: 2 min 11 sec
  • Presidente

    Il presidente Vizzini chiede il punto di vista dell'ABI sull'attuale politica delle aziende di credito nel Mezzogiorno, alla luce delle scelte compiute in passato dalle banche meridionali, volte soprattutto ad estendere la loro presenza nelle altre aree del Paese, trascurando le Regioni del Sud. <br>
    0:27 Durata: 1 min 46 sec
  • Maurizio Sella

    Ai Commissari intervenuti il presidente dell'Associazione Bancaria Italiana Maurizio Sella ed il Direttore Generale Giuseppe Zadra forniscono elementi di risposta, svolgendo ulteriori considerazioni al riguardo. <br>Repliche
    0:29 Durata: 4 min 16 sec
  • Giuseppe Zadra, Direttore Generale dell'Associazione Bancaria Italiana

    <br>
    0:33 Durata: 1 min 18 sec
  • Maurizio Sella

    Il presidente Vizzini ringrazia i rappresentanti dell'Associazione Bancaria Italiana per il contributo offerto alla Commissione e dichiara chiusa l'audizione.
    0:35 Durata: 11 min 4 sec
  • Relazione di Giulio Schmidt (FI)

    <br>Riunione della Commissione in sede consultiva
    0:46 Durata: 9 min 48 sec