18 FEB 2003

Vigilanza Rai: Seguito della discussione sulle garanzie del pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 16 min
Player
Seguito della discussione sulle garanzie del pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo, ed esame di eventuali risoluzioni .

Registrazione audio di "Vigilanza Rai: Seguito della discussione sulle garanzie del pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo", registrato martedì 18 febbraio 2003 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 16 minuti.
  • Presidente

    Il presidente Petruccioli comunica di aver ricevuto dai rappresentanti dei Gruppi dei Democratici di sinistra e della Margherita, senatore Falomi e deputato Gentiloni Silveri, - in risposta ad una sua lettera inviata ai Capigruppo dell'opposizione della Commissione di indirizzo e vigilanza sui servizi radiotelevisivi - una lettera nella quale essi condividono le sue affermazioni sul carattere lesivo del pluralismo rivestito dalla decisione della RAI di non offrire un'adeguata copertura informativa alla manifestazione per la pace del 15 febbraio scorso, nonché sul profondo vulnus per il pluralismo stesso rappresentato dalla permanente riduzione del Consiglio d'amministrazione della RAI dal Presidente ed un solo Consigliere. <br>I due scriventi, nell'auspicare una iniziativa della Commissione per rimuovere tale situazione, affermano di ritenere impraticabile, in questa situazione, la votazione del documento sul pluralismo. <br>Il Presidente, nell'esprimere il proprio dissenso da tale impostazione, la votazione del documento sul pluralismo potrebbe rappresentare infatti uno strumento per chiarire come in una situazione come quella che vivono attualmente i vertici RAI il rispetto degli indirizzi in materia da parte della Commissione non sia verificato fa peraltro presente che già in precedenti occasioni la Commissione ha dovuto prendere atto del fatto che l'opposizione chiedeva un rinvio in mancanza del quale avrebbe proceduto alla richiesta del numero legale rendendo impossibile l'approvazione del documento.<br>Egli chiede quindi ai rappresentanti dell'opposizione di esprimere i loro intendimenti chiarendo peraltro che, in ogni caso, non sembra praticabile allo stato nessuna eventuale proposta di cancellazione della risoluzione sul pluralismo dal calendario, essendo invece necessario concludere la relativa discussione, prima o poi, con un esito procedurale preciso. <br>Indice degli interventi<br>La seduta comincia alle 14h10<br>Presidenza del Presidente <strong>Claudio Petruccioli</strong><br>
    0:00 Durata: 5 min 15 sec
  • Antonio Falomi (DS-U)

    Il senatore Falomi ribadisce le valutazioni espresse nella lettera inviata al Presidente circa il carattere gravemente offensivo dei valori del pluralismo rappresentato dalla decisione della RAI di non concedere la diretta televisiva per la manifestazione del 15 febbraio. <br>È ormai evidente che le ripetute manifestazioni di settarismo e di chiusura da parte della dirigenza della RAI riflettono una situazione gravemente irregolare dal punto di vista istituzionale come quella che si è venuta a determinare con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri di amministrazione.<br>Piuttosto quindi che votare un documento sul pluralismo - che, pur condivisibile nel merito, rischierebbe di apparire come una manifestazione dell'incapacità della Commissione di affrontare il nodo strutturale rappresentato dallo stato del Consiglio di amministrazione della RAI - egli ritiene che sarebbe molto più opportuno riprendere le fila del dibattito interrotto a dicembre sullo stato del servizio pubblico radiotelevisivo. <br>
    0:05 Durata: 3 min 48 sec
  • Presidente

    Il presidente Petruccioli ricorda che tra novembre e dicembre la Commissione ha dedicato ben cinque sedute al dibattito sulla situazione in cui versa la RAI, con la presentazione anche di un documento che è stato discusso ma sul quale, dopo che più volte era mancato il numero legale per procedere alla sua approvazione, si è convenuto di non esprimere un voto, dando invece mandato a lui stesso di riferire ai Presidente della Camere dei deputati e del Senato della Repubblica circa gli esiti del dibattito stesso. <br>Egli ha svolto tale mandato rappresentando ai Presidenti delle Camere le posizioni emerse nella discussione e il disagio dell'opposizione e di una parte della maggioranza.<br>A questo punto egli ritiene dunque inutile e inopportuno un altro dibattito fine a sé stesso, mentre sarebbe ben altrimenti condivisibile una proposta diretta a provocare una discussione che avesse un esito procedurale preciso. <br>
    0:09 Durata: 4 min 7 sec
  • Alessio Butti (AN)

    Il deputato Butti ritiene che la lettera del senatore Falomi e del deputato Gentiloni confermi il carattere pretestuoso del permanente rifiuto dell'opposizione di votare un documento sul pluralismo, peraltro condiviso da tutti e il cui relatore è lo stesso Presidente, non certo dunque un esponente della maggioranza. <br>Nella suddetta lettera infatti la decisione della RAI di non concedere la diretta sulla manifestazione pacifista del 15 febbraio viene valutata alla stregua di una grave offesa al pluralismo, laddove nello stesso documento sul pluralismo - redatto attraverso un lungo dibattito e con la collaborazione di tutti i Gruppi - si ritiene che le trasmissioni integrali e documentarie di eventi pubblici vada limitata alle sole cerimonie ufficiali e istituzionali e agli eventi previsti per legge.<br>È evidente dunque la volontà dell'opposizione di tenere sotto pressione non solo la dirigenza della RAI, ma lo stesso Presidente della Commissione per perseguire la loro definitiva delegittimazione. <br>
    0:13 Durata: 4 min 11 sec
  • Paolo Gentiloni Silveri (MARGH-U)

    Il deputato Gentiloni Silveri ritiene che la mancata concessione della diretta da parte della RAI rappresenti non solo un atto contrario ai valori del pluralismo, ma anche un grave errore aziendale, avendo il servizio pubblico lasciato spazio su un avvenimento così importante alle reti concorrenti, regalando ad esempio a «La Sette» un risultato di audience del tutto fuori misura rispetto alle medie di ascolto della rete. <br>Con riferimento alle ultime osservazioni del deputato Butti, egli fa presente che la delibera sul pluralismo propone certamente di riservare a occasioni ufficiali le trasmissioni integrali e documentarie, ad esempio con la trasmissione integrale senza commento di discorsi e interventi, mentre per gli altri eventi di natura politica o sindacale richiede un trattamento giornalistico con un equilibrio tra trasmissioni di immagini, documentazioni in voce, interviste e commenti in studio che debbono dar conto della pluralità di punti di vista un - trattamento giornalistico cioè non diverso da quello effettuato in passato dalla RAI e, per la manifestazione del 15 febbraio, da «La sette» e «Italia Uno» - attribuendone la decisione alla autonomia giornalistica dell'azienda. <br>Egli ribadisce comunque l'inopportunità di votare un documento recante indirizzi che devono regolare l'attuazione del pluralismo nella ordinaria attività dell'azienda, in una situazione che invece, e proprio dal punto di vista del pluralismo, appare del tutto straordinaria e che non si può far finta di ignorare. Soprattutto non può ignorarla questa Commissione, che deve istituzionalmente svolgere attività di indirizzo e vigilanza, ma che purtroppo incontra un limite all'esercizio di questa funzione nell'insufficienza degli strumenti ad essa concessi dalla legge.<br>In realtà l'unico strumento normativo concesso alla Commissione per intervenire in una situazione come quella che si è venuta a creare nel governo della RAI è il potere, previsto dal comma 1 dell'articolo 2 della legge n. 206 del 1993 di proporre ai Presidenti delle Camere la revoca del Consiglio di amministrazione, potere che peraltro appare ben difficilmente esercitabile essendo richiesta una maggioranza qualificata dei due terzi.<br>Il deputato Gentiloni fa quindi appello alle forze che nella maggioranza sono più consapevoli del danno che questa situazione produce al servizio pubblico radiotelevisivo ed al paese, al fine di elaborare ed approvare un documento che esprima in maniera chiara l'opinione di questa Commissione sulla necessità di azzerare i vertici dell'azienda e di dare ad essa una dirigenza in grado di consentirne il rilancio e di realizzare le finalità proprie del servizio pubblico. <br>
    0:17 Durata: 8 min 44 sec
  • Giuseppe Giulietti (DS-U)

    Il deputato Giulietti osserva che il modo in cui i vertici dell'azienda hanno gestito la vicenda del rifiuto di trasmettere in diretta televisiva la manifestazione del 15 febbraio tradisce, insieme all'arroganza, anche l'evidente dilettantismo con il quale viene guidata l'azienda di servizio pubblico. <br>I vertici della RAI sono riusciti a condividere una decisione sciagurata litigando pubblicamente sulle ragioni per cui la prendevano, nonché a conculcare le ragioni e i diritti di chi si oppone alla politica del Governo sulla crisi del Golfo infastidendo e imbarazzando nel contempo il Governo stesso e la maggioranza, offendendo le presidenze delle due Camere e suscitando la riprovazione pressoché unanime degli organi di stampa.<br>È evidente che il problema di cui si dibatte non è questione di destra o di sinistra: in verità la gestione della RAI fa ormai acqua da tutte le parti e finisce per mettere in difficoltà la stessa concorrenza nell'organizzare una contro programmazione che consenta di salvaguardare gli equilibri fra le proprie reti, laddove si pensi solo al fatto che mai nella storia della concorrenza fra le tre reti pubbliche e quelle di Mediaset si sarebbe pensato che «Italia Uno» potesse conquistare un audience del 27 per cento in prima serata.<br>Lo scarica barile tra il Presidente e il Direttore generale della RAI sulla decisione di non assicurare una adeguata copertura alla manifestazione non è che l'ultimo episodio di uno scontro continuo tra i vertici della RAI, dal caso Lewinski al caso D'Eusanio, un conflitto del quale oltretutto non è dato conoscere le vere ragioni.<br>Non bisogna dimenticare l'intervista in cui l'ex consigliere Zanda Loy riportò affermazioni del presidente Baldassarre circa presunti «scheletri nell'armadio» del Direttore generale, affermazioni che il presidente Baldassarre non ha successivamente in alcun modo smentito o contestato.<br>È stupefacente che in questa situazione di aperto conflitto tra presidenza e direzione generale, si ricostituisca un'unità di intenti sufficiente a decidere la completa ristrutturazione delle redazioni estere della RAI.<br>Il deputato Giulietti ritiene quindi che il primo passo che la Commissione dovrebbe fare per affrontare la crisi degli organi direttivi della RAI sia la convocazione in audizione del Presidente e del Direttore generale affinché chiariscano alla Commissione stessa le reali cause e la reale portata del dissidio che sembra dividerli.<br>Il deputato Giulietti chiede poi al Presidente che si svolga un'attività di indagine conoscitiva diretta a chiarire quale sia la reale situazione, al di là delle ottimistiche dichiarazioni del Direttore generale della RAI, dei centri di produzione di Napoli, di Torino e soprattutto di Milano. <br>
    0:26 Durata: 9 min 34 sec
  • Michele Lauria (Mar-DL-U)

    Il senatore Lauria condivide la necessità prospettata dal deputato Gentiloni di una chiara pronuncia della Commissione che, al di là degli effetti giuridici immediati, esprima una valutazione politica su una situazione di governo della RAI ormai insostenibile, che nega in radice qualsiasi pluralismo e che appare incapace di garantire una proficua gestione dell'azienda. <br>Egli fa quindi presente che la valutazione dei gruppi di opposizione circa l'inopportunità di procedere alla votazione del documento sul pluralismo non rappresenta in alcun modo una sconfessione dell'eccellente lavoro svolto dal presidente Petruccioli in qualità di relatore, né tantomeno esprime un dissenso sui contenuti della risoluzione; rifiutando di procedere alla votazione finale, in realtà, le forze di opposizione intendono impedire che la formulazione di un indirizzo sul pluralismo venga utilizzata come copertura di una situazione che è priva di qualsiasi legittimità. <br>
    0:35 Durata: 5 min 46 sec
  • Alfonso Pecoraro Scanio (Misto-Verdi-U)

    Il deputato Pecoraro Scanio manifesta imbarazzo per il fatto che la Commissione si trovi a questo punto priva di strumenti giuridici idonei per intervenire su una realtà ormai divenuta intollerabile. <br>I parlamentari Verdi hanno già proposto che la situazione della RAI sia oggetto di un dibattito in Assemblea, sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica. Non sembra invece proficuo a suo parere riproporre un nuovo dibattito in Commissione dopo quello svolto in novembre e dicembre e concluso con il mandato al presidente Petruccioli a riferire ai Presidenti della Camera dei deputati e del Senato.<br>A suo parere sarebbe invece preferibile che il presidente Petruccioli ribadisca di nuovo alle presidenze delle due Camere il disagio della Commissione che in una situazione come quella attuale non è sostanzialmente in grado di svolgere i suoi compiti di vigilanza e di indirizzo, e che la Commissione stessa, al fine di denunciare con chiarezza lo stato di illegalità che si è venuto a creare, si autosospendesse, evitando di procedere alle sue attività istituzionali fino a che l'attuale situazione di illegittimità non venga rimossa con le dimissioni dei membri residui del Consiglio di amministrazione e la nomina di un nuovo Consiglio. <br>
    0:41 Durata: 6 min 13 sec
  • Antonio Iervolino (UDC:CCD-CDU-DE)

    Il senatore Iervolino fa presente in primo luogo che sulla questione della diretta televisiva l'opinione dell'UDC è perfettamente espressa dalle chiare prese di posizione dei Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. <br>Parimenti egli non può che ribadire la valutazione già espressa da tempo dalla sua parte politica circa la situazione che si è venuta a creare ai vertici della RAI, che non può essere risolta se non attraverso un completo rinnovo del Consiglio di amministrazione.<br>Peraltro egli non ritiene necessario un nuovo mandato al presidente Petruccioli a trasmettere ai Presidenti delle Camere le valutazioni della Commissione, che ad essi sono ben note, né ritiene condivisibile la proposta di sospendere l'ordinaria attività della Commissione. <br>
    0:47 Durata: 2 min 37 sec
  • Michele Bonatesta (AN)

    Il senatore Bonatesta ritiene che le affermazioni dei colleghi dell'opposizione circa il disagio per l'impossibilità di svolgere un'efficace attività di indirizzo e vigilanza siano certamente condivisibili. Tuttavia la Sinistra non può che imputare a sé stessa tale situazione; è infatti il costante ostruzionismo dell'opposizione a rendere impossibile lo svolgimento di tali attività istituzionali, così come, se è vero che la situazione del Consiglio di amministrazione – che peraltro da un punto di vista strettamente giuridico è perfettamente in grado di continuare a svolgere il proprio lavoro – appare gravemente anomala, è altrettanto vero che tale anomalia non è stata determinata da altro se non dalle dimissioni rassegnate dai due Consiglieri vicini all'opposizione per motivi di pura e semplice polemica politica. <br>
    0:50 Durata: 3 min 44 sec
  • Presidente

    Il presidente Petruccioli osserva in primo luogo, con riferimento alle ultime affermazioni del senatore Bonatesta che, se è vero che in talune occasioni l'opposizione ha ritardato o impedito l'assunzione di decisioni attraverso la richiesta della verifica del numero legale, altrettante volte ciò è avvenuto per iniziativa della maggioranza: egli ritiene quindi che non sia il caso di drammatizzare l'esercizio di una attività ostruzionistica comune nella pratica parlamentare, e che oltretutto di norma dovrebbe essere prerogativa dell'opposizione piuttosto che della maggioranza. <br>Anche per quanto riguarda l'attribuzione dell'attuale crisi dei vertici della RAI al solo fatto delle dimissioni dei Consiglieri ritenuti vicini all'opposizione, il presidente Petruccioli osserva che si è dimesso anche il consigliere Staderini; in realtà è proprio il fatto che siano dimissionari tre e non due Consiglieri su cinque a creare un problema politico e istituzionale che non può certamente essere risolto con il mero richiamo alle norme del Codice Civile.<br>Proprio per questo peraltro egli ritiene di non poter accogliere l'invito a svolgere ulteriori passi presso i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. In realtà egli ritiene che nei panni dei Presidenti delle due Camere rifiuterebbe di accogliere qualsiasi sollecitazione in quanto, a fronte del caparbio rifiuto del presidente Baldassarre e del consigliere Albertoni di prendere atto della situazione creatasi con le dimissioni della maggioranza dei Consiglieri e di rassegnare essi stessi le dimissioni, i Presidenti delle due Camere non potrebbero esercitare di propria iniziativa alcun potere se non quello di reintegrare il Consiglio di amministrazione, avallando con ciò un comportamento che è sicuramente inaccettabile sul piano istituzionale, e rifiutando di prendere atto delle ragioni che hanno indotto la maggioranza dei Consiglieri a dimettersi.<br>Queste ragioni ci sono e sono evidenti a tutti: è palese infatti l'acquiescenza dimostrata dai vertici della RAI verso atteggiamenti che non appaiono assolutamente ispirati ai valori del pluralismo, è palese il dissidio tra la presidenza e la direzione generale dell'azienda, è palese infine la scarsa disponibilità dei vertici della RAI a collaborare con l'attività di vigilanza di questa Commissione.<br>Proprio per questo non appare accoglibile neanche la richiesta del deputato Giulietti di una sorta di pubblico confronto in Commissione tra il Presidente e il Direttore generale della RAI: sono agli atti della Commissione tutte le occasioni in cui, dopo aver risposto ai quesiti posti dai Commissari in maniera diametralmente opposta, il Presidente e il Direttore generale hanno poi negato che fra loro vi fosse alcun dissidio.<br>Il presidente Petruccioli ritiene infine altresì impraticabile la proposta del deputato Pecoraro Scanio di una sorta di autosospensione della Commissione, non essendo accettabile che l'attività della Commissione e lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali siano condizionati dalle decisioni che assumono il Presidente della RAI e il Consigliere superstite.<br>Se non è pensabile, come egli ha già detto, svolgere alcuna attività di sollecitazione informale dei Presidente, è invece percorribile la strada di una formale valutazione della situazione della RAI da parte della Commissione.<br>Egli propone quindi che la Commissione torni a riunirsi domani per l'esame di documenti sulla situazione della RAI che egli sollecita i colleghi a presentare entro le ore 12 di domani. <br>
    0:53 Durata: 12 min 54 sec
  • Michele Lauria (Mar-DL-U)

    Il senatore Lauria comprende le ragioni che inducono il Presidente a proporre una discussione in tempi rapidissimi. Tuttavia egli ritiene che la formulazione di un documento politico come quello sollecitato dal Presidente richieda tempi adeguati, anche in relazione agli impegni del Parlamento nella giornata di domani, quando si discuterà della crisi irachena. <br>Egli propone quindi che la questione sia iscritta all'ordine del giorno di martedì prossimo, fissando lunedì quale termine per la presentazione di proposte di risoluzione. <br>
    1:06 Durata: 2 min 5 sec
  • Antonio Iervolino (UDC:CCD-CDU-DE)

    Condivide il senatore Iervolino, il quale sottolinea la necessità di un approfondito confronto all'interno dei Gruppi. <br>
    1:08 Durata: 1 min 26 sec
  • Antonio Falomi (DS-U)

    Anche il senatore Falomi condivide la proposta di rinviare a martedì il dibattito proposto dal Presidente. <br>Egli ritiene inoltre che l'eventuale approvazione di un documento non possa consentire di passare immediatamente alla votazione della risoluzione sul pluralismo, che a suo parere potrà essere approvata dalla Commissione solo quando la situazione dei vertici RAI sarà stata sanata. <br>
    1:10 Durata: 1 min 37 sec
  • Michele Bonatesta (AN)

    Il senatore Bonatesta ritiene che l'ultima affermazione del senatore Falomi testimoni la veridicità di quanto da lui affermato circa il fatto che è essenzialmente l'ostruzionismo della sinistra ad impedire i lavori della Commissione. <br>Egli condivide poi la proposta del senatore Lauria di rinviare a martedì la discussione sulla situazione della RAI.
    1:12 Durata: 1 min 25 sec
  • Presidente

    Il presidente Petruccioli preso atto delle valutazioni espresse dai membri della Commissione, fissa alle ore 17 di lunedì 24 febbraio il termine per la presentazione dei documenti sulla situazione della RAI che verranno esaminati nella seduta di martedì 25. <br>Per quanto riguarda poi l'osservazione del senatore Falomi egli ribadisce che l'attività della Commissione non può, a suo parere, essere condizionata dalle decisioni dei due Consiglieri di amministrazione rimasti in carica. Egli pertanto iscriverà la votazione della risoluzione sul pluralismo al secondo punto dell'ordine del giorno di martedì. In quella sede evidentemente il senatore Falomi potrà riproporre se lo riterrà opportuno le sue argomentazioni in favore di un rinvio della votazione.<br>La seduta termina alle 15h20. <br>
    1:13 Durata: 3 min 23 sec