Roma, 24 settembre 2003 - Appuntamento serale con il punto sulla giornata politica di Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani.
Tema centrale di questa puntata è la moratoria universale della pena di morte, se ne parla con Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino.
Per domani, alle ore 9 davanti a Palazzo Madama, Nessuno tocchi Caino, con il PRT e Radicali Italiani, ha convocato un sit-in di sostegno di una mozione, depositata al Senato da oltre 30 senatori appartenenti a diversi gruppi politici, che impegna il governo italiano a portare quest'anno all'Onu la proposta di una … moratoria universale delle esecuzioni capitali.
Domani mattina la conferenza dei capigruppo deciderà di calendarizzare questo testo e, si auspica, di votarlo entro la giornata, ultima utile prima del 29 settembre, quando a Bruxelles si riuniranno i ministri degli Esteri dell'Unione europea.
In questa riunione il presidente di turno, Franco Frattini, riproporrà ai partners europei la proposta della presentazione di una risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni all'Assemblea generale delle Nazioni unite in corso.
L'Unione europea non è totalmente d'accordo con questa proposta e si rischia una situazione di stallo; è importante pertanto che il governo italiano prenda l'iniziativa, l'Unione europea poi difficilmente non seguirà l'Italia.
Sergio D'Elia ripercorre l'iter della moratoria sulle esecuzioni capitali, cominciando dall'incontro dell'ex governatore dell'Illinos George Ryan con il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, per finire con l'iniziale no dell'Europa, con argomentazioni inconfessate ed inconfessabili, e la successiva richiesta del Parlamento europeo alla presidenza italiana di presentare la proposta all'Assemblea generale dell'ONU.
L'estate, grazie anche all'attività diplomatica di Nessuno di tocchi Caino di Non c'è pace senza giustizia e delle missioni radicali, ha visto il crescere del favore all'idea ed al progetto della moratoria ed un rafforzamento delle posizioni di paesi già favorevoli o addirittura un cambiamento di posizioni di altri stati non favorevoli.
Cosa del tutto clamorosa è la decisione di Ryan, non abolizionista e repubblicano, di venire in Europa a sostenere la proposta italiana di moratoria delle esecuzioni capitali, inisieme a Leroy Orange, un ex condannato a morte.
D'Elia auspica un successo di quest'iniziativa e un voto positivo alla risoluzione in Assemblea generale dell'Onu, spiega poi che a questa iniziativa Amnesty si oppone perché non rientra nei canoni classici della sua metodologia politica sui diritti umani.
Il rischio che vede è quello che i due fondamentalismi, l'abolizionismo e del ritenzionismo sulla pena di morte, s'incontrino e facciano fallire l'unica iniziativa seria e ragionevole per l'abolizione della pena di morte: quella della moratoria come passaggio intermedio.In collegamento da New York con Marco Perduca, rappresentante all'Onu del PRT, Capezzone tratta dell'avvio dell'Assemblea generale dell'Onu e degli interventi della giornata.
Kofi Annan ha aperto l'assemblea con due appelli: l'auspicio di una radicale riforma dell'organizzazione e l'ammonizione a chi ha delegittimato l'Onu decidendo di agire al di fuori del consiglio di sicurezza.
Il discorso di Lula ha un passaggio importante sul tema della fame nel mondo; Bush, nel suo intervento, afferma che i principi fondatori dell'Onu sono uguali a quelli che hanno fondato gli USA e che solo se tutti gli individui potranno essere liberi, si potrà avere pace.
Bush, secondo Capezzone, ha «allargato lo sguardo e la prospettiva», non focalizzandosi solo sull'Iraq; rimane comunque debole la pars construens, priva di cenni all'OMD.
Di rilievo il fatto presidente USA ricordi in chiusura il forte contributo in denaro dato dagli Stati Uniti all'Onu.
Si arriva quindi a commentare il discorso di Berlusconi, l'unico, insieme a quello di Bush, in cui sono presenti le parole libertà e democrazia, anche se non sono citate la community of democracies e la corte penale internazionale.
Perduca dà infine la notizia della prossima riunione del Convening group.
Conclude la puntata un'intervista di Paolo Martini a Maurizio Turco, europarlamentare radicale, riguardo all'inchiesta aperta dall'Europa contro l'Italia per la libertà d'informazione, che sarebbe a rischio.
Tema centrale di questa puntata è la moratoria universale della pena di morte, se ne parla con Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino.
Per domani, alle ore 9 davanti a Palazzo Madama, Nessuno tocchi Caino, con il PRT e Radicali Italiani, ha convocato un sit-in di sostegno di una mozione, depositata al Senato da oltre 30 senatori appartenenti a diversi gruppi politici, che impegna il governo italiano a portare quest'anno all'Onu la proposta di una … moratoria universale delle esecuzioni capitali.
Domani mattina la conferenza dei capigruppo deciderà di calendarizzare questo testo e, si auspica, di votarlo entro la giornata, ultima utile prima del 29 settembre, quando a Bruxelles si riuniranno i ministri degli Esteri dell'Unione europea.
In questa riunione il presidente di turno, Franco Frattini, riproporrà ai partners europei la proposta della presentazione di una risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni all'Assemblea generale delle Nazioni unite in corso.
L'Unione europea non è totalmente d'accordo con questa proposta e si rischia una situazione di stallo; è importante pertanto che il governo italiano prenda l'iniziativa, l'Unione europea poi difficilmente non seguirà l'Italia.
Sergio D'Elia ripercorre l'iter della moratoria sulle esecuzioni capitali, cominciando dall'incontro dell'ex governatore dell'Illinos George Ryan con il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, per finire con l'iniziale no dell'Europa, con argomentazioni inconfessate ed inconfessabili, e la successiva richiesta del Parlamento europeo alla presidenza italiana di presentare la proposta all'Assemblea generale dell'ONU.
L'estate, grazie anche all'attività diplomatica di Nessuno di tocchi Caino di Non c'è pace senza giustizia e delle missioni radicali, ha visto il crescere del favore all'idea ed al progetto della moratoria ed un rafforzamento delle posizioni di paesi già favorevoli o addirittura un cambiamento di posizioni di altri stati non favorevoli.
Cosa del tutto clamorosa è la decisione di Ryan, non abolizionista e repubblicano, di venire in Europa a sostenere la proposta italiana di moratoria delle esecuzioni capitali, inisieme a Leroy Orange, un ex condannato a morte.
D'Elia auspica un successo di quest'iniziativa e un voto positivo alla risoluzione in Assemblea generale dell'Onu, spiega poi che a questa iniziativa Amnesty si oppone perché non rientra nei canoni classici della sua metodologia politica sui diritti umani.
Il rischio che vede è quello che i due fondamentalismi, l'abolizionismo e del ritenzionismo sulla pena di morte, s'incontrino e facciano fallire l'unica iniziativa seria e ragionevole per l'abolizione della pena di morte: quella della moratoria come passaggio intermedio.In collegamento da New York con Marco Perduca, rappresentante all'Onu del PRT, Capezzone tratta dell'avvio dell'Assemblea generale dell'Onu e degli interventi della giornata.
Kofi Annan ha aperto l'assemblea con due appelli: l'auspicio di una radicale riforma dell'organizzazione e l'ammonizione a chi ha delegittimato l'Onu decidendo di agire al di fuori del consiglio di sicurezza.
Il discorso di Lula ha un passaggio importante sul tema della fame nel mondo; Bush, nel suo intervento, afferma che i principi fondatori dell'Onu sono uguali a quelli che hanno fondato gli USA e che solo se tutti gli individui potranno essere liberi, si potrà avere pace.
Bush, secondo Capezzone, ha «allargato lo sguardo e la prospettiva», non focalizzandosi solo sull'Iraq; rimane comunque debole la pars construens, priva di cenni all'OMD.
Di rilievo il fatto presidente USA ricordi in chiusura il forte contributo in denaro dato dagli Stati Uniti all'Onu.
Si arriva quindi a commentare il discorso di Berlusconi, l'unico, insieme a quello di Bush, in cui sono presenti le parole libertà e democrazia, anche se non sono citate la community of democracies e la corte penale internazionale.
Perduca dà infine la notizia della prossima riunione del Convening group.
Conclude la puntata un'intervista di Paolo Martini a Maurizio Turco, europarlamentare radicale, riguardo all'inchiesta aperta dall'Europa contro l'Italia per la libertà d'informazione, che sarebbe a rischio.
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