Roma, 25 settembre 2003 - Trasmissione serale condotta da Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani.
Gran parte della puntata è dedicata al commento, in collegamento con Carlo Nordio, del libro «Crainquebille» di Anatole France, pubblicato da liberilibri.
Nordio, che ha curato la traduzione, la prefazione e la postfazione del volume, spiega i motivi del recupero di questo autore e di questa sua opera.
Anatole France, politicamente molto vicino al partito comunista e successivamente a quello socialista, era in realtà un aristocratico e intellettuale liberale, nella sua intima cultura … e nei suoi libri traspira infatti la cultura libertaria.
Il libro, benché scritto all'inizio del '900, è attualissimo, perché narra la vicenda di un venditore ambulante che per essere stato frainteso da un vigile a causa di una sua espressione un po' volgare, finisce davanti al magistrato, con un giudice forcaiolo ed un difensore che lo incita a confessare.
Il protagonista subisce una condanna abbastanza mite, ma soccombe e finisce in rovina di fronte al clamore popolare derivato dalla sentenza.
L'attualità della storia è evidente, anche se le vittime degli errori giudiziari italiani nella storia recente sono stati imputati eccellenti, annichiliti, più che dalle sentenze, dalle flagellazioni mediatiche.
France era un libertario di sinistra che si scagliava contro il potere costituito: la tonaca, la divisa e la toga, simboli della repressione reazionaria.
La logica della giustizia forcaiola denunciata da France è quella del giudice che ha già una verità precostituita.
I magistrati dei quali bisogna aver paura sono quelli che si ritengono «investiti di una missione etica»; «il magistrato - aggiunge Nordio - dovrebbe essere un laico, senza tendenze moralistiche o palingenetiche»; «un giudice che lotta contro qualcosa è per definizione parziale».
Nordio quindi esamina la figura del difensore, che ha indotto il cliente a dichiararsi colpevole, pur se innocente; «l'analogia si è presentata in Italia, sotto forme diverse, ma nella medesima sostanza».
Venendo al presente, afferma che le condanne dell'Italia dalle corti internazionali sono più che giustificate: «la crisi della giustizia italiana è endemica e la lunghezza dei processi ne è l'elemento più evidente.
Afferma Nordio: «che sia discrezionale o che sia arbitraria, oggi l'azione penale tutto è tranne che obbligatoria.
Nel processo accusatorio l'azione penale deve essere discrezionale».
Vaglia poi il ruolo e l'indipendenza del Pubblico Ministero, avvalorando il principio che «dove c'è un potere, deve esserci responsabilità».
Nordio, in chiusura, avvalora l'esigenza di pene più miti, equilibrate e razionali, ma altrettanto certe ed esamina il ruolo e le prospettive di modifica del CSM.Conclude la puntata l'intervento in diretta di Marco Pannella, riguardante il ruolo della maggioranza, dell'opposizione e del governo nel dibattito svoltosi al Senato sulla moratoria della pena di morte nel mondo; Pannella commenta inoltre l'articolo Ronchey sul dissesto idrogeologico di Napoli, ricordando le battaglie radicali in proposito, e la seduta del CSM da poco trasmessa da Radio Radicale.
Gran parte della puntata è dedicata al commento, in collegamento con Carlo Nordio, del libro «Crainquebille» di Anatole France, pubblicato da liberilibri.
Nordio, che ha curato la traduzione, la prefazione e la postfazione del volume, spiega i motivi del recupero di questo autore e di questa sua opera.
Anatole France, politicamente molto vicino al partito comunista e successivamente a quello socialista, era in realtà un aristocratico e intellettuale liberale, nella sua intima cultura … e nei suoi libri traspira infatti la cultura libertaria.
Il libro, benché scritto all'inizio del '900, è attualissimo, perché narra la vicenda di un venditore ambulante che per essere stato frainteso da un vigile a causa di una sua espressione un po' volgare, finisce davanti al magistrato, con un giudice forcaiolo ed un difensore che lo incita a confessare.
Il protagonista subisce una condanna abbastanza mite, ma soccombe e finisce in rovina di fronte al clamore popolare derivato dalla sentenza.
L'attualità della storia è evidente, anche se le vittime degli errori giudiziari italiani nella storia recente sono stati imputati eccellenti, annichiliti, più che dalle sentenze, dalle flagellazioni mediatiche.
France era un libertario di sinistra che si scagliava contro il potere costituito: la tonaca, la divisa e la toga, simboli della repressione reazionaria.
La logica della giustizia forcaiola denunciata da France è quella del giudice che ha già una verità precostituita.
I magistrati dei quali bisogna aver paura sono quelli che si ritengono «investiti di una missione etica»; «il magistrato - aggiunge Nordio - dovrebbe essere un laico, senza tendenze moralistiche o palingenetiche»; «un giudice che lotta contro qualcosa è per definizione parziale».
Nordio quindi esamina la figura del difensore, che ha indotto il cliente a dichiararsi colpevole, pur se innocente; «l'analogia si è presentata in Italia, sotto forme diverse, ma nella medesima sostanza».
Venendo al presente, afferma che le condanne dell'Italia dalle corti internazionali sono più che giustificate: «la crisi della giustizia italiana è endemica e la lunghezza dei processi ne è l'elemento più evidente.
Afferma Nordio: «che sia discrezionale o che sia arbitraria, oggi l'azione penale tutto è tranne che obbligatoria.
Nel processo accusatorio l'azione penale deve essere discrezionale».
Vaglia poi il ruolo e l'indipendenza del Pubblico Ministero, avvalorando il principio che «dove c'è un potere, deve esserci responsabilità».
Nordio, in chiusura, avvalora l'esigenza di pene più miti, equilibrate e razionali, ma altrettanto certe ed esamina il ruolo e le prospettive di modifica del CSM.Conclude la puntata l'intervento in diretta di Marco Pannella, riguardante il ruolo della maggioranza, dell'opposizione e del governo nel dibattito svoltosi al Senato sulla moratoria della pena di morte nel mondo; Pannella commenta inoltre l'articolo Ronchey sul dissesto idrogeologico di Napoli, ricordando le battaglie radicali in proposito, e la seduta del CSM da poco trasmessa da Radio Radicale.
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