14 OTT 2003

Radio Carcere: La differenza tra le norme costituzionali e la realtà della detenzione in Italia

[NON DEFINITO] | di Riccardo Arena - 00:00 Durata: 1 ora 1 min
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Roma, 14 ottobre 2003 - Appuntamento con la rubrica settimanale condotta e curata da Riccardo Arena sulle frequenze di Radio Radicale.

Radio Carcere, seguendo le orme segnate dal dossier sul caso Italia curato da Radicali Italiani, inizierà, a partire da questa sera, un ciclo di puntate dedicate al divario che esiste tra quello che prevedono le norme costituzionali in tema di privazione della libertà e la realtà concreta della detenzione in Italia.

La trasmissione cercherà di offrire una doppia prospettiva sull'argomento: si ascolterà prima l'opinione di un giurista in tema di rispetto
della Costituzione in carcere, poi si darà spazio alla testimonianza di una persona appena uscita dal carcere Poggioreale di Napoli.

Ospite in studio è il professor Vittorio Grevi, ordinario di procedura penale all'Università di Pavia ed editorialista del Corriere della Sera.Il primo punto toccato dalla conversazione è quello dei diritti riconosciuti dalla Costituzione alle persone detenute.

La Costituzione prevede delle restrizioni alla libertà personale, sancite da un atto motivato dell'autorità giudiziaria, e la carcerazione è la tipica espressione di queste privazioni.

Però prevede anche che lo Stato riconosca e garantisca i diritti inviolabili dell'uomo, che non vengono meno nella persona detenuta.

Non sono infatti ammesse limitazioni ulteriori rispetto a quelle indispensabili per l'esecuzione di una misura di custodia o di una pena detentiva.

Un altro importante articolo della Costituzione (l'art.

27) dice che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, ma devono tendere alla rieducazione del condannato.

Il professore nota il divario esistente tra la realtà normativa e la pratica e afferma che «tutto ciò che non corrisponde al quadro normativo è lacunoso e difettoso».

Affronta quindi argomenti spinosi, come il diritto al lavoro e, ancora di più, alla salute, asserendo che il problema più grosso è quello del sovraffollamento, dal quale probabilmente scaturiscono gli altri aspetti negativi che pesano sulla detenzione.

Per porre rimedio a questa situazione - afferma - la soluzione più ovvia (e miope) è quella di costruire nuove carceri; l'altra prospettiva è il buon esito di una politica di deflazione penitenziaria attraverso l'individuazione di forme diverse che consentano di raggiungere gli stessi obiettivi.

Il codice penale potrebbe prevedere altre pene non detentive e strumenti diversi dalla privazione della libertà.

Ci sono infatti molti detenuti - continua Grevi - rispetto ai quali l'effetto sanzionatorio della pena potrebbe essere raggiunto senza far ricorso al carcere.Arena propone quindi una riflessione sull'uso e l'abuso della custodia cautelare in carcere, che incide fortemente sul sovraffollamento, dalla quale il professor Grevi trae spunto per considerazioni sulla condizione di chi attende un giudizio e sulla presunzione di non colpevolezza che si deve mantenere nei confronti di questi soggetti.

Il carcere deve essere usato - conclude il giurista - soltanto nei confronti di quelle persone che, per la loro pericolosità, non possono scontare la pena in un luogo diverso.

Il seguito della puntata è dedicato alla testimonianza di un ex-detenuto, che illustra la realtà carceraria di Poggioreale nei suoi molteplici aspetti, dalle caratteristiche delle celle, alle docce, allo svolgimento dell'ora d'aria e dei colloqui, alla mancanza di cure mediche, al regime disciplinare.

Il mancato rispetto della Costituzione in carcere - conclude Arena - si traduce in semplice e spietata sofferenza del singolo.Per qualsiasi informazione, per scrivere a Radio Carcere: Email: radiocarcere@radioradicale.it Indirizzo: Radio Radicale, rubrica Radio Carcere, via Principe Amedeo n.

2 - 00186 .

Roma Telefono: 06.488781.

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