Roma, 11 novembre 2003 - Appuntamento con Radio Carcere, la rubrica settimanale condotta e curata da Riccardo Arena sulle frequenze di Radio Radicale.
Questa sera la trasmissione vuole far luce su una grave inadempienza delle istituzioni nei confronti dei cittadini detenuti, della società e dello Stato di diritto.
Si parlerà, infatti, di soldi, che ci sono ma non vengono spesi, e di una legge, che è stata approvata ma non viene applicata.
Ci si riferisce ai soldi contenuti nella cosiddetta Cassa delle ammende, che è un ente dello Stato dove vengono depositati tutti i soldi che provengono dal … pagamento delle ammende o delle multe a seguito di una sentenza di condanna, oppure dove si convogliano tutti beni mobili o immobili confiscati alla criminalità.
La legge in questione è il decreto del Presidente della Repubblica numero 230 del 30 giugno 2000 (vai al testo), che stabilisce che i soldi contenuti nella cassa delle ammende debbano essere spesi in favore dei detenuti e delle loro famiglie che vivono in condizioni di povertà e degrado.
La legge precisa inoltre che i soldi di questa cassa debbano essere anche utilizzati per il reinserimento degli ex-detenuti nella società.
Questa norma è stata approvata ormai da quattro anni, tuttavia non viene applicata; inutili sono state le diverse interrogazioni parlamentari rivolte la ministro della Giustizia, che in risposta ha precisato che finora questa cassa non ha finanziato nessun progetto.Ospiti della trasmissione sono Iolanda Casigliani, del comitato di Radicali Italiani, che ha il merito di essersi accorta di questa disfunzione, uno dei tanti tasselli che compone il Caso Italia, e l'onorevole Vincenzo Siniscalchi, dei Democratici di Sinistra; offre inoltre un contributo l'onorevole Giovanni Russo Spena, di Rifondazione Comunista.
La Casigliani accompagna nelle loro visite ispettive alle carceri i consiglieri regionali piemontesi radicali Carmelo Palma e Bruno Mellano, instaurando così uno stretto dialogo con i detenuti; ha inoltre approfondito tutti gli aspetti dell'illegalità che purtroppo vige nelle galere italiane.
Ha constatato così che intere parti della legge Gozzini e dell'ordinamento penitenziario sono colpevolmente e totalmente inapplicate.
Ha cercato di capire quanti progetti questa Cassa delle ammende abbia finanziato finora, richiedendo agli onorevoli Buemi e Del Pennino la formulazione di opportune interrogazioni al ministro Castelli, che hanno ricevuto delle risposte deludenti.
Bisogna tenere presente - osserva la Casigliani - l'importanza delle finalità della Cassa, che dovrebbe riaccompagnare il detenuto nel suo difficile percorso di reinserimento.
Attraverso la testimonianza di Guerrino si rileva la problematicità dell'impatto con la libertà e la sensazione di smarrimento che si prova di fronte ad un mondo che risulta lontano.
Un'altra parte importante della legge, totalmente inapplicata, è quella che prevede in ogni Tribunale l'istituzione del Consiglio di aiuto sociale, che costituisce la risposta alla necessità di creare sinergie fra tutti gli enti istituzionali e di volontariato che si occupano della realtà carceraria; un organismo preposto a guidare il detenuto nella sua riabilitazione.
Far rispettare le leggi vigenti sarebbe già una rivoluzione grandissima.
Creare un'alternativa al crimine, diminuirebbe anche le recidive, contribuendo a rendere la società più sicura.
Così si esprime la Casigliani.L'onorevole Russo Spena rileva: il ministero della giustizia mostra indifferenza verso i progetti di reinserimento, non si vuole costruire un rapporto positivo fra carcere e società; questo deriva da una pessima concezione di fondo della funzione della pena.
L'universo carcerario e post-carcerario -nota Siniscalchi - rappresenta una specie di clandestinità dello stato sociale.
In conclusione, la Castigliani manifesta l'impossibilità di visionare il bilancio di previsione ed il conto consultivo della cassa delle ammende, che sono atti pubblici.
Non è nemmeno disponibile il regolamento interno che disciplina la modalità di presentazione dei progetti, che sarebbe utilissimo per le cooperative, i direttori delle carceri e le associazioni di volontariato.
L'ultima notizia riguarda un convegno, chiamato Il Welfare del carcere, quali fondi, quali strumenti, quali progetti, che si terrà a Torino il 22 novembre 2003.
La parte finale della puntata è dedicata ad un grave caso accaduto nel carcere di Livorno nel luglio 2003, quando si è trovato privo di vita Marcello Lonzi, il cui referto autoptico parlava di morte naturale fulminante, mentre sul corpo erano presenti segni evidenti di ferite e di violenze; riferisce i dettagli della vicenda la madre, che ha sporto denuncia dapprima contro ignoti e poi contro la polizia penitenziaria e che manifesta la volontà di andare a fondo alla questione.
Questa sera la trasmissione vuole far luce su una grave inadempienza delle istituzioni nei confronti dei cittadini detenuti, della società e dello Stato di diritto.
Si parlerà, infatti, di soldi, che ci sono ma non vengono spesi, e di una legge, che è stata approvata ma non viene applicata.
Ci si riferisce ai soldi contenuti nella cosiddetta Cassa delle ammende, che è un ente dello Stato dove vengono depositati tutti i soldi che provengono dal … pagamento delle ammende o delle multe a seguito di una sentenza di condanna, oppure dove si convogliano tutti beni mobili o immobili confiscati alla criminalità.
La legge in questione è il decreto del Presidente della Repubblica numero 230 del 30 giugno 2000 (vai al testo), che stabilisce che i soldi contenuti nella cassa delle ammende debbano essere spesi in favore dei detenuti e delle loro famiglie che vivono in condizioni di povertà e degrado.
La legge precisa inoltre che i soldi di questa cassa debbano essere anche utilizzati per il reinserimento degli ex-detenuti nella società.
Questa norma è stata approvata ormai da quattro anni, tuttavia non viene applicata; inutili sono state le diverse interrogazioni parlamentari rivolte la ministro della Giustizia, che in risposta ha precisato che finora questa cassa non ha finanziato nessun progetto.Ospiti della trasmissione sono Iolanda Casigliani, del comitato di Radicali Italiani, che ha il merito di essersi accorta di questa disfunzione, uno dei tanti tasselli che compone il Caso Italia, e l'onorevole Vincenzo Siniscalchi, dei Democratici di Sinistra; offre inoltre un contributo l'onorevole Giovanni Russo Spena, di Rifondazione Comunista.
La Casigliani accompagna nelle loro visite ispettive alle carceri i consiglieri regionali piemontesi radicali Carmelo Palma e Bruno Mellano, instaurando così uno stretto dialogo con i detenuti; ha inoltre approfondito tutti gli aspetti dell'illegalità che purtroppo vige nelle galere italiane.
Ha constatato così che intere parti della legge Gozzini e dell'ordinamento penitenziario sono colpevolmente e totalmente inapplicate.
Ha cercato di capire quanti progetti questa Cassa delle ammende abbia finanziato finora, richiedendo agli onorevoli Buemi e Del Pennino la formulazione di opportune interrogazioni al ministro Castelli, che hanno ricevuto delle risposte deludenti.
Bisogna tenere presente - osserva la Casigliani - l'importanza delle finalità della Cassa, che dovrebbe riaccompagnare il detenuto nel suo difficile percorso di reinserimento.
Attraverso la testimonianza di Guerrino si rileva la problematicità dell'impatto con la libertà e la sensazione di smarrimento che si prova di fronte ad un mondo che risulta lontano.
Un'altra parte importante della legge, totalmente inapplicata, è quella che prevede in ogni Tribunale l'istituzione del Consiglio di aiuto sociale, che costituisce la risposta alla necessità di creare sinergie fra tutti gli enti istituzionali e di volontariato che si occupano della realtà carceraria; un organismo preposto a guidare il detenuto nella sua riabilitazione.
Far rispettare le leggi vigenti sarebbe già una rivoluzione grandissima.
Creare un'alternativa al crimine, diminuirebbe anche le recidive, contribuendo a rendere la società più sicura.
Così si esprime la Casigliani.L'onorevole Russo Spena rileva: il ministero della giustizia mostra indifferenza verso i progetti di reinserimento, non si vuole costruire un rapporto positivo fra carcere e società; questo deriva da una pessima concezione di fondo della funzione della pena.
L'universo carcerario e post-carcerario -nota Siniscalchi - rappresenta una specie di clandestinità dello stato sociale.
In conclusione, la Castigliani manifesta l'impossibilità di visionare il bilancio di previsione ed il conto consultivo della cassa delle ammende, che sono atti pubblici.
Non è nemmeno disponibile il regolamento interno che disciplina la modalità di presentazione dei progetti, che sarebbe utilissimo per le cooperative, i direttori delle carceri e le associazioni di volontariato.
L'ultima notizia riguarda un convegno, chiamato Il Welfare del carcere, quali fondi, quali strumenti, quali progetti, che si terrà a Torino il 22 novembre 2003.
La parte finale della puntata è dedicata ad un grave caso accaduto nel carcere di Livorno nel luglio 2003, quando si è trovato privo di vita Marcello Lonzi, il cui referto autoptico parlava di morte naturale fulminante, mentre sul corpo erano presenti segni evidenti di ferite e di violenze; riferisce i dettagli della vicenda la madre, che ha sporto denuncia dapprima contro ignoti e poi contro la polizia penitenziaria e che manifesta la volontà di andare a fondo alla questione.
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