23 NOV 2003

Stampa araba: Corrispondenza dal Cairo di Emma Bonino del 23 novembre 2003

[NON DEFINITO] | di Emma Bonino - 00:00 Durata: 40 min 12 sec
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Il Cairo, 23 novembre 2003 - Consueto appuntamento con la rassegna della stampa araba curata da Emma Bonino.

Il primo articolo citato parla delle caratteristiche della politica nel mondo arabo, che è stata vittima di due paure: la prima è quella dello status quo, la seconda è quella dell'alternativa, cioè di dare il potere ad un'opposizione estremista, persino terrorista.

Tra queste due strade, il Medio Oriente negli ultimi decenni ha scelto la stagnazione.

Bush, nel suo intervento del 6 novembre, - continua l'articolo - ha chiesto al mondo arabo di adottare la democrazia liberale; inoltre lo
stato attuale è stato messo in discussione da problemi interni, quali l'esplosione demografica o la rabbia e lo sconforto dei giovani.

Ora c'è la possibilità di realizzare una terza strada, che potrebbe prendere corpo da un dibattito che si realizza persino nelle moschee e potrebbe spingere ad adottare leggi che tutelino i diritti civili e politici.

D'alta parte, il Medio Oriente ha sperimentato quasi tutti i regimi politici, l'unico sistema non sperimentato è appunto la democrazia liberale, cui fa riferimento Bush.

Gli americani, però sono poco credibili, perché hanno sempre appoggiato i regimi autoritari in quest'area.

L'Iraq rappresenta una sfida ed un'opportunità per la politica degli USA e la sua transizione verso un governo democratico potrebbe segnare la fine della barriera di autoritarismo che ha isolato i paesi arabi dal mondo.

Per l'Iraq, bisogna concepire un governo che vada oltre il potere delle tribù e delle sette.

Adesso, sarebbe scoraggiante e pericoloso se gli USA si limitassero a ristabilire una versione diversa dello status quo arabo.

Ci sono diversi scenari negativi - prefigura il giornalista - e se gli americani istallassero un regime non democratico per combattere il terrorismo, certo la regione non cambierà.

C'è però uno scenario positivo possibile - conclude l'articolo - che la comunità internazionale deve sostenere: quello di una riforma che porti a stabilire uno stato di diritto ed alla democratizzazione del mondo arabo.

La leader radicale passa poi alla lettura di un articolo sulla situazione libanese ed i rapporti tra Libano e Siria.

Gli ultimi avvenimenti politici in questo paese indicano una direzione che lo porta ad imbrigliarsi in un'ulteriore caos politico.

Le successive crisi libanesi hanno imbarazzato Damasco, che ha espresso la sua rabbia.

Continuano, fra l'altro, gli scontri tra le autorità del governo e quelle esecutive, che hanno spinto politici siriani ad intervenire.

Insomma - conclude l'articolo - è vero che la Siria considera il Presidente libanese Emile Lahoud il suo alleato migliore, ma è anche vero che il primo ministro Rafik Hariri e lo stesso Lahoud sono diventati ormai identici nel provocare imbarazzo in Siria.La rassegna prosegue con una segnalazione sul Sudan.

El Turabi e Madani - osserva il brano citato - invece di seguire il cammino democratico, che era possibile, hanno dimostrato un forte attaccamento al potere facendo diventare il corso democratico uno scherzo.

I due leader avrebbero infatti potuto usare le loro apparizioni per fare un appello alla non violenza.

La Bonino continua la sua analisi esaminando i risvolti politici dell'attuale situazione sudanese, concludendo con un articolo che nota che questo è un momento di opportunità e di speranza, che non va perso.La rassegna si conclude con l'esame di un articolo che parla dell'ossessione della teoria di un complotto ed è intitolato 11Un'ossessione tipicamente araba.

Il pezzo parla della presenza nel mondo arabo della tesi di un controllo mondiale da parte degli ebrei e della presenza di forze e di piani che tendono a dominare e rendere schiavo il popolo arabo.

Gli arabi - sostiene l'articolo - sono impotenti a cambiare questo disegno, che è stato organizzato dal mondo occidentale.

Persino molte figure dell'OLP sono state messe in discussione ed oggi è frequente l'accusa che Yasser Arafat sia un agente israeliano.

Questa teoria del complotto - conclude il brano - è molto pericolosa perché paralizza qualunque pensiero critico, oscura le reali cause della sconfitta araba ed in realtà dà un'immagine degli arabi totalmente negativa.

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riduci

  • Le caratteristiche e la nuova strada della politica nel mondo arabo

    <br><strong>Indice </strong>
    0:00 Durata: 5 min 43 sec
  • L'attuale richiesta di democrazia liberale e la passata politica degli USA in Medio Oriente

    0:05 Durata: 3 min 24 sec
  • Le prospettive offerte dalla ricostruzione dell'Iraq e gli scenari possibili

    0:09 Durata: 5 min 58 sec
  • La situazione ed il governo del Libano e i suoi rapporti con la Siria

    0:15 Durata: 5 min 33 sec
  • Il Sudan e il ruolo e la politica di El Turabi e Madani

    0:20 Durata: 4 min 46 sec
  • L'attuale regime sudanese

    0:25 Durata: 4 min 51 sec
  • L'articolo «Un'ossessione tipicamente araba» e il complotto nei confronti del mondo arabo

    0:30 Durata: 9 min 57 sec