Notiziario del 16 giugno 2004

<br><strong>Indice</strong><p><strong>Torniamo a parlare dei risultati delle elezioni europee ed amministrative. </strong>Nel centrodestra, il vicepresidente della camera Alfredo Biondi è convinto che sia necessario rilanciare un «partito liberale di massa» e che si potrebbe affidare ad Emma Bonino la leadership di un grande movimento riformista. (Biondi ieri ha ricordato anche di aver abbandonato il congresso di Forza Italia ad Assago, perchè gestito con un'impostazione che definì puramente fideistica nei confronti del premier e con un cast di soli oratori ufficiali). Lo sentiamo in diretta

<br>Secondo Bobo Craxi, che era capolista dei socialisti uniti alle elezioni europee nella circoscrizione delle isole, il 2 per cento dei consensi ottenuti da questa formazione apre la possibilità di dar vita, insieme ai Radicali e ai Repubblicani di Giorgio La Malfa, ad <strong>un'area laico riformista indipendente dai due poli.</strong> Alessio Falconio lo ha intervistato e gli ha chiesto quali spazi sono ipotizzabili per un rapporto con i radicali.

<br>Ancora nel centrodestra, ascoltiamo l'opinione di Teodoro Buontempo, che mostra di non condividere affatto la soddisfazione espressa dal coordinatore di Alleanza Nazionale La Russa per i risultati ottenuti dal partito. Lo ha intervistato Alessio Falconio.

<br>Un esponente dell'Udc, il presidente della Commissione Industria della Camera Bruno Tabacci, ha detto ieri che il risultato elettorale è stato chiaro, e che ora serve un nuovo governo. sentiamo come ha commentato queste dichiarazioni il Ministro Giovanardi, al microfono di Alessio Falconio

<br>Poco entusiasta dei risultati elettorali del centrosinistra alle europee è Gerardo Bianco, deputato della Margherita. Lo ascoltiamo, intervistato da Alessio Falconio

<br>Ieri intanto Romano Prodi - con una lettera pubblicata in prima pagina da Repubblica - ha chiesto una «<strong>assemblea costituente per l'Ulivo</strong>». Una proposta che non tutti abbracciano con entusiasmo. Sentiamo cosa ne pensa Willer Bordon, capogruppo della Margherita a Palazzo Madama

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