16 FEB 2005

Ambiente: Audizione Matteoli nell'indagine sullo stato di attuazione della legge Galli

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 50 min 4 sec
Player
Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della «legge Galli»: audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio Altero Matteoli.Sulle politiche e sulle misure da adottare in vista dell'effettiva entrata in vigore del Protocollo di Kyoto: seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio.

Registrazione audio di "Ambiente: Audizione Matteoli nell'indagine sullo stato di attuazione della legge Galli", registrato mercoledì 16 febbraio 2005 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 50 minuti.
  • Relazione di Altero Matteoli , ministro dell'ambiente e della tutela del territorio

    Il ministro MATTEOLI riferisce sullo stato di attuazione della cosiddetta "legge Galli", facendo innanzitutto presente che, al 31 dicembre 2004, la situazione è così rappresentata: su 91 Ambiti territoriali ottimali (ATO) previsti se ne sono costituiti 87, con oltre 54 milioni di abitanti, pari al 97 per cento della popolazione italiana; il 96 per cento delle Autorità di Ambito Ottimali (AATO) risulta insediato; il 75 per cento dei piani di ambito risulta approvato e il 46 per cento degli affidamenti del servizio idrico integrato risulta effettuato. La situazione attuale dimostra che si è quasi decuplicato il numero di ATO che hanno approvato il Piano: dai 7 del 2000 ai 68 del 2004; gli ATO insediati sono passati dai 48 del 2000 agli 87 del 2004 (non si sono ancora insediati 3 ATO del Friuli Venezia Giulia e 1 ATO del Piemonte raggiungendo così i 91 ATO totali a livello nazionale); gli affidamenti effettuati sono passati da 2 del 2000 ai 42 del 2004; i dati raccolti evidenziano che, per quanto riguarda le scelte sulla modalità di affidamento, in ben 26 casi su 38 è stata scelta la formula del partenariato pubblico-privato, affidando il servizio a una società cosiddetta mista. Da rilevare a tale riguardo, che solo in una minoranza di questi la procedura per la scelta del partner privato è avvenuta nel rispetto dalla normativa vigente. Nei rimanenti casi, 13 Autorità d’ambito hanno optato per un affidamento diretto a società tutta pubblica (con evidenti profili di irregolarità) e gli altri hanno aggiudicato il servizio sulla base di una gara. Si noti come in Sicilia, in tutte le Autorità d’ambito si sia optato per la concessione a terzi del servizio, sulla base del Decreto Ministeriale del 22 novembre del 2001.<br>I progressi compiuti, nei termini evidenziati, non possono e non debbono far dimenticare che, a distanza di 10 anni dall’emanazione della "legge Galli", si è ancora lontani dal raggiungimento delle finalità che la legge si proponeva. Infatti, se è vero che vi è stata una prima razionalizzazione delle gestioni con una sensibile diminuzione degli oltre 13.000 gestori presenti, per fare un bilancio della riforma non si può fare a meno di valutare l’adeguamento del servizio idrico integrato ai parametri previsti dal quadro comunitario di riferimento, a cominciare dai segmenti riguardanti la depurazione e la fognatura. Le numerose infrazioni inerenti questo comparto stanno chiaramente a significare che c’è stato e c’è tuttora un grave deficit in termini di investimenti funzionali volti a raggiungere gli standards europei. Occorre dunque riconoscere che molto deve ancora essere fatto sul fronte della gestione, della programmazione dell’utilizzo della risorsa, della pianificazione e dell’integrazione dei diversi livelli di quest’ultima.<br>Non sembra comunque che i ritardi nel raggiungimento degli obiettivi europei siano da attribuirsi soltanto all’impianto normativo sicuramente migliorabile, ed è quello che ci si appresta a fare con l’attuazione della legge delega – bensì che i soggetti attuatori della legge non abbiano fatto ciò che avrebbero potuto e dovuto fare. Si riferisce per certi aspetti alle Autorità d’ambito, che sono gli enti deputati alla regia dell’attuazione della legge: ad esse compete la regolazione intesa come predisposizione degli atti funzionali all’affidamento del servizio - ovvero la redazione del cosiddetto Piano d’ambito inteso come Programma degli interventi la correlata programmazione degli investimenti e l’individuazione della tariffa nel territorio di riferimento. Vi sono carenze sotto l’aspetto pianificatorio tali da rendere conseguentemente debole il ruolo e la funzione a cui gli Enti d’ambito sono chiamati nella fase successiva all’affidamento del servizio, ovverosia quella del controllo. La scelta del modello gestionale ed organizzativo si traduce sovente nell’affidamento ai gestori esistenti, ai quali non è chiesto alcun confronto con altri operatori.<br>La sovrapposizione fra chi controlla e chi gestisce, inevitabile conseguenza degli affidamenti senza gara alle società di casa, i cui azionisti sono gli stessi comuni presenti nell’Autorità deputata alla regolazione ed al controllo, vizia irrimediabilmente il sistema e non garantisce il cittadino-utente. Questa è la causa principale della mancata attuazione della riforma: troppe energie volte unicamente a blindare il mercato invece che a favorire una crescita in termini realmente industriali.<br>Tutto ciò ha provocato una procedura di infrazione da parte della Commissione europea nella quale si imputa all’Italia il mancato rispetto del quadro normativo comunitario derivante dai Trattati, a causa dell’eccessiva lunghezza delle proroghe di affidamenti assentiti senza gara, e si rimproverano affidamenti diretti, ex novo, soprattutto in materia di servizio idrico integrato, reputati illegittimi perché avvenuti senza alcuna procedura concorsuale.<br>Al fine di esplicitare le modalità di affidamento corrette, nell’ambito della cornice normativa esistente, il Ministero ha emanato numerosi provvedimenti: il Decreto Ministeriale attuativo dell’articolo 20 della "legge Galli", che disciplina la concessione a terzi del servizio; la relativa Circolare del 22 novembre 2001 esplicativa dello stesso; la Circolare del 17 ottobre 2001, relativa all’affidamento del servizio idrico integrato a società a capitale misto pubblico-privato, finalizzata a richiamare le procedure da seguire per la selezione del partner privato. Ed ancora, la circolare del 18 marzo 2003 relativa all’affidamento del servizio ai sensi del comma 5 dell’articolo 35 della legge n. 448 del 2001, ed alla separazione della gestione delle reti e del servizio; infine, le circolari del 6 dicembre 2004 riguardanti, rispettivamente, l’affidamento del servizio e l’affidamento in house del servizio, con la quale si forniscono elementi per individuare il rapporto di delegazione interorganica, precisandone l’eccezionalità e residualità, al fine di non eludere i principi del diritto comunitario.<br>Sempre in riferimento al completamento della riforma, ricorda infine altri due decreti emanati in attuazione dei principi generali contenuti nella "legge Galli" e in attuazione del decreto legislativo n. 152 del 1999: il decreto 12 giugno 2003 n. 185, recante le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue e il decreto 28 luglio 2004 che prevede le linee guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino e per la definizione del deflusso minimo vitale.<br>Consegna quindi agli Uffici una tabella esplicativa sugli ATO. <br><strong>Indice degli interventi</strong><br>Le audizioni cominciano alle 08h40<br>Presidenza del vicepresidente <strong>Giuseppe Mulas</strong><br>
    0:00 Durata: 11 min 12 sec
  • Enrico Rizzi (FI)

    Il senatore RIZZI (FI) ringrazia vivamente il Ministro per la disponibilità mostrata e per la puntuale relazione svolta. Richiama quindi l’attenzione del ministro Matteoli sull’audizione, prevista per domattina, di rappresentanti della «Tutela ambientale del Magentino S.p.A.», azienda leader in Lombardia nel settore della depurazione delle acque. Tale audizione acquista un particolarissimo significato, se si tiene conto dell’importanza determinante delle attività di depurazione nella gestione di un bene primario come l’acqua. Invita pertanto il Ministro a prendere visione, se lo ritiene, degli atti dell’audizione che verrà svolta domani, audizione che potrebbe anche offrire utili spunti di interesse per l’attività del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio. <br>Osservazioni e quesiti dei Commissari
    0:11 Durata: 2 min 8 sec
  • Replica di Altero Matteoli

    Il ministro MATTEOLI ringrazia il senatore Rizzi, e lo assicura che non mancherà di prendere visione, con la massima attenzione, dei resoconti della seduta appena ricordata. Condivide infatti pienamente quanto poc’anzi affermato dal senatore Rizzi in merito all’importanza determinante della depurazione in un comparto così delicato come quello della gestione delle acque, ed è quindi interesse del Ministero dell’ambiente prendere visione delle utili esperienze fatte dalle società di gestione come quella menzionata, anche in vista delle future determinazioni in materia di politica ambientale. <br>
    0:13 Durata: 1 min 19 sec
  • Massimo Villone (DS-U)

    Il senatore VALLONE (Mar-DL-U) fa presente di rappresentare una regione, il Piemonte, leader nel settore della depurazione; personalmente, ha collaborato alla costituzione dell’ATO2 di Torino. Peraltro, non ritiene che sia condivisibile la tesi in base alla quale sarebbe opportuno affidare la gestione del settore ai privati, in quanto l’acqua, bene assolutamente primario, dovrebbe essere sempre gestita dal gestore pubblico. Perplessità desta pertanto l’ipotesi di separare la gestione della rete dalla gestione del servizio. <br>
    0:14 Durata: 2 min 24 sec
  • Replica di Altero Matteoli

    Il ministro MATTEOLI prende atto delle opinioni del senatore Vallone, che peraltro non appaiono in linea con quella che è la filosofia della «legge Galli». D’altra parte, in effetti, fino a quando l’acqua , bene primario, avrà un costo politico, non si possono certo ignorare le perplessità e le preoccupazioni sottese all’intervento del senatore Vallone. L’indagine conoscitiva avviata dalla Commissione ambiente del Senato, quindi, potrà rappresentare l’occasione di un utilissimo confronto su tali tematiche. <br>
    0:17 Durata: 2 min 12 sec
  • Replica di Altero Matteoli

    Riprende l’esame sospeso nella seduta del 9 febbraio scorso.<p>Il ministro MATTEOLI, prima di rispondere ai senatori intervenuti nelle precedenti sedute sulle politiche da adottare in vista dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, ci tiene a sottolineare come non rispondano al vero talune affermazioni riportate ieri da un organo di informazione, secondo cui sarebbe stato respinto il Piano nazionale delle assegnazioni delle quote di emissione.<br>In relazione alle considerazioni svolte dai senatori intervenuti sulla strategia del Governo per la lotta ai cambiamenti climatici da attuare nel periodo post-2012, sottolinea che le dichiarazioni rese durante la decima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione sui cambiamenti climatici si limitavano ad evidenziare che non è realistico procedere nell’adozione di misure unilaterali per la lotta ai cambiamenti climatici. Infatti per quanto ambiziosi potranno essere gli sforzi di riduzione delle emissioni messi in atto dalla Unione europea, essi non saranno mai di dimensioni tali da poter contrastare il fenomeno dei cambiamenti climatici. È evidente, pertanto, che in vista delle azioni da intraprendere per il periodo post-2012, occorre reintegrare nella discussione tutte le Parti della Convenzione. Per questo ha personalmente espresso piena soddisfazione per l’accordo raggiunto a Buenos Aires sull’organizzazione di un seminario sulle azioni da intraprendere in futuro per la lotta ai cambiamenti climatici, non solo per i contenuti della decisione, ma soprattutto per il significato che essa riveste avendo coinvolto tutte le Parti.<br>Riguardo le valutazioni del Governo in merito all’efficacia del Protocollo di Kyoto, ricorda che l’Italia si è costantemente adoperata ai livelli più elevati, sia come parte della cosiddetta Troika della UE, sia in qualità di Presidenza di turno della UE, affinché la Federazione Russa ratificasse il trattato. Ci sono tuttavia chiare evidenze scientifiche che indicano come la riduzione di emissioni conseguibile attraverso l’attuazione del Protocollo di Kyoto costituisca soltanto il primo passo per contrastare efficacemente il problema dei cambiamenti climatici e che pertanto, al fine di conseguire l’obiettivo ultimo della Convenzione - ossia la stabilizzazione delle concentrazioni di gas ad effetto serra in atmosfera ad un livello tale da impedire interferenze dannose con il sistema climatico - occorrono riduzioni più consistenti conseguibili soltanto attraverso un processo di decarbonizzazione delle economie di tutti i Paesi. Pur di raggiungere tale obiettivo, occorre esplorare tutti i possibili mezzi a disposizione.<br>Riguardo le presunte lamentele del Governo sui costi di attuazione del Protocollo di Kyoto, ricorda che esistono valutazioni eseguite da organismi internazionali indipendenti, dalle quali si evince che a causa degli elevati valori di efficienza energetica e bassi valori di intensità di carbonio raggiunti dall’Italia i costi marginali di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra per l’Italia sono nettamente superiori a quelli che devono affrontare gli altri stati membri della UE.<br>Alla luce di tali evidenze, la dimensione e la tipologia delle misure nazionali per il raggiungimento dell’obiettivo di Kyoto sono state individuate considerando l’esigenza di non avere ripercussioni negative sull’economia italiana e sulla competitività delle imprese, la necessità di assicurare la modernizzazione e l’aumento di efficienza dell’economia italiana, la necessità di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, obiettivo che a partire dal 2001 è stato assunto quale priorità nazionale. Tale priorità, è stata resa operativa attraverso il cosiddetto decreto sblocca centrali dell’allora ministro Enrico Letta, riproposto successivamente dal ministro Antonio Marzano ed approvato dal Parlamento. A tale riguardo sottolinea che la necessità di perseguire l’obiettivo della sicurezza energetica ha cambiato sostanzialmente lo scenario energetico, che ad oggi è caratterizzato da un importante aumento della offerta di elettricità. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ha individuato le misure che fanno riferimento ai settori con maggiori potenzialità di recupero di efficienza e che comportano minori costi.<br>Oltre ai suddetti interventi sono state anche segnalate le potenzialità connesse all’assorbimento di CO2 attraverso l’aumento e la migliore gestione delle aree forestali e boschive per l’assorbimento del carbonio. Accanto alle suddette misure nazionali per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, sono state individuate due tipologie di interventi da attuarsi a livello internazionale.<br>A proposito del ruolo dei meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto all’interno della strategia nazionale per la riduzione delle emissione di gas ad effetto serra, dissente da alcune valutazioni espresse, secondo le quali tali meccanismi potrebbero produrre un effetto negativo, incentivando i Paesi industrializzati ad acquistare crediti a basso costo, piuttosto che affrontare seriamente i problemi energetici nazionali. Infatti se da un lato il ricorso ai meccanismi flessibili permetterà ai Paesi industrializzati di abbattere i costi di attuazione del Protocollo di Kyoto ricorrendo al mercato dei permessi, dall’altro la promozione di progetti di Joint Implementation e Clean Development Mechanism costituisce di fatto uno strumento per promuovere il trasferimento di tecnologie pulite nei Paesi con economia in transizione e nei Paesi in via di sviluppo, agevolando così la transizione verso un economia globale decarbonizzata necessaria per contrastare efficacemente il problema dei cambiamenti climatici.<br>Del resto le regole approvate nell’ambito della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici danno ampie garanzie in termini di compatibilità ambientale di progetti realizzati, pertanto non si ritiene di dover mettere a punto regole più restrittive di quelle già esistenti.<br>Riguardo l’opportunità di favorire iniziative nazionali rispetto ad iniziative di cooperazione internazionale, come osservato dal senatore Iovene, evidenzia che la strategia per conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dal Protocollo di Kyoto, senza compromettere la competitività del sistema economico nazionale e delle imprese che lo compongono, deve necessariamente basarsi su un mix equilibrato dei diversi meccanismi flessibili e azioni nazionali.<br>Infatti se è pur vero che l’utilizzo dei meccanismi flessibili basati su progetto e il ricorso all’acquisto di permessi di emissione comporta un trasferimento di risorse economiche verso l’esterno del sistema nazionale, limitando gli eventuali benefici di indotto che sarebbero associati a tali risorse se fossero investite sul territorio nazionale, tuttavia è evidente che tali benefici sono minori dei maggiori costi delle misure nazionali, costi determinati non solo dai limitati margini tecnici di riduzione delle emissioni, ma anche dalla tempistica di breve e medio termine nell’ambito della quale tale riduzione dovrebbe essere effettuata per rispettare gli accordi internazionali già sottoscritti. Tale tempistica, infatti, si contrappone a tutti gli effetti agli attuali obiettivi politici di sviluppo economico del Paese, in quanto implicherebbe l’imposizione di oneri al settore industriale che potrebbero compromettere la concorrenzialità dello stesso. <br>Riguardo la richiesta di chiarimento del senatore Rollandin circa le azioni intraprese dal Governo per ovviare alle difficoltà che stanno incontrando le aziende nell’attuazione della direttiva «Emission Trading» segnala che da più di due anni è attivo un tavolo di lavoro permanente presieduto dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e dal Ministro delle attività produttive, che grazie al supporto dato dalla Confindustria, vede coinvolti tutti i settori regolati dalla direttiva. Grazie all’attivazione di questo canale di dialogo è stato possibile non solo approfondire i vari aspetti tecnici relativi all’attuazione della direttiva, ma anche fornire supporto specifico ai gestori degli impianti nelle varie fasi di attuazione della stessa.<br>In relazione al tema dell’energia nucleare segnalato dallo stesso senatore Rollandin, sottolinea che si tratta di una questione che può essere meritevole di dibattito, ma che, in ogni caso, non implica un programma del Governo di riconsiderare tale forma di approvvigionamento energetico. Tuttavia può affermare che è nell’interesse del nostro Paese partecipare attivamente ai programmi di ricerca per lo sviluppo di tecnologie sempre più sicure per l’utilizzo dell’energia nucleare. <p><strong>Sulle politiche e sulle misure da adottare in vista dell'effettiva entrata in vigore del Protocollo di Kyoto: seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio.</strong>
    0:19 Durata: 15 min 30 sec
  • Fausto Giovanelli (DS-U)

    Il senatore GIOVANELLI (DS-U) presenta ed illustra la proposta di risoluzione n. 1, (pubblicata in allegato al resoconto della seduta odierna) e ricorda che alla Camera dei deputati è stato presentato uno strumento di indirizzo volto ad impegnare il Governo ad attuare tra il 50 e l’80 per cento delle riduzioni di emissioni previste sul territorio italiano. Fa presente infine che da qualche tempo il livello di efficienza energetica in Italia si colloca al livello della media europea. <br>
    0:34 Durata: 9 min 32 sec
  • Sauro Turroni (Verdi-Un)

    Il senatore TURRONI (Verdi-Un) presenta la proposta di risoluzione n. 2 (pubblicata in allegato al resoconto della seduta odierna). <br>
    0:44 Durata: 36 sec
  • Enrico Rizzi (FI) - Replica di Altero Matteoli

    Il senatore RIZZI (FI) preannuncia la presentazione di una proposta di risoluzione, e chiede che venga fissata al più presto una seduta della Commissione dedicata all’esame delle diverse proposte di risoluzione presentate.<p>Il ministro MATTEOLI coglie l’occasione per ribadire di essersi sempre adoperato, a tutti i livelli, per la ratifica e per l’attuazione del Protocollo di Kyoto, anche alla luce della mancata ratifica da parte degli U.S.A., intervenendo anche presso i Ministri degli esteri italiani. Ed in effetti, qualcosa sembra muoversi, come testimoniato dal fatto che il presidente Bush ha chiamato il responsabile dell’Agenzia competente in materia a far parte dell’Esecutivo.<p>Il presidente MULAS ringrazia il Ministro per il suo intervento in Commissione. <br>
    0:44 Durata: 5 min 11 sec