28 GEN 2002

MO: La donna-kamikaze pone dubbi sull'attendibilità di Arafat

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 8 min 56 sec
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L'attentato di ieri di una donna Kamikaze ha riaperto la questione sull'attendibilità di Arafat come interlocutore reale per i processi di pace.

L'UE si schiera dalla parte del leader palestinese, così come i paesi arabi alleati degli Usa, mentre gli Stati Uniti stringono sempre più la morsa su Arafat, appoggiando la politica di Sharon.

Gerusalemme, 28 gennaio 2002 - Ieri pomeriggio, in Jaffa Street, c'è stato l'ennesimo attentato palestinese.

L'azione però non è ancora stata rivendicata, probabilmente perchè il kamikaze era una donna.

Secondo il nostro corrispondente da Gerusalemme,
Manuel Katz, la di volta ed è sintomatico delle profondità della disperazione dei palestinesi.

Non c'è una rivendicazione perchè il fatto che ci sia una donna è molto controverso dal punto di vista islamico: i Jhiad hanno accesso a 70 vergini fantastiche nell'aldilà e a questo punto c'è un certo imbarazzo da parte palestinese.

Probabilmento questa azione si rifà anche al discorso di Arafat nei giorni precedenti, che esaltava il ruolo donna nell'Intifada palestinese.

Quindi l'azione potrebbe essere una risposta al discorso del leader palestinese il cui comportamento è duplice: da una parte incita ad imolarsi per Gerusalemme e la patria palestinese, e dall'altra compie tre arresti per la vicenda della nave, dopo il richiamo degli Usa.

Intanto l'atmosfera in Israele è molto tesa.

L'esercito non ha ancora reagito, ma si aspetta comunque una risposta.

Gli israeliani sono psicologicamente molto turbati, l'atmosfera assomiglia a quella del '48, dopo le vicende dell'olocausto.L'Unione Europea è con Arafat Il problema a questo punto diventa proprio il leader dell'Anp e la sua attendibilità come interlocutore per un rinnovato dialogo.

L'Unione Europea continua a ritenere il leader palestinese il vero e solo interlocutore di Israele nella ricerca della pace e di una via d'uscita dalla spirale della violenza.

A Bruxelles i capi della diplomazia Ue hanno ribadito i pilastri della loro attuale strategia medio-orientale: "Israele - hanno affermato in un documento congiunto - ha bisogno dell'autorita' palestinese e del suo presidente eletto Yasser Arafat come partner per negoziare, per sradicare il terrorismo e per lavorare per la pace".

Ma "l'autorita' palestinese e Arafat devono fare tutto il possibile - hanno aggiunto - per porre fine al terrorismo e all'intifada armata, smantellare le reti terroristiche, arrestare e perseguire i responsabili di atti di terrorismo".

Nel documento l'Ue ha chiesto anche ad Arafat ''che venga completato rapidamente il lavoro della commissione d'inchiesta'' sulla vicenda del cargo 'Karin A', auspicando una partecipazione internazionale all'inchiesta.

Agli israeliani l'Ue ha chiesto di rinunciare alle distruzioni di progetti palestinesi finanziati dall'Europa, riservandosi il diritto di chiedere una''riparazione''.

Per gli europei c'e' il rischio di un pericoloso vuoto di potere in caso di caduta di Arafat, che il premier israeliano Ariel Sharon sembra voler accelerare.

Gli israeliani forse non stanno pensando ad altri interlocutori, certo è che la leadership oggettiva di Arafat metterebbe in duro gioco la situazione già molto precaria: è impensabile che qualcuno si erga in contrapposizione.

Nel momento in cui lui non ci sarà più la strada è aperta a molti tra poitici, fondamentalisti, intellettuali.

Nessuno sa come si potrebbe sviluppare, la Giordania ad esempio, è molto preoccupata per una possibile anarchia.La risposta dell'Arabia Saudita a Bush Alcuni paesi arabi hanno mandato un preciso avvertimento a George Bush: le relazioni e gli interessi americani nel mondo arabo saranno a rischio se Washington non fermera' gli attacchi israeliani contro i palestinesi.

La messa in guardia questa volta e' importante perche' viene dall' Arabia Saudita, paese assai influente nella regione, che gia'nel 1982 intervenne per salvare Arafat, assediato a Beirut proprio da Sharon, all'epoca ministro della difesa.

Il principe ereditario saudita Abdallah sulla vicenda del leader palestinese e' stato esplicito: "E' stupefacente - ha detto - che un dirigente sia assediato, non era mai successo prima.

Vorrei rassicurare i nostri fratelli che il regno dell'Arabia Saudita guidato da re Fahad sta compiendo degli sforzi e continuera' a farli".

Quindi ha inviato un messaggio sibillino al presidente degli Stati Uniti: "Il mio consiglio a sua eccellenza il presidente Bush e' di perseguire gli interessi dell'America e cio' ci basterebbe".Anche Annan è scettico Anche Kofi Annan si dichiara prudente e implicitamente riconosce che Arafat non puo' essere accusato degli attentati che insanguinano il Medio Oriente.

"E' in una situazione estremamente difficile e non sono sicuro che controlli tutto quanto avviene nei Territori", ha detto, prendendo le distanze da Israele e dagli Usa.

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