03 FEB 2002

Giustizia: «Prima giornata della legalità»

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 25 min

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'La prima giornata della legalità' segna l'inizio del movimento dell'opposizione della sinistra civile, che prenderà forma il 23 febbraio prossimo a Milano con una manifestazione che radunerà tutte le 'maggioranze silenziose' per riconquistare lo stato di legalità del paese, grazie al lancio di una campagna referendaria.

Carmagnola (To), 3 febbraio 2002 - La prima giornata della legalità ha avuto come sede Carmagnola, comune in provincia di Torino, in cui esponenti della magistratura, giornalisti e alcune personalità politiche locali hanno dibattuto sulla legalità della giustizia in
Italia e hanno cercato di puntare un faro sul problema dell'informazione.

Quest'anno ricorre il decimo anniversario di Mani Pulite, pool di magistrati che dal '92 ha cercato di smantellare il sistema di corruzione nella politica italiana, contribuendo alla caduta della prima Repubblica.

Gli ospiti della conferenza cercano di rispondere a dubbi che provengono dal pensiero che questa opera di smantellamento sia stata nociva per il paese, perchè ha creato un "clima di guerra civile".

I magistrati non fanno la guerra Paolo Flores D'Arcais, direttore di Micromega, cerca di spiegare che in realtà "non c'è stata nessuna guerra civile, ma semmai un insulto civile all'intero paese da parte di coloro che, utilizzando le loro cariche politiche, hanno tradito il mandato elettorale, rubando a mambassa".

E ricorda le parole di Borrelli, quando sostiene che i magistrati di Milano non hanno fatto nessuna rivoluzione, ma hanno cercato di restaurare la legalità.

Il procuratore capo di Torino Marcello Maddalena tiene a specificare che i magistrati non sono in guerra con nessuno e non devono esserlo.

Inoltre aggiunge "Purtroppo, o per fortuna, il magistrato non cerca il consenso nè gli applausi e la sua legittimazione non avviene con il consenso popolare, che come disse Pier Camillo da Vigo, nella storia scelse Barabba e Gesù Cristo".

Maddalena ricorda Pertini, quando, presidente della Repubblica, diceva che il magistrato non solo deve essere imparziale, ma deve anche apparire imparziale e "per questo oggi deve rifiutare ogni connotazione di carattere politico".

Riconquistare l'informazione Flores D'Arcais sostiene con vigore che la civiltà occidentale è nata dalla lotta all'intolleranza, ai monopoli e per una democrazia effettiva, contro l'idea di chi comanda e gli altri obbediscono e aggiunge: "Dobbiamo contrastare la massa di menzogne che ci provengono dal monopolio dell'informazione".

A questo proposito il direttore di Micromega confronta il libretto che Berlusconi aveva mandato durante la campagna elettorale a tutte le famiglie italiane, con i giornali della propaganda rumena al tempo di Ceausescu, accusando entrambi di "manipolare l'informazione".

"Per cominciare a sgretolare questa manipolazione - afferma Flores D'Arcais - dobbiamo rimpossessarci delle nostre armi civili di cittadini, dando voce all'opposizine civile, visto che l'opposizione ormai non esiste più".

Micromega ha cercato di lanciare l'idea di fare in modo che tutte le iniziative spontanee avessero un punto d'incontro comune.

Sabato 23 febbraio al Palavobis di Milano ci sarà una giornata per "riaffermare che c'è un'Italia che crede alla legalità".

Con l'occasione verrà lanciata una campagna referendaria "contro alune leggi incivili fatte da questo Governo e che non sono tollerabili".

"Ritrovare la fiducia di fare" Flores D'Arcais ricorda quando più di una generazione fa, una stagione di referendum "cambiò il volto di un paese e che segnò la fine di un'epoca".

"Questo può di nuovo accadere - aggiunge - se lo strapotere delle tv non ha fatto sì che Berlusconi controlli le coscienze di questo paese, dobbiamo ritrovare la fiducia di fare".

Antonio Di Pietro ammette che non aver affrontato la questione del conflitto di interessi quando la sinistra era al governo è stata una "grossa mancanza, una perdita politica grave per la sinistra, perchè non solo ha permesso che la destra facesse una legge come più desiderava e tutte le conseguenza, come la legge sulle rogatorie, ma ha addirittura legittimato questa situazione".

Aggiungendo che se una persona vuole rappresentare le istituzioni ha il dovere di mettersi a disposizione dei giudici, non di combatterli.

Di Pietro, d'accordo con l'iniziativa di Micromega, afferma: "Il 23 febbraio non si festeggeranno i 10 anni di Mani Pulite, ma si darà un'arma ai cittadini per far capire alle istituzioni che non possono fare le leggi per conto proprio, perchè non abbiamo un'opposizione che presenti un disegno di legge e che monti questi casi di ingiustizia".

L'ex magistrato continua: "Dobbiamo far capire agli italiani che sono stati politicamente truffati, a causa anche di questo sistema di informazione, quindi - conclude Di Pietro - abbiamo deciso di compiere un'opera di informazione capillare di passaparola, per rilanciare la questione morale".

"E' necessario rilanciare temi fondamentali della quastione morale, e proprio noi della sinistra civile dobbiamo farlo".

Marco Travaglio, giornalista di Micromega che in passato aveva creato scalpore alla trasmissione di Luttazzi Satyricon, in cui accusava Berlusconi di collusione con la mafia, dopo aver dato la sua interpretazione del caso Sme e aver commentato il provvedimento sulle rogatorie, cerca di spiegare il motivo per cui è stata lanciata l'iniziativa del suo periodico: "Siamo qui perchè ci avevano racontato che c'era la mafia e che andava combattuta per poi dirci che bisognava conviverci - afferma Travaglio - siamo qui anche per far valere dei processi, non per far festeggiare le manette, ma per festeggiare che la legge è uguale per tutti e il fatto che siano gruppi civili e non partiti politici ad organizzare queste cose dimostra che non stiamo cercando di fomentare la 'guerra civile' come è stata definita".

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