06 FEB 2002

Radicali: Intervista a Nikholai Khramov sulla situazione in Russia e in Cecenia

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 43 min 37 sec
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Le lotte per la libertà in Russia e in Cecenia raccontate dal coordinatore dei radicali in Russia Roma, 6 febbraio 2002 - In seguito alla chiusura dell'unica televisione indipendente russa TV6 i cittadini hanno perso qualsiasi possibilità di avere informazioni che non siano di regime, annientando inoltre l'attenzione sulla situazione della guerra in Cecenia.

L'associazione antimilitarista radicale in Russia sta cercando di mantenere viva l'opinione pubblica sui problemi e sulle ingiustizie del paese nuovamente delegittimato, con iniziative non-violente.

A parlarne è Nikolaj Khramov, membro
della direzione straordinaria del Partito Radicale Transnazionale e coordinatore dei Radicali in Russia, in un'intervista ad Ada Pargliarulo.

"Dobbiamo constatare che dopo la chiusura del 21 gennaio di TV6 lo Stato ha il monopolio completo della copertura televisiva nazionale - esordisce Khramov - dal momento che TV6 era l'unico canale che poteva portare qualche informazione diversa da quella governativa sulla situazione in Cecenia".

Il coordinatore dei radicali in Russia afferma che questa chiusura è un episodio nella guerra tra Berezowskiy e Putin, che "il governo conduce non solo contro la Cecenia, ma anche contro i cittadini russi, togliendo loro la possibilità di informazione".

Berezowskiy minaccia Putin Brezowskiy da Londra ha minacciato di mandare le prove che gli attentati a Mosca del '99, attribuiti ai ceceni, sono stati commissionati dai servizi segreti russi.

"Ora però in Russia non si parla più di questo" dice Kramov.Khramov conferma il giudizio per il quale Brezewoskiy sa molte cose di quanto accaduto nel 1999 dal momento che all'epoca era una figura molto importante.

Ora, però, senza una televisione indipendente - denuncia Khramov - questa "verità" sarebbe condannata ad essere una non-notizia.

L'evoluzione della situazione in CeceniaQuanto alla sanguinosa situazione cecena, Khramov ricorda che l'anno scorso Mosca decise di riavviare i negoziati, con un rappresentante del Kremlino e uno di Mashkadov, presidente ceceno legittimamente eletto sotto la supervisione dell'Onu e riconosciuto dal Governo russo sino al 1999.

Infatti - ricorda Khramov - alla fine del 2001 il Consiglio d'Europa avvia un gruppo di lavoro misto di parlamentari del Consiglio e della Duma che il 23 gennaio scorso ha adottato una risoluzione finale nella quale si "saluta l'iniziativa di Putin di incontrare i rappresentanti di Mashkadov, presidente legittimamente eletto" e si incoraggiano queste iniziative.

Al contempo però, il 23 gennaio Mosca convoca l'Ambasciatore britannico per notificargli la protesta del Kremlino perchè a Londra è stato incontrato Zakaiev, la persona indicata per riaprire i negoziati.

"Zakaief diventa improvvisamente il nuovo terrorista" rileva Khramov.

Le motivazioni di questo cambio di rotta per Khramov sono riconducibili alle alleanze mondiali antiterrorismo realizzatesi dopo l'11 settembre: "Putin e il suo Governo - rileva Khramov - hanno avuto qualche illusione sulle possibilità di ottenere sostegno morale e politico da parte dell'occidente e questo atteggiamento buonista dell'occidente ha permesso alla Russia di stringere ancora di più la morsa sulla questione cecena, prima di tutto tramite i mass media indipendenti, zittendo la voce dell'opposizione e cambiando radicalmente l'opinione pubblica".

"Nonostante questo - afferma Kramov - non tutti i paesi occidentali hanno dimenticato ciò che succede in Cecenia".

Ad esempio il governo americano "ha fatto capire la sua posizione contro la violazione sui diritti umani" e per questo i russi hanno pensato di reiniziare i negoziati.

L'attività dell'Ara Khramov racconta che i radicali russi stanno cercando di mantenere alto l'interesse sui problemi in Cecenia, ad esempio con attività di volantinaggio, raccolta firme, distribuzione di adesivi.

Il 23 febbraio in Russia è giornata di festa nazionale, definita oggi 'giornata del difensore della pace'.

L'Ara terrà un comizio nello stesso giorno nella piazza centrale, contro la guerra in Cecenia, al quale parteciperanno importanti personalità che lottano sul fronte diritti umani.

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