13 APR 2002

Sdi: Secondo Congresso (II giornata, II sessione, intervento di Giuliano Amato)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 24 min

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Riscoprire il riformismo e portarlo come arma di forza alla coalizione del centro sinistra, per una nuova unità, per riscoprire un futuro comune.

L'Europa ha un ruolo fondamentale, sia nella costruzione dell'unità della sinistra italiana, che come interlocutore sul fronte mediorientale.

Questo l'intervento di Giuliano Amato alla seconda giornata di congresso.Genova, 13 aprile 2002 - Proseguono i lavori del secondo congresso dei Socialisti Democratici Italiani, che hanno visto la partecipazione del vice presidente della Convenzione Europea Giuliano Amato.Il dibattito del congresso si è
focalizzato in particolar modo sui cambiamenti che lo Sdi intende attuare in chiave riformista, senza perdere quei valori tipici della storia socialista, motivo per cui i socialisti democratici hanno deciso di restare nell'Ulivo, nonostante la difficile strada di rinnovamento da percorrere.

Per questo intende dare il suo apporto di nuovo riformismo al passo avanti che lo schieramento di sinistra sta cercando di attuare.Massimalismo e riformismo nella storia socialistaAmato, legato da sempre alla storia e ai valori socialisti, ha voluto iniziare il suo intervento ripercorrendo la strada dei socialisti "segnata dal complesso e difficile rapporto tra massimalisti e riformisti: la parte migliore della nostra storia - ha detto Amato - che ha potuto avvalersi della sensibilità dei massimalisti a quella che si chiamava 100 anni fa la questione sociale e quindi il messaggio che essi attraverso il partito socialista trasmettevano ai riformisti e la capacità dei riformisti, non dei massimalisti, di dare risposte a quei problemi"."Il riformismo è passione - ha aggiunto il vice presidente della Convenzione - visione nel futuro, capacità di rispondere a bisogni profondi, il riformismo non vive nel chiuso delle istituzioni in cui pure deve essere per fornire le sue risposte"."Senza un retroterra - ha proseguito - il riformismo si estingue, diventa esangue e il retroterra senza il riformismo rimane quello che è, un retroterra che non riesce ad esprimere le soluzioni di problemi che pure sa manifestare".Per tutti questi motivi Amato sostiene che oggi massimalismo e riformismo debbano essere ricondotto verso la stessa strada, perchè "occorre essere sensibili ai cambiamenti che la società ci mette davanti e mai come oggi occorre essere riformisti per corrispondere a questi cambiamenti"I tempi sono cambiati: cenni sull'articolo 18"Oggi - ha proseguito l'ex presidente del Consiglio - non sono tempi da ordinaria amministrazione: davanti a quello che succede nelle coscienze di milioni e milioni di persone che vivono intorno a noi, che vivono con noi, c'è l'aspettativa di qualcosa di diverso da ciò che è stato in passato, perché è diverso il presente che queste persone stanno oggi vivendo".E questo presente incerto Amato, senza nominarlo esplicitamente, lo rispecchia anche nella proposta di abolizione dell'art.18: "Il lavoro oggi c'è domani non c'è,""Ai nostri tempi - ricorda Amato - potevi non avere un posto di lavoro, ma se ce l'avevi era una certezza e ci impostavi anni di vita sopra; ora i giovani ci impostano i mesi, hanno proprio la transitorietà incorporata, pensano in questi termini ed è la vita che cambia nella sua interezza e se salta anche fuori che si è pure licenziabili allora si incazzano tutti furiosamente".Amato ricorda però di avere presentato una controproposta: "Si tratta di costruire nuovi diritti del lavoro, Amato e Treu hanno provato a scriverli, ma stanno in un casseto in attesa che l'Ulivo li tiri fuori".Ritrovare l'unità "uscendo dal passato"Il vice presidente della Convenzione europea sostiene che l'unico modo che l'Ulivo ha di "uscire dal passato"e di ritrovare l'unità, è cercare di proiettarsi verso il futuro: "Lo Sdi ha difeso il passato nel modo migliore e difeso la dignità umana e politica dei compagni che ci hanno lasciato e non ci sono più".

"Ora - ha detto con veemenza Amato rivolgendosi ai compagni socialisti - dovete entrare nel futuro e sintonizzare voi e il contributo che potete dare alla costruzione del progetto socialista del 21 secolo, dovete concorrere voi stessi a fornire l'Ulivo di quelle nuove più giovani leve alle quali dovremmo affidare l'Ulivo stesso per le prossime sfideMO: l'Europa ha un ruolo fondamentaleAnche Amato, come già aveva fatto ieri Rutelli nel suo intervento, ha voluto accendere un faro sulla situazione in Medio Oriente: "Sharon opera nei campi profughi in modo inconcepibilmente, ignaro della storia che rappresenta e dei diritti umani che ha davanti".

"Arafat - ha proseguito - copre fatti abnormi dal punto di vista umano, come i terrorirsti-bomba che si privano della loro vita per eliminare altre vite, che sono stati addestrati per fare questo, che sono stati fanatizzati perchè arrivassero a fare questo""Tocca a noi - ha dichiarato il vice presidente della Convenzione- dire che è inconcepibile: ho colto da una parte dell'opinione europea e da una parte della sinistra italiana in particolare un atteggiamento che mi ricordava quello che si teneva con i compagni che sbagliano, questo è inammissibile"."Tocca a noi dirlo - ribadisce - e non mi basta che si dica che si è per i due Stati perché vedersi fronteggiare queste due violenze significa trovarsi davanti ad una tragica impossibilità e qui occorre che si intervenga con autorevolezza, io credo che Kofi Annan abbia ragione quando dice che continuando le cose così una forza lì deve esserci violando quello che è stato il bilateranismo pluriennale della gestione di quella situazione".

Parlando in veste di vice presidente della Convenzione, a proposito del rapporto tra Europa e Medio Oriente, Amato ha ribadito: "Ci serve che l'Europa abbia voce e ci serve l'equilibrio che l'Europa può portare in questa circostanza, ma deve avere l'autorevolezza per farlo, deve riuscire ad arrivare ad avere una politica estera davvero comune ed ad avere qualcuno che la rappresenti".

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