12 MAG 2002

Radicali: Manifestazione ad Assisi «Non c'è pace senza libertà»

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 17 min
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"Non c'è pace senza Libertà", ma soprattutto senza democrazia in Medio Oriente, perché l'unica pace è quella che si conquista riconoscendo il diritto alla vita e la vita del diritto, per tutti i cittadini, arabi e israeliani.

Assisi, 12 maggio 2002 - Radicali Italiani si sono recati oggi ad Assisi per un convegno dal titolo "Non c'è pace senza Libertà", con lo scopo di fare luce sulla situazione in Medio Oriente e per rispondere alla marcia Perugia Assisi.

"Non c'è pace senza libertà", questo lo slogan che i radicali hanno scelto di usare come sfondo e come tema principe del convegno,
in contrapposizione a coloro che si definiscono pacifisti in nome della difesa dei diritti dei palestinesi ad avere un loro Stato e in nome della pace in Medio Oriente, senza però considerare che sono proprio i dirigenti palestinesi a non creare questo stato di diritto.

Pacifisti: vittime di ignoranza "Bisogna fare una differenza tra il movimento pacifista e i portatori della pace" dice Marco Pannella "Il tremendo del movimento pacifista - spiega il leader radicale - è che è ancora il simbolo, l'archetipo, il mito sotto il quale l'ignoranza fa accorrere le donne, gli uomini e i giovani di buona volontà e li fa artefici dell'opposto di quello che loro credono di volere, o credono di costruire, essendo causa di quello contro cui loro si muovono costantemente".

"Non c'è pace senza libertà, non c'è pace senza democrazia - ripete Pannella - oggi siete tutti vittime della società della non comunicazione e della società dell'ignoranza, fondando sull'ignoranza dei sentimenti e dei risentimenti e non fondata sulla lucida tolleranza che consente solo le grandi visioni".

La grande visione La grande visione è, secondo Pannella, che il Medio Oriente si isrealizzi, che utilizzi lo Stato ebraico come vera testa di ponte democratica tra i paesi dell'occidente e i paesi arabi, che faccia valere gli stessi diritti di libertà e di responsabilità.

Il Segretario di Radicali Italiani, Daniele Capezzone, spiega infatti: "Occorre che il territorio di Israele sia considerato territorio europeo e che norme europee vengano considerate norme valide anche su quel territorio" perché questa è anche "la battaglia per la libertà e la democrazia dei palestinesi", ricordando la proposta che Marco Pannella fece più di 20 anni fa, cioè di far entrare Israele nell'Unione Europea.

Sparare una sola parola: Pace I radicali sono quindi ad Assisi anche per i palestinesi, contro i pacifisti che marciano fuori dalle finestre del convegno, che se solo avessero la possibilità di ascoltare le parole dette in queste sale secondo Pannella "le condividerebbero" "Da queste finestre - afferma il Leader radicale - potremmo sparare simbolicamente parole, ai piedi, alla coscienza, all'udito di ciascuno di coloro che marciano".

"C'è da sparare una sola cosa - dice - Pace? Sì, non c'è pace senza libertà, basta sparare questo, basta che l'eco arrivi dove non v'è diritto di libertà e non può esservi diritto di libertà, dove non vi sia assicurata vita del diritto, lì non c'è pace".

La battaglia dei Radicali Capezzone spiega quindi quali sono queste parole che aprono le porte alle battaglie di libertà e di democrazia per il Medio Oriente: "Fare quella battaglia significa conquistare qualcosa non solo per gli israeliani, significa - ed ecco perché non solo pace ma pace più libertà - fare una battaglia di libertà e di democrazia per il 100% dei cittadini di quell'area e quindi innanzitutto per i palestinesi".

Per Capezzone questa è una battaglia affinché Arafat possa essere un presidente democraticamente eletto dai palestinesi , è una battaglia contro l'applicazione selvaggia della pena di morte, perché non ci siano doppiezze o triplezze nell'uso della comunicazione da parte di Arafat, ma è soprattutto una battaglia per rimuovere quello stato di guerra permanente di cui Arafat ha bisogno, "perché, in fondo - conclude Capezzone - se avesse accettato le condizioni di Barak a Camp David, sarebbe venuto per lui il momento del governo, di assicurare pane, diritto, riforme al suo paese".

Cosa divide i radicali e i marciatori Quello che divide radicali e marciatori è quindi il fatto che "noi nel nostro piccolo - afferma Yasha Reibman, consigliere regionale della lista Bonino - stiamo cercando di lottare per cui il futuro Stato palestinese non sia l'ennesima dittatura del Medio Oriente, ma possa essere uno stato di diritto e per questo l'ingresso di Israele nell'Ue potrebbe costituire le condizioni per creare democrazia, diritti e libertà anche in Medio Oriente, anche per quei cittadini".

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