29 MAG 2002

Governo: «Parliamoci chiaro» incontro dell' Associazione Industriali con Gianfranco Fini

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Bilancio di un anno di lavoro del Governo: pro e contro di una politica di centrodestra secondi il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini.

Reggio Emilia, 29 maggio 2002 - Il vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini, intervistato da Enrico Cisnetto, fa il punto della situazione su un anno di governo di centrodestra: i passi avanti e le promesse non ancora mantenute.

Maggior prestigio internazionale Secondo Fini il bilancio che il governo porta del suo primo anno di lavoro "può essere considerato positivo", in particolare per il ruolo che l'Italia è riuscita a guadagnarsi sul fronte
internazionale, dimostrato soprattutto dal meeting di Porto di Mare e dalla vicenda di 13 palestinesi della basilica della Natività.

"E' un'Italia protagonista o co-protagonita nello scenario internazionale - afferma Fini - quindi i dubbi che accompagnavano il governo Berlusconi, sono stati ampiamente smentiti: un anno dopo si può dire che abbiamo fatto quello che bisognava fare".

I ritardi del Governo Il Vicepresidente del Consiglio fa anche un mea culpa, ammettendo che non tutte le promesse fatte con il contratto con gli elettori sono state rispettate, in particolare per ciò che riguarda la pressione fiscale.

"Dobbiamo ridurre il gettito fiscale - dice - mettendo in moto un circolo virtuoso con lo scopo di far crescere i consumi".

"Il primo obiettivo è il pareggio di bilancio - prosegue - avvio della riforma fiscale con una maggiore produzione e quindi una maggiore ricchezza".

I rapporti con le parti sociali: art.

18 e sciopero generale Fini spiega poi che il Governo ha comunque fatto molti passi avanti, in particolare per ciò che riguarda i rapporti con le parti sociali del paese, "non più di sudditanza, ma di dialogo, senza stare fermi al primo no, ma con la capacità di andare avanti lungo la strada che delineata, cercando comunque di avere il massimo consenso sociale possibile".

A questo proposito Fini si sofferma sulle questioni delle riforme del lavoro, in particolare sull'articolo 18 e sullo sciopero generale.

"Gli scioperi generali ripetuti e costanti - spiega Fini - sono fatti senza considerare che i lavoratori sono molto più attenti ai loro interessi, quindi - prosegue - lo sciopero è un diritto sacrosanto, ma appena il lavoratore intuisce che lo sciopero è solo di natura politica e di parte e che la sua busta paga ogni mese diminuisce, probabilmente capisce da che parte stanno i suoi interessi".

La legge sull'immigrazione Ulteriore punto di orgoglio del Vicepresidente è la legge sull'immigrazione, in questi giorni al voto in Parlamento.

"L'immigrato integrato che lavora, non crea alcun problema: parità di diritti e di doveri", afferma e spiega che i problemi si cerano quando il numero di immigrati nella società diventa superiore al numero di coloro che vengono integrati, "la legge per questo accoglie solamente chi ha il contratto di lavoro, in accordo con le regioni, questi lavoratori verranno poi integrati anche con corsi di formazione".

Immigrazione, mercato del lavoro, rapporti con le parti sociali, questi quindi i punti che Gianfranco Fini reputa prioritari come prossimi appuntamenti del governo, confermando che, anche se con un po' di ritardo, il contratto stipulato con gli elettori, "nell'ottica di dell'intera legislatura", sarà rispettato.

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