02 GIU 2002

Radicali Italiani: Comitato Nazionale (IV gioranta, conclusioni)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 43 min
Organizzatori: 

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Capezzone conclude chiedendo che la questione della legalità divenga la priorità del partito.

Approvate alcune modifiche statutarie, tra cui nuove elezioni online per 10 membri del prossimo comitato nazionale.

Roma, 3 giugno 2002 - I lavori del comitato naziona di Radicali Italiani si sono chiusi al termine di quattro giorni di dibattito con l'approvazione all'unanimità della mozione generale (vai al testo).

Il dibattito nel comitato si è a lungo soffermato sull'attuale condizione dei radicali e sul necessario potenziamento politico ed organizzativo per affrontare le prossime battaglie, tra
cui anche la possibilità di una iniziativa referendaria, rispetto alla quale resta da verificare la praticabilità con l'obiettivo della consegna delle firme entro la scadenza del prossimo 30 settembre.

Il partito della legalità e delle riforme Riforma elettorale, giustizia, economia, diritti civili: per i radicali i fronti di lotta rimangono tutti intatti, così come confermate appaiono le ragioni a sostegno delle proposte che si sono andate accumulando nel corso degli anni.

Il fulcro dell'iniziativa radicale, però, resta quello legato all'inscindibile binomio legalità-informazione: se Pannella, nel suo intervento del pomeriggio di venerdì (vai al servizio correlato) aveva richiamato il partito a porre al centro della propria strategia "il problema di come ottenere il massimo di comunicazione possibile", per scongiurare il rischio di definitiva marginalizzazione, il segretario, nella sua replica odierna ha esplicitamente posto in cima alle priorità di Radicali Italiani la questione della lotta alla legalità.

"Dobbiamo condurre l'esperimento di un soggetto politico che abbia la questione della legalità come priorità" - ha detto Capezzone - e questo non solo per una questione di giustizia, ma anche per convenzienza, "perché - ha aggiunto - questo soggetto politico deve capire che se non fa quella battaglia e non ci prova, non ha scampo in nessuna competizione elettorale neanche condominiale".Il Satyagraha di Pannella con i detenuti La questione della legalità, del resto è plasticamente rappresentata da Marco Pannella giunto a 51 giorni di sciopero della fame (con l'aggravio di sette giorni di sciopero della sete, a fronte di due brevi interruzioni), e che guida insieme ad oltre 5000 cittadini, il Satyagraha  per la legalità costituzionale, che, dopo il raggiungimento dell’obiettivo del plenum della Consulta, ha lo scopo di ottenere una decisione del Parlamento sulla questione dei 13 seggi della Camera dei Deputati non assegnati, ad oltre un anno dalle elezioni.

Nella mozione, in particolare un "commosso ringraziamento" è dedicato ai detenuti, tra cui moltissimi extracomunitari di più continenti, che rappresentano oltre la metà dei partecipanti al Satyagraha, cui ulteriore obiettivo è la richiesta dell'intervento del presidente della Repubblica da cui il leader radicale continua ad esigere quel messaggio alle Camere preannunciato da quasi due mesi e rimasto invece lettera morta.

Epilogo all'altare della patria Quasi ad accogliere l'invito del segretario ed ha rappresentare anche visivamente il sostegno al Satyagraha, il Comitato Nazionale si è recato all'altare della patria per depositare una corona di fiori, "Per una Repubblica della legalità".

"Proprio nel giorno in cui si celebra la festa della Repubblica - si legge nella mozione generale che il comitato aveva approvato pochi minuti prima - la persistente riduzione delle istituzioni a meri luoghi di ratifica delle decisioni assunte dalle segreterie dei partiti, e la permanente e generalizzata volontà di subordinare il ripristino perfino di elementi minimi, simbolici, di legalità costituzionale alla capacità dei partiti di trovare un’intesa su un “papocchio” di loro gradimento".

leggi tutto

riduci