11 LUG 2002

Savoia: La Camera approva in via definitiva il rientro degli eredi al trono

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La Camera ha votato oggi un ddl che abroga l'esilio dei Savoia.

La casa reale, dopo il referendum confermativo, potrà tornare in Italia.

Roma, 11 luglio 2002 - La Camera ha deciso in via definitiva di far rientrare gli eredi al trono dei Savoia in Italia.

Con 347 favorevoli, 69 contrari e 44 astenuti, cessano gli effetti dei primi due commi della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione, anche se tecnicamente non vengono abrogati.

Il referendum confermativo Infatti nella terza lettura al Senato e oggi alla Camera non è stata raggiunta la maggioranza qualificata dei due terzi,
aprendo quindi la strada ad una possibile richiesta di referendum confermativo, come era successo per la legge costituzionale sul federalismo.

Se nessuno chiederà però di ricorrere alle urne trascorsi tre mesi dal voto di Montecitorio la legge verrà promulgata dal Presidente della Repubblica.

Un lungo iter parlamentare Fu il governo Prodi a compiere il primo passo concreto verso la cancellazione dell'esilio dei Savoia, presentando in Consiglio dei ministri il 9 maggio del 1997 un ddl di riforma costituzionale.

Il disegno di legge approvato cinque anni fa abrogava il divieto d'ingresso nel territorio nazionale agli ex re di Casa Savoia, le loro consorti e i discendenti maschi, contemplato nel secondo comma della XIII disposizione.

Ma non il primo comma, che priva figlio e nipote di Umberto II del diritto attivo e passivo di voto.

Il secondo importante tentativo fu quello compiuto lo scorso anno con il governo Amato, che il 7 febbraio si rivolse al Consiglio di Stato per verificare se esisteva la possibilità di far rientrare in Italia i Savoia, aggirando il complesso meccanismo di riforma costituzionale previsto dall'art.

138 della carta.

Il supremo giudice amministrativo rimetteva la soluzione della questione al legislatore.

Il Governo Berlusconi bis ha ripreso in mano la faccenda.

Il primo ddl anti-esilio venne presentato in Senato ai primi di giugno di un anno fa.

Ne sono seguiti altri sette.

E il 31 gennaio scorso l'aula di palazzo Madama ha discusso il testo elaborato dalla prima commissione, che poi venne votato il 5 febbraio in Senato, ottenendo oltre i due terzi dei sì, in aprile alla Camera a maggioranza ma non qualificata, poi a Palazzo Madama, senza raggiungere il quorum della volta scorsa.

Oggi l'Ultimo sì di Montecitorio.

La soddisfazione di Vittorio Emanuele "Viva gioia e profonda e sincera gratitudine ai parlamentari di ogni schieramento" sono stati espressi oggi da Vittorio Emanuele di Savoia dopo l'odierno voto positivo sul rientro dei Savoia in Italia.

Vittorio Emanuele ha quindi dichiarato: ''Con mia moglie Marina e nostro figlio Emanuele Filiberto abbiamo appreso con viva gioia il risultato dell'ultimo passaggio per l'abrogazione dei primi due commi della XIIIa Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione".

"In questa circostanza - ha proseguito in un comunicato - desideriamo esprimere la nostra profonda e sincera gratitudine al Governo ed ai parlamentari di ogni schieramento che col loro impegno ed esprimendosi favorevolmente alla modifica Costituzionale hanno saputo portare a conclusione questo lungo percorso legislativo".

"Continuano a separarci dalla nostra amata Patria altri tre mesi di trepida attesa, durante i quali ci auguriamo vivamente non si creda necessario avviare una costosa consultazione referendaria".

"Mio figlio - ha concluso l'ex erede al trono d'Italia - desidera solo poter presto conoscere l'Italia mentre io vorrei finalmente rivedere, da cittadino Italiano, i luoghi della mia infanzia".

Vittorio Emanuele è partito dall'Italia all'età di 9 anni, nel 1946, e da più di mezzo secolo non rivede il Bel Paese.

Emanuele Filiberto non ha mai calpestato il territorio italiano, pur essendo cittadino.

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