02 AGO 2002

Strage di Bologna: Ventidue anni dall'attentato

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 sec

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Ventiduesimo anniversario dalla più grave strage italiana: il 2 agosto 1980 scoppia una bomba alla stazione di Bologna, 87 morti e 177 feriti.

Roma, 2 agosto 2002 - E' il 2 agosto 1980, è mattina e la stazione centrale di Bologna, il principale nodo ferroviario del Nord Italia, è piena di gente e di treni in arrivo e in partenza.

Alle 10,25 una bomba di eccezionale potenza scoppia nella sala d'attesa di seconda classe.

L'esplosione, che investe anche alcuni vagoni fermi sotto la pensilina, provoca una strage: 87 morti e 177 feriti.

Si tratta del più grave attentato mai compiuto in Italia, di
un eccidio non casuale, basti pensare alla scelta di una stazione ferroviaria così importante e affollata in un giorno di punta del traffico estivo, che provoca un ondata di shock ma anche di sdegno e rabbia in tutto il Paese.

Ipotesi di verità Perché questa strage? Chi l'ha voluta e chi ha messo la bomba? Queste sono domande che tormenteranno tutti gli italiani per molto tempo e alle quali, purtroppo, ancora oggi è difficile rispondere.

La strage si inserisce in un momento molto difficile nella storia italiana degli ultimi cinquanta anni.

Siamo nei cosiddetti "anni di piombo", tensione che ha caratterizzato gli anni '70 e i primi anni '80, quando il Paese è attraversato da una crisi economica e da gravi contrasti sociali.

Con il passare del tempo numerose ipotesi sono state avanzate riguardo il possibile coinvolgimento di elementi diversi dall'estremismo politico in questo come di altri tragici eventi che hanno insanguinato quel periodo.

Dopo una serie interminabile di processi sono stati condannati con sentenza definitiva, in quanto esecutori materiali, due esponenti dello spontaneismo armato neofascista: Valerio Fioravanti e Francesca Mambro che da sempre protestano la loro innocenza.Mambro e Fioravanti: condannati innocenti? Una tormentatissima istruttoria durata sei anni.

Cinque gradi di giudizio.

Un iter processuale cominciato nel 1987, a 7 anni dall'eccidio e conclusosi in Cassazione, nel 1995, con due code dibattimentali che hanno ancor più indebolito l'impianto accusatorio.

Cionostante sembrerebbe che per la più tremenda delle stragi che l'Italia abbia mai vissuto sia stato raggiunto un certo grado di verità.

Eppure così non sembra.

In primo luogo non esiste alcun mandante per quella bomba nella valigia che esplose alle 10.23 di un tranquillo sabato di agosto.

A 22 anni da quella esplosione non si sa né chi la ordinò, né a che tipo di strategia rispondesse un simile massacro.

Nessun mandante, quindi, anche perché Francesca Mambro e Valerio Fioravanti sono stati condannati con sentenza definitiva solo come esecutori materiali della strage.

Esecutori perché e per conto di chi? Condannati, ma per depistaggio, due arnesi della loggia P2 e due ufficiali del SISMI, il servizio segreto militare.

Una ricostruzione minuziosa e dettagliata di tutte le imprese criminali da loro portate a termine, l'ammissione - senza reticenze - delle loro responsabilità penali e politiche, l'espiazione delle condanne che diversi tribunali hanno loro inflitto: Francesca Mambro e Valerio Fioravanti hanno pagato (e ancora stanno pagando) i loro conti con la giustizia.

Hanno spiegato come e perché dettero vita ad una banda armata denominata NAR (Nuclei armati rivoluzionari), hanno raccontato come e perché decisero di uccidere magistrati, poliziotti, "pentiti", avversari politici, hanno narrato fin nei minimi particolari le rapine con cui si autofinanziavano e che spesso finivano in maniera cruenta.

E per tutti i fatti loro attribuiti sono stati ampiamente condannati.

Una sola imputazione hanno sempre respinto con sdegno e veemenza: quella di essere gli esecutori della strage alla stazione di Bologna.

Incastrati soltanto sulla base di una testimonianza di un piccolo malavitoso e di un teorema giudiziario sviluppato negli anni - con gli immancabili aggiustamenti - dalla procura di Bologna, teorema, oltretutto, monco e spesso traballante, Mambro e Fioravanti sono stati condannati con sentenza definitiva della Cassazione.

leggi tutto

riduci