01 SET 2002

Festa dell'Unità: 1992-2002, 10 anni dalle stragi. La lotta alla mafia oggi

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 13 min

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A 10 anni dalle stragi di Capaci e via D'Amelio si discute sulle modalità di lotta alla mafia Modena, 1 settembre 2002 - Presso il Palaconad di Modena, dove è in corso la Festa dell'Unità, si è svolto il dibattito dal titolo "1992-2002 10 anni dalle stragi.

La lotta alla mafia oggi".

Hanno partecipato: Piero Grasso, procuratore di Palermo, Giuseppe Caldarola, deputato Ds, Giuseppe Lumia, ex presidente della Commissione Antimafia e don Luigi Ciotti, del gruppo Abele.

Le leggi del Governo Al centro del dibattito sono state le riforme del governo attuale per la lotta alla mafia.

Per il
procuratore capo di Palermo, Piero Grasso, le recenti leggi in materia di giustizia hanno indebolito la possibilità di azione dei magistrati.

E non basta: "I disegni di legge che vengono posti all'esame del parlamento - ha aggiunto Grasso - possono contribuire a togliere ulteriori strumenti.

L'introduzione del legittimo sospetto, poi, può incidere sulla capacità del giudice di essere imparziale o meno".

L'organizzazione antimafia Il dibattito si è poi centrato sull'organizzazione della lotta: "Alla mafia - spiega sempre Grasso - abbiamo dato parecchi colpi sotto la forma repressiva.

Sono stati condannati diversi mafiosi all'ergastolo, coperti tanti depositi di esplosivi e armi, arrestati tanti latitanti.

Pero' bisogna dire che da quello che sentiamo dalle indagini in corso, tutto e' ancora vivo.

Anzi si sta procedendo ad una ristrutturazione, ad una riorganizzazione", senza però menzionare il 41bis, cioè il regime penitenziario a cui sono sottoposti coloro che sono accusati di mafia.

"Dire che l'allarme sulla mafia può cessare - ha poi detto il procuratore capo di Palermo - vuol dire non comprendere cosa è la mafia".

L'organizzazione della mafia "Si parla di una forma di criminalità sociale, particolare, che ha una sua specificità - ha proseguito Grasso - quella soprattutto di entrare in un sistema di potere".

"Oltre al fine del profitto, che e' uno di quelli cruciali - ha spiegato Grasso - c'è quello di gestire il sistema di potere.

Questo è indipendente da omicidi e da tutta una serie di manifestazioni di violenza che possono si' impressionare l'opinione pubblica e determinare una forte repressione, ma che non influiscono sull'attività doppia della mafia".

"Anzi - ha quindi concluso - questo clima di silenzio, di invisibilità, aiuta, perchè i riflettori non sono puntati contro la mafia e le sue attività.

Quindi la 'pax mafiosa' aiuta l'organizzazione a raggiungere i propri fini.

La 'pax mafiosa' è l'espressione di questa situazione ottimale in cui lavora".

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