12 SET 2002

Protesta nelle carceri: I promotori smentiscono e diffidano i 'girotondisti'

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 8 min 24 sec
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Prosegue la protesta nonviolenta nelle carceri, ma i promotori avvertono: niente a che vedere con i girotondi, "e soprattutto con quelle loro componenti animate da pruriti giustizialisti" Roma, 12 settembre 2002 - "Preghiamo tutti, ma proprio tutti, di non cercare di attribuire al nostro movimento questo o quell'apparentamento con qualsivoglia girotondo o girotondino, e soprattutto con quelle loro componenti animate da pruriti giustizialisti, poiché ciò, quando non è una vera e propria provocazione, è semplicemente una stupidaggine al quadrato.

Noi ripetiamo che vogliamo discutere
apertamente con tutti i cittadini, qualunque siano le loro idee politiche e i loro credo religiosi, e questo faremo!!".

Così recita il comunicato di Papillon, associazione dedicata alla realtà e alle problematiche carcerarie, che ha lanciato per il 9 settembre scorso un'azione non-violenta "per chiedere alle Istituzioni e a tutto il mondo politico di proseguire con serietà e coerenza il ragionamento sulle necessarie e possibili soluzioni da dare ai tanti e drammatici problemi dell'universo penitenziario".

Le richieste di Papillon Arriva così una netta smentita alle affermazioni di molteplici esponenti del centrosinistra che avevano 'associato' il movimento di protesta sorto all'interno delle carceri alla manifestazione del 14 settembre, giungendo perfino a parlare di "girotondo dei carrelli nelle carceri".

In realtà, i promotori, ribadiscono la piattaforma della loro iniziativa, fatta di richieste ben precise: un indulto generalizzato di 3 anni, l'aumento della liberazione anticipata a 4 mesi, il passaggio della sanità penitenziaria al Servizio Sanitario nazionale, la riforma del codice penale, a partire dall'abolizione dell'ergastolo e dalla depenalizzazione dei reati minori, l'abolizione delle prescrizioni contenute nell'art.

41 bis, un aumento delle concessioni delle misure alternative al carcere, espulsione dei detenuti stranieri che ne facciano richiesta.

Radicali Italiani: "E' una vergogna" In effetti, anche se l'associazione promotrice della protesta carceraria con il suo comunicato ha voluto nettamente prendere le distanze, alcune altre associazioni dedicate alle realtà carcerarie hanno aderito alla manifestazione di Moretti e Flores D'Arcais.

La notizia è stata duramente stigmatizzata da Radicali Italiani, in particolare da Maurizio Turco e Sergio D'Elia, impegnati da molto tempo sul fronte carceri, i quali si congratulano con l'associazione promotrice per aver scelto di dissociarsi e giudicano "vergognosa" invece la decisione delle altre associazioni, di prendervi parte.

"E' una vergogna - si legge - la partecipazione alla manifestazione del 14 sulla giustizia promossa dai Girotondi di associazioni che operano anche all'interno delle carceri come Gruppo Abele, Antigone, Arci, Caritas, Ora d'Aria, Conferenza nazionale volontariato e Forum droghe".

"Ha fatto bene invece l'associazione Papillon - prosegue il comunicato - promotrice dello sciopero dei detenuti in corso in oltre 50 carceri italiane, a prendere le distanze nettamente da qualsivoglia girotondo e a diffidare i girotondini che entrano in questi giorni nelle carceri per solidarizzare coi detenuti a collegare la lotta di questi ultimi, vittime anche del giustizialismo di chi gira in tondo il 14 settembre, alla lotta dei loro persecutori.

Non si marcia coi boia e i torturatori!".

No alla strumentalizzazione L'iniziativa di Papillon, come ricorda il coordinatore Vittorio Antonini durante una puntata di «Radio Carcere» dedicata all'indulto, "ha seguito un dibattito che è durato 4 mesi, cominciato con la protesta intrapresa a Marassi, nel quale si chiese alle parti politiche di non reprimere i detenuti, ma di andargli incontro e discutere con loro sulle situazioni più difficili".

"Non stiamo chiedendo la luna - conclude Antonini - ma stiamo chiedendo una serie di obiettivi che sono praticabili, e intorno ai quali è possibile riaprire una discussione".

Per questo motivo, per la concretezza della protesta, Papillon ha deciso di smentire i girotondisti, al contrario rifiutando quello che viene giudicato come un tentativo di strumentalizzazione.

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