03 OTT 2002

Ricerca Scientifica: Dicussione alla Camera sulla moratoria Ue sulle cellule staminali embrionali

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 18 min 44 sec

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I Ds interrogano il viceministro Possa sulla decisione, presa in sede europea, di bloccare l'utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica.

Roma, 3 ottobre 2002 - Dopo la decisione dell'Unione Europea di bloccare per un anno la produzione di cellule staminali derivanti da embrioni e l'utilizzo degli stessi embrioni per la ricerca scientifica, il sottosegretario Guido Possa, ha dovuto rispondere alla Camera ad una interpellanza urgente su questo argomento, sollevata dalla deputata Ds Franca Chiaromonte.

L'interpellanza di Franca Chiaromonte L'interpellanza è volta a conoscere le ragioni, e
soprattutto il mandato, in base al quale il Governo italiano, isolato dal resto dell'Europa, ha chiesto di bloccare la ricerca sulle cellule staminali derivanti da embrioni sovrannumerari, "Sottolineo sovrannumerari - afferma Chiaromonte - perché si tratta di embrioni il cui destino è, in qualche modo, segnato".

L'esponente Ds ha ricordato anche il presidente di Radicali Italiani, affermando che le la ricerca sulle cellule staminali embrionali sono "speranza di vita di milioni di persone", e "bloccare la ricerca per uno o due anni può significare, come ricorda spesso il radicale Luca Coscioni, non solo la vita o la morte, ma anche una certa qualità della vita o un'altra qualità della vita".

La Commissione Ue ha deciso di bloccare la ricerca solo fino alla fine dl 2003, poi la discussione verrà ripresa e si deciderà di rendere questa moratoria definitiva oppure aprire le porte alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.

La decisione va contro la Commissione Dulbecco Ma per Chiaromonte non si tratta solo di una questione etica, la decisione presa in sede europea contraddice la decisione della Commissione Dulbecco, secondo cui quando "ci si trova di fronte a soluzioni dilemmatiche - come quella in cui ci si trova - se si esclude l'inazione - afferma Chiaromonte - bisogna bilanciare i valori in gioco, e la bilancia pende, a nostro avviso - parlando a nome dei Ds - così come secondo la risoluzione maggioritaria di quella commissione, a favore della destinazione di tali embrioni per una ricerca suscettibile di salvare la vita di milioni di esseri umani" "Gli embrioni soprannumerari sono destinati a morte certa - conclude la deputata Ds - Dunque, perché preferire quest'esito alla possibilità di destinare quegli stessi embrioni ad una ricerca volta a salvare vite e qualità della vita umana? Questa è la fondamentale domanda sottesa alla nostra interpellanza".

La ricerca potrà continuare Il viceministro Possa risponde: "Noi abbiamo approvato che si parta subito con ricerche utilizzanti cellule staminali derivate da embrioni umani purché la data di produzione delle cellule staminali stesse sia antecedente a quella del 30 settembre ultimo scorso".

Quindi questo presumerebbe che la ricerca sulle cellule staminali embrionali continua, purché queste non siano datate oltre quella data.

"Non si pone alcun bavaglio alla ricerca scientifica - afferma quindi Possa - perché linee di cellule staminali derivate da embrioni umani sono attualmente disponibili presso i principali centri di ricerca di tutto il mondo, per cui i nostri ricercatori, i ricercatori europei che vogliono fare ricerche su cellule staminali derivate da embrioni umani non hanno da fare altro che approvvigionarsene presso tali istituti, che sono ben disponibili a fornirle".

Nulla regge alla distruzione dell'embrione Possa spiega le motivazioni che hanno portato il Governo italiano ad adottare questa linea di condotta in sede europea: "Ogni embrione umano è un essere potenzialmente capace di svilupparsi in uomo - ha affermato Possa - quindi non vi è giustificazione scientifica che tenga e regga di fronte al fatto della sua distruzione".

"Perciò - prosegue - in nessun modo noi vogliamo che ci siano ricerche che comportino la distruzione, per il fatto stesso della ricerca, di embrioni umani vitali".

"Non vogliamo nemmeno che ci sia una relazione di causa ed effetto tra lo studio di derivati - come sono appunto le cellule staminali derivate da embrioni umani - da embrioni umani e la produzione di questi derivati, da cui la richiesta che la data della produzione delle cellule staminali derivate da embrioni umani sia certa e ben antecedente alla data della richiesta del contratto di ricerca, quindi, sia antecedente al 30 settembre 2002".

Una decisione coerente con la convenzione di Oviedo Secondo Possa questo sarebbe un quadro che risulta molto coerente con la convenzione di Oviedo, per l'articolo 18, comma 2; convenzione che esclude la possibilità di produzione di embrioni umani a fini di ricerca.

Quindi, per il Governo italiano, rappresentato in sede europea da Guido Possa, "non c'è, assolutamente, alcun bavaglio alla ricerca, assolutamente".

"La nostra posizione - conclude il Viceministro - non bloccherebbe, in alcun modo i ricercatori, né italiani né europei, anche se venisse mantenuta come tale dopo la sospensiva; la posizione italiana non è affatto una posizione isolata e retrograda ma è una posizione che difende principi importantissimi che hanno una vasta presenza nella legislazione europea attuale".

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  • Franca Chiaromonte, deputata Ds

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    0:00 Durata: 6 min 18 sec
  • Guido Possa, viceministro della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca scientifica

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