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Fassino e Rutelli alla fasta della Uil richiamano all'unità e alla concertazione come chiave per lo sviluppo e contro il declino del paese Torino, 22 ottobre 2002 - Durante la manifestazione al teatro Colosseo di Torino, organizzata dalla Uil e dal sindacato di categoria UilTucs (turismo, commercio e servizi), sono intervenuti, tra gli altri, Piero Fassino e Francesco Rutelli, leader del centrosinistra, che, coesi, hanno richiamato all'unità sindacale e alla concertazione, come strumenti per un rinnovato riformismo.
La Fiat è lo specchio del Governo Fassino ha voluto iniziare il suo … intervento affrontando la situazione della Fiat e paragonando la difficile realtà del Lingotto con la situazione economico-sociale che sta attraversando il paese.
"C'è un gap strutturale - afferma il segretario Ds - stiamo vivendo in un paese che ha investito in maniera inferiore, rispetto ai concorrenti stranieri.
in ricerca, innovazione e sapere e tutto questo si salda con altre strozzature e contraddizioni, che sul piano politico non hanno trovato più approdo".
Fassino accusa il governo di centrodestra di non essere stato in grado di prendere in mano le redini guida e di risolvere la questione dell'innovazione, chiave dello sviluppo, considerando il Governo "parte del problema".
"In un anno e mezzo il centro-destra ha prodotto dei risultati significativi e preoccupanti - e spiega - il più basso tasso di crescita degli ultimi 10 anni e il ristagno di produzione e consumi: dopo la politica di risanamento del centro-sinistra, in 18 mesi stiamo assistendo a una ripresa dell'inflazione e del debito pubblico".
Una Finanziaria sconcertante Per Fassino il Governo Berlusconi è stato attento a occuparsi esclusivamente dei problemi della giustizia e dell'informazione, avanzando una finanziaria "sconcertante, che penalizza in ogni direzione".
Fassino si riferisce in particolare ai tagli alla spesa sociale, perché "quando si tagliano le spese agli enti locali, significa avere meno risorse decisive per la qualità della vita delle famiglie italiane, facendo a cambio con una modesta riduzione dell'Irpef e dell'Irpeg e facendo finta di non vedere che le famiglie italiane pagheranno molto di più in termini di aumento di tariffe per prestazioni sociali e di servizi".
Concertazione e unità contro il declino del paese Il richiamo di Fassino è alla concertazione, come risultato all'avanzare della crisi non solo economica e politica, ma soprattutto civile, "che riduce la coesione sociale, riduce il senso di appartenenza ad una comunità, la capacità di tenuta sociale e della capacità di un paese di guardare avanti e vedere le sfide che deve affrontare, con una disaffezione e sfiducia delle proprie capacità, che porterà ad un vuoto con il quale il rischio è che il paese arrivi al declino.
Il rischio di declino per Fassino riguarda un paese che viene emarginato a livello internazionale, in termini di competitività sui mercato internazionali, e di veder ridotta la capacità di affrontare le sfide della globalizzazione.
Fassino afferma che l'unità e la concertazione sono gli unici ingredienti per una politica riformista del paese, di rinnovamento e di sviluppo in termini di qualità e produttività e capacità di dare al paese una vera alternativa programmatica.
I quattro punti: Mezzogiorno, innovazione, spesa sociale, concertazine Per questo Fassino disegna quattro punti principali: Il Mezzogiorno primo tra tutti: "E' stato emarginato in qualsiasi tipo di politica, e la finanziaria è la testimonianza di questo, con i finanziamento, gli aiuti e la distribuzione delle risorse per le infrastrutture.
Lo sviluppo dell'Italia deve essere lo sviluppo dell'intero paese".
Secondo punto riguarda l'investimento in formazione, innovazione, conoscenza, sapere: "Sono questioni fondamentali per un sistema produttivo economico e per un paese che si pone su un piano di concorrenza internazionale".
Terzo la spesa sociale che "non può subire una contrazione e una compressione" e quarto, la concertazione: "Non si governa un grande paese senza uno strumento della concertazione, deve essere uno strumento essenziale di rilancio della politica dello sviluppo, per rilanciare quelle intese e quelle scelte che, fondate sul consenso degli attori sociali, sono in grado di garantire il paese di una dinamica di sviluppo reale".
Il Patto per Forza Italia Rutelli gli fa eco e invoca anch'egli all'unità dell'opposizione e sindacale, e alla concertazione.
Secondo il leader della Margherita il Patto per l'Italia è "Il Patto per Forza Italia", riconoscendo alle parti sociali la capacità di aver fatto il possibile, ma accusando il governo di strumentalizzarlo politicamente per i propri fini.
"Cisl e Uil hanno ottenuto in questi mesi risultati negoziali importanti, a cominciare dalla modifiche all'articolo 18 che grazie alle forze sociali, sia a quelle che sono andate in piazza, sia a coloro che hanno negoziato, non sono neppure state depositate in Parlamento".
Manifestando, poi, apprezzamento per l'iniziativa, Rutelli ha sottolineato che "nella libertà d'azione del sindacato rispetto alla politica sta la vostra forza ed è importante questa separazione, tanto per la politica come per il sindacato, così come sono convinto - ha concluso - che sia un bene l'unita' sindacale: lo chiedono in tanti, i lavoratori, i pensionati e fra un po' lo chiederà anche la Confindustria che finora ha fatto di tutto spaccarvi ma ora non ne può più di avere tre piattaforme a ogni rinnovo contrattuale".
Rutelli chiarisce che se si vuole scegliere davvero la strada dell'unità "occorre il rispetto reciproco" e, come Fassino, invoca all'unità e alla concertazione come soluzione politica di opposizione e di alternativa reale per i cittadini.
La Fiat è lo specchio del Governo Fassino ha voluto iniziare il suo … intervento affrontando la situazione della Fiat e paragonando la difficile realtà del Lingotto con la situazione economico-sociale che sta attraversando il paese.
"C'è un gap strutturale - afferma il segretario Ds - stiamo vivendo in un paese che ha investito in maniera inferiore, rispetto ai concorrenti stranieri.
in ricerca, innovazione e sapere e tutto questo si salda con altre strozzature e contraddizioni, che sul piano politico non hanno trovato più approdo".
Fassino accusa il governo di centrodestra di non essere stato in grado di prendere in mano le redini guida e di risolvere la questione dell'innovazione, chiave dello sviluppo, considerando il Governo "parte del problema".
"In un anno e mezzo il centro-destra ha prodotto dei risultati significativi e preoccupanti - e spiega - il più basso tasso di crescita degli ultimi 10 anni e il ristagno di produzione e consumi: dopo la politica di risanamento del centro-sinistra, in 18 mesi stiamo assistendo a una ripresa dell'inflazione e del debito pubblico".
Una Finanziaria sconcertante Per Fassino il Governo Berlusconi è stato attento a occuparsi esclusivamente dei problemi della giustizia e dell'informazione, avanzando una finanziaria "sconcertante, che penalizza in ogni direzione".
Fassino si riferisce in particolare ai tagli alla spesa sociale, perché "quando si tagliano le spese agli enti locali, significa avere meno risorse decisive per la qualità della vita delle famiglie italiane, facendo a cambio con una modesta riduzione dell'Irpef e dell'Irpeg e facendo finta di non vedere che le famiglie italiane pagheranno molto di più in termini di aumento di tariffe per prestazioni sociali e di servizi".
Concertazione e unità contro il declino del paese Il richiamo di Fassino è alla concertazione, come risultato all'avanzare della crisi non solo economica e politica, ma soprattutto civile, "che riduce la coesione sociale, riduce il senso di appartenenza ad una comunità, la capacità di tenuta sociale e della capacità di un paese di guardare avanti e vedere le sfide che deve affrontare, con una disaffezione e sfiducia delle proprie capacità, che porterà ad un vuoto con il quale il rischio è che il paese arrivi al declino.
Il rischio di declino per Fassino riguarda un paese che viene emarginato a livello internazionale, in termini di competitività sui mercato internazionali, e di veder ridotta la capacità di affrontare le sfide della globalizzazione.
Fassino afferma che l'unità e la concertazione sono gli unici ingredienti per una politica riformista del paese, di rinnovamento e di sviluppo in termini di qualità e produttività e capacità di dare al paese una vera alternativa programmatica.
I quattro punti: Mezzogiorno, innovazione, spesa sociale, concertazine Per questo Fassino disegna quattro punti principali: Il Mezzogiorno primo tra tutti: "E' stato emarginato in qualsiasi tipo di politica, e la finanziaria è la testimonianza di questo, con i finanziamento, gli aiuti e la distribuzione delle risorse per le infrastrutture.
Lo sviluppo dell'Italia deve essere lo sviluppo dell'intero paese".
Secondo punto riguarda l'investimento in formazione, innovazione, conoscenza, sapere: "Sono questioni fondamentali per un sistema produttivo economico e per un paese che si pone su un piano di concorrenza internazionale".
Terzo la spesa sociale che "non può subire una contrazione e una compressione" e quarto, la concertazione: "Non si governa un grande paese senza uno strumento della concertazione, deve essere uno strumento essenziale di rilancio della politica dello sviluppo, per rilanciare quelle intese e quelle scelte che, fondate sul consenso degli attori sociali, sono in grado di garantire il paese di una dinamica di sviluppo reale".
Il Patto per Forza Italia Rutelli gli fa eco e invoca anch'egli all'unità dell'opposizione e sindacale, e alla concertazione.
Secondo il leader della Margherita il Patto per l'Italia è "Il Patto per Forza Italia", riconoscendo alle parti sociali la capacità di aver fatto il possibile, ma accusando il governo di strumentalizzarlo politicamente per i propri fini.
"Cisl e Uil hanno ottenuto in questi mesi risultati negoziali importanti, a cominciare dalla modifiche all'articolo 18 che grazie alle forze sociali, sia a quelle che sono andate in piazza, sia a coloro che hanno negoziato, non sono neppure state depositate in Parlamento".
Manifestando, poi, apprezzamento per l'iniziativa, Rutelli ha sottolineato che "nella libertà d'azione del sindacato rispetto alla politica sta la vostra forza ed è importante questa separazione, tanto per la politica come per il sindacato, così come sono convinto - ha concluso - che sia un bene l'unita' sindacale: lo chiedono in tanti, i lavoratori, i pensionati e fra un po' lo chiederà anche la Confindustria che finora ha fatto di tutto spaccarvi ma ora non ne può più di avere tre piattaforme a ogni rinnovo contrattuale".
Rutelli chiarisce che se si vuole scegliere davvero la strada dell'unità "occorre il rispetto reciproco" e, come Fassino, invoca all'unità e alla concertazione come soluzione politica di opposizione e di alternativa reale per i cittadini.
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