Rita Bernardini, presidente di Radicali Italiani, è stata rinviata a giudizio dal Gup di Genova, Maria Letizia Califano per detenzione e cessione gratuita di 8 grammi di hashish a Giancarlo Caselli.
L'episodio avvenne il 29 novembre 2000 in occasione della Conferenza Nazionale sulle droghe organizzato dalla presidenza del Consiglio a Genova.
Il processo si svolgerà il 4 febbraio 2003 davanti al giudice monocratico Giuseppe Dagnino.
«Ho ceduto in quell'occasione - ha spiegato Bernardini - un pacchetto contenente 8 grammi di hashish del valore di 40 mila lire al dottor Giancarlo Caselli, allora … direttore generale degli Istituti Penitenziari».
«Come ogni radicale che commette un'azione di disobbedienza civile - ha aggiunto - è accaduto quello che richiediamo cioé il rigoroso rispetto della legge in vigore.
Non siamo come i cosiddetti Disobbedienti - No Global - che disobbedendo si lamentano dei fermi di polizia e dei procedimenti giudiziari aperti.
Noi vogliamo essere processati».
Assistita dai difensori avvocati Flavia Urciuoli di Roma e Giuseppe Gallo di Genova, la Rita Bernardini nel corso dell'udienza ha sollevato anche una questione di legittimità costituzionale in merito agli articoli 73 e 78 della legge del 1990 nella parte in cui non prevede criteri uniformi determinativi della quantità minima che è necessaria a produrre effetti psicotropi.
Ma questa eccezione è stata giudicata manifestamente infondata dal Gup.
Bernardini, hanno spiegato gli avvocati difensori, è al decimo giorno di sciopero della fame per chiedere che il Parlamento decida con un sì o un no sulle misure di clemenza nei confronti dei detenuti stipati in carceri superaffollate.
L'episodio avvenne il 29 novembre 2000 in occasione della Conferenza Nazionale sulle droghe organizzato dalla presidenza del Consiglio a Genova.
Il processo si svolgerà il 4 febbraio 2003 davanti al giudice monocratico Giuseppe Dagnino.
«Ho ceduto in quell'occasione - ha spiegato Bernardini - un pacchetto contenente 8 grammi di hashish del valore di 40 mila lire al dottor Giancarlo Caselli, allora … direttore generale degli Istituti Penitenziari».
«Come ogni radicale che commette un'azione di disobbedienza civile - ha aggiunto - è accaduto quello che richiediamo cioé il rigoroso rispetto della legge in vigore.
Non siamo come i cosiddetti Disobbedienti - No Global - che disobbedendo si lamentano dei fermi di polizia e dei procedimenti giudiziari aperti.
Noi vogliamo essere processati».
Assistita dai difensori avvocati Flavia Urciuoli di Roma e Giuseppe Gallo di Genova, la Rita Bernardini nel corso dell'udienza ha sollevato anche una questione di legittimità costituzionale in merito agli articoli 73 e 78 della legge del 1990 nella parte in cui non prevede criteri uniformi determinativi della quantità minima che è necessaria a produrre effetti psicotropi.
Ma questa eccezione è stata giudicata manifestamente infondata dal Gup.
Bernardini, hanno spiegato gli avvocati difensori, è al decimo giorno di sciopero della fame per chiedere che il Parlamento decida con un sì o un no sulle misure di clemenza nei confronti dei detenuti stipati in carceri superaffollate.
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