13 SET 2000

Wind-Infostrada: Polemiche sul rischio di intervento statale nelle Tlc

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 47 min 15 sec
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Della Vedova: "Lo Stato avanza per quanto riguarda la sua presenza nell'economia italiana".

Vita: "Il problema è se vi sono profili di intesa concentrativa".

Debenedetti: "Le aziende di Stato tornano in un settore che era stato abbandonato".

Registrazione audio di "Wind-Infostrada: Polemiche sul rischio di intervento statale nelle Tlc", registrato mercoledì 13 settembre 2000 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 47 minuti.
  • Della Vedova: "Lo Stato avanza nell'economia italiana"

    Sulla fusione, Benedetto Della Vedova invita a distinguere. Dal punto di vista industriale e della concorrenza, il suo giudizio è positivo, perché Infostrada, che è già il secondo gruppo italiano, con l'aggiunta di Wind diventerebbe "un operatore consistente i grado di fare concorrenza a Telecom". La valutazione è diversa, se si guarda l'operazione sotto il profilo della politica industriale. Se Wind compra Infostrada, lo Stato si riappropria di una fetta importante del mercato delle telecomunicazioni. "Wind - spiega Della Vedova - è un gruppo pubblico, perché la maggioranza di Enel resta pubblica". Il rischio è quindi quello di trovarsi, dopo dieci anni di privatizzazioni, "con i due principali gruppi energetici e il secondo gruppo delle telecomunicazioni i mano allo Stato", per cui - osserva l'esponente radicale - "il dato ineludibile è quello di uno Stato che avanza anziché arretrare per quanto riguarda la sua presenza nell'economia italiana".<p>Ma la questione è, se possibile, ancora più complicata. In Albacom, battuta da Infostrada nell'acquisto di Wind, c'è infatti, con una posizione rilevante, la stessa Mediaset. Secondo Della Vedova, la fusione è possibile rilevare anche "un intreccio di conflitto d'interessi". Resta quindi un'unica soluzione: "il presupposto per questa operazione è la privatizzazione dell'Enel".<br> <br>
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  • Roma, 13 settembre 2000 - Wind, una delle società che ha in concessione le telecomunicazioni e la telefonia in Italia, e nella quale ha una quota di controllo l'Enel, molto probabilmente acquisterà Infostrada, un'altra delle società concessionarie nel sistema delle telecomunicazioni italiane. Con questa fusione si creerà un gruppo influente nel settore della telefonia, ma c'è il rischio che il processo di privatizzazione e liberalizzazione dell'economia italiana registri una battuta d'arresto. Claudio Landi ha intervistato, per Radio Radicale, Benedetto Della Vedova, europarlamentare della Lista Bonino, il sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo Vita, e il senatore Ds Franco Debenedetti.<br> <br>
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  • Vita: "Il problema è se c'è un'intesa concentrativa"

    Diversa la posizione di Vincenzo Vita. Per il sottosegretario alle Comunicazioni, il problema principale è se si possano rilevare nell'operazione di fusione dei "profili di intesa concentrativa". "La polemica sulla presenza dello Stato - spiega quindi Vita - è mal posta, perché lo Stato sta uscendo da Enel. Questo è un processo alle intenzioni". Vita rimarca piuttosto un altro aspetto della questione, e cioè la sua rilevanza in termini economici. "Si rafforza un gruppo italiano - sostiene - dove il mercato globale non può vedere l'Italia uscire di scena".<br> <br>
    0:11 Durata: 4 min 31 sec
  • Debenedetti: "Le aziende di Stato tornano in un settore che era stato abbandonato"

    Molto critico è invece il giudizio di Franco Debenedetti. Secondo il senatore Ds, quello di un intervento statale nelle telecomunicazioni non è solo un rischio, ma "una certezza". Debenedetti se la prende quindi con la sua stessa maggioranza. "Questa maggioranza ha menato vanto giustamente di avere fatto una cosa che nemmeno la Tatcher era riuscita a fare. Per la volontà e l'abilità politica di Ciampi, si è riuscito a privatizzare Telecom in un colpo solo. Adesso le aziende di Stato tornano in un settore che era stato abbandonato". Spetta al Tesoro, secondo Debenedetti, risolvere la questione, e le possibili soluzioni sono due. "Il Tesoro dovrebbe impedire l'acquisto oppure imporre all'Enel di mettere in Borsa e di darsi delle date certe per la dismissione della sua partecipazione in Wind".<br> <br>
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