Roma, 2 aprile 2001 - Documento audiovideo dell'intervista e del filodiretto del Gianni De Michelis.
Ai microfoni di Roberto Iezzi, il segretario del nuovo Psi parla della trattativa appena conclusa sulle candidature socialiste alle prossime elezioni.
Dodici candidati, di cui sei nei "collegi buoni", questo il risultato dell'accordo con il leader del centrodestra Silvio Berlusconi.
"Un numero che potrebbe anche essere considerato insoddisfacente", anche se, precisa De Michelis, gli obiettivi principali del Psi in questa campagna elettorale sono altri.
Quelli di ripresentare il simbolo del … garofano sulla scheda proporzionale, "per consentire a chi si sente socialista di votare socialista", e di contribuire a sconfiggere il centrosinistra, nei confronti del quale De Michelis è molto duro: "non è un vero centrosinistra ma una coalizione cattocomunista, messa assieme dai diessini con lo scopo di manipolare il sistema democratico per andare al potere".
De Michelis esprime quindi la propria soddisfazione per aver mantenuto "un impegno che molti di noi avevano preso con Bettino Craxi", e cioè quello di "riportare il suo nome Parlamento" sia pure attraverso il figlio Bobo, che infatti sarà candidato a Taranto per la Camera.
Le altre candidature già definite sono quelle di Roberto Spano, Leone Delfino e Chiara Moroni, la figlia di Sergio, esponente socialista suicida negli anni di Tangentopoli. Sul veto che Lega e An hanno imposto a Berlusconi sulle candidature sua e di Martelli, De Michelis ammette: "non ci ha fatto piacere né sul piano personale né sul piano politico".
Ma poi rilancia: "il modo migliore di rispondere è quello di votare garofano nel proporzionale.
I Bossi e i Fini saranno smentiti.
Chi ha un giudizio diverso da quello dei giustizialisti sulla Prima Repubblica e su quello che è successo a Bettino Craxi, ha un modo di farsi valere".
Sui rapporti con Martelli, che venerdì scorso è stato violentemente contestato al consiglio nazionale del partito, De Michelis assicura: "non ci sarà divorzio tra me e Martelli".
Ma poi ribadisce il suo no all'ipotesi di una presentazione delle liste autonoma dal centrodestra, avanzata dall'ex ministro socialista: "una forza politica non può modificare le scelte di fondo fatte al congresso alla vigilia di una consultazione elettorale decisiva". Non manca dall'intervento di De Michelis un commento sull'iniziativa del satyagraha radicale.
Il leader socialista è d'accordo sulla libertà di ricerca scientifica - "su questi temi la nostra posizione è identica a quella dei radicali" - ma critica "la follia della posizione dei radicali a favore del maggioritario".
Il consenso trasversale a favore della Chiesa - spiega - è reso possibile da questo sistema elettorale.
Pannella predica bene e razzola male, inganna gli elettori".
Ai microfoni di Roberto Iezzi, il segretario del nuovo Psi parla della trattativa appena conclusa sulle candidature socialiste alle prossime elezioni.
Dodici candidati, di cui sei nei "collegi buoni", questo il risultato dell'accordo con il leader del centrodestra Silvio Berlusconi.
"Un numero che potrebbe anche essere considerato insoddisfacente", anche se, precisa De Michelis, gli obiettivi principali del Psi in questa campagna elettorale sono altri.
Quelli di ripresentare il simbolo del … garofano sulla scheda proporzionale, "per consentire a chi si sente socialista di votare socialista", e di contribuire a sconfiggere il centrosinistra, nei confronti del quale De Michelis è molto duro: "non è un vero centrosinistra ma una coalizione cattocomunista, messa assieme dai diessini con lo scopo di manipolare il sistema democratico per andare al potere".
De Michelis esprime quindi la propria soddisfazione per aver mantenuto "un impegno che molti di noi avevano preso con Bettino Craxi", e cioè quello di "riportare il suo nome Parlamento" sia pure attraverso il figlio Bobo, che infatti sarà candidato a Taranto per la Camera.
Le altre candidature già definite sono quelle di Roberto Spano, Leone Delfino e Chiara Moroni, la figlia di Sergio, esponente socialista suicida negli anni di Tangentopoli. Sul veto che Lega e An hanno imposto a Berlusconi sulle candidature sua e di Martelli, De Michelis ammette: "non ci ha fatto piacere né sul piano personale né sul piano politico".
Ma poi rilancia: "il modo migliore di rispondere è quello di votare garofano nel proporzionale.
I Bossi e i Fini saranno smentiti.
Chi ha un giudizio diverso da quello dei giustizialisti sulla Prima Repubblica e su quello che è successo a Bettino Craxi, ha un modo di farsi valere".
Sui rapporti con Martelli, che venerdì scorso è stato violentemente contestato al consiglio nazionale del partito, De Michelis assicura: "non ci sarà divorzio tra me e Martelli".
Ma poi ribadisce il suo no all'ipotesi di una presentazione delle liste autonoma dal centrodestra, avanzata dall'ex ministro socialista: "una forza politica non può modificare le scelte di fondo fatte al congresso alla vigilia di una consultazione elettorale decisiva". Non manca dall'intervento di De Michelis un commento sull'iniziativa del satyagraha radicale.
Il leader socialista è d'accordo sulla libertà di ricerca scientifica - "su questi temi la nostra posizione è identica a quella dei radicali" - ma critica "la follia della posizione dei radicali a favore del maggioritario".
Il consenso trasversale a favore della Chiesa - spiega - è reso possibile da questo sistema elettorale.
Pannella predica bene e razzola male, inganna gli elettori".
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