16 APR 2001

Legge sull'editoria online: La mobilitazione e le opinioni della rete

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Roma, 16 aprile 2001 - Documento sonoro delle interviste di Radio Radicale sulla nuova legge dell'editoria su Internet.

Intervengono Carlo Gubitosa, segretario di www.peacelink.it, Paolo De Andreis, direttore di www.punto-informatico.it, Alberto Mingardi, editorialista di Libero, e Carlo Stagnaro, vicedirettore editoriale di Enclave.

In studio Cinzia Caporale. Il 4 aprile è entrata in vigore la nuova legge sull'editoria, che regola anche alcun aspetti dell'editoria on-line.

In particolare, la legge introduce l'obbligo di registrazione in tribunale per i siti d'informazione, assoggettandoli alla
disciplina già prevista per la carta stampa.

Diverse le critiche espresse dagli operatori del settore, che temono un giro di vite ai danni della libertà d'informazione su Internet.

Soprattutto temono l'intrusione nel libero mondo del web da parte dell'Ordine dei giornalisti e di potenti gruppi editoriali.

Così gli "internauti" si mobilitano.

Il sito www.punto-informatico.it ha indetto una petizione, e le adesioni sono state trentamila in sei giorni, con duemila cinquecento siti coinvolti. "È nata la preoccupazione che questa legge vada a impattare con la libertà di chi fa informazione in rete", spiega Paolo De Andreis, uno degli animatori della rivolta.

"Questa legge dà una definizione molto ambigua di prodotto editoriale, inserendo una grande quantità di siti Internet".

De Andreis critica inoltre l'obbligo di sottostare al placet dell'Ordine sulla qualità dell'informazione on-line.

In realtà, spiega "chi dà l'attribuzione di qualità è il lettore, non l'Ordine, che sforna incompetenti". Carlo Gubitosa si rifà quindi all'articolo 21 della Costituzione, che garantisce libertà d'espressione a tutti i cittadini e ricorda anche come all'inizio Internet sia andata avanti proprio "grazie alla società civile".

Secondo Gubitosa, inoltre, ogni eventuale normativa che regolamenti l'informazione on-line debba tenere conto del fatto che "un conto è il grande portale fatto dal grande gruppo editoriale, un altro è quello del sito del singolo cittadino, dell'associazione, del gruppo di volontariato, di tutta quella realtà che non è informazione commerciale".

Se così non sarà, è pronto a passare direttamente alla disobbedienza civile. Ma sulla possibile rivolta del cosiddetto "popolo di Internet" è scettico Alberto Mingardi: "non c'è coscienza di classe nei navigatori in Italia".

Mentre Carlo Stagnaro prefigura una situazione di illegalità diffusa "tipicamente italiana".

"Essendo vigente questa normativa - osserva - la larghissima maggioranza dei siti italiani è fuorilegge.

Dal momento in cui tutti possono essere colpiti, nessuno viene realmente colpito tranne quelli che di volta in volta danno fastidio, e quindi questa legge consegna nelle mani dei politici e della magistratura l'ennesima arma contro la libertà di parola e d'informazione". Ma l'obiettivo della legge appena varata non sembra essere solamente quello, evidente, di un controllo politico, giudiziario o corporativo sull'editoria on-line.

La legge potrebbe infatti dare il via a una pioggia di sovvenzioni e sgravi fiscali per le testate on line, come già avviene per la carta stampata.

Paolo De Andreis commenta così: "questa è una legge fatta per portare in rete le sovvenzioni alla grande editoria che oggi sono previste per la carte stampata, e che fanno parte della consuetudine che lega politica e carta stampata". .

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