08 MAG 2001

Satyagraha: Emma Bonino apre la maratona oratoria "Appello all'Italia che non si arrende"

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Milano, 8 maggio 2001 - Dalla postazione dei Radicali in via Dante a Milano, Emma Bonino lancia un appello a "l'altra Italia", l'Italia che "non si arrende, non si rassegna e non vuole vivere da questuante ma da cittadino, con i suoi diritti e soprattutto con i suoi doveri, che pensa che l'avversario non è un nemico, ma anche che lo scontro politico non è un crimine o un peccato, ma la vitalità stessa della democrazia e delle istituzioni".

E, rivolgendosi ai militanti radicali che nei giorni dello sciopero della sete le sono stati vicini, assicura: "Voglio vivere, ma voglio vivere
libera".Emma Bonino apre la maratona oratoria con cui riprende il Satyagraha radicale, leggendo la nuova lettera che ieri ha inviato al Presidente della Repubblica.

La leader radicale chiede a Ciampi di "trovare la forza perché le sue parole siano rispettate e non più sbeffeggiate nei fatti", facendo esplicito riferimento alle dichiarazioni dello stesso Capo dello Stato che avevano immediatamente fatto seguito a quelle del Presidente del Consiglio Giuliano Amato che aveva esplicitamente fatto riferimento alla necessità per gli organi di informazione di informare sui temi sollevati dai radicali piuttosto che sul digiuno in se stesso.

Proseguendo nella lettura della lettera rivolta a Ciampi, Emma Bonino riconduce la decisione di sospendere lo sciopero della sete, proprio alla volontà di "fare fiducia" alle parole di Ciampi, ma anche per "offrire ad altri il tempo di ascoltarla""Da allora nulla è accaduto, se non il peggio immaginabile" ha proseguito Emma Bonino che quindi ha aggiunto: "Dopo tanti attestati di stima e di solidarietà umana, scampato il pericolo del mio cadavere sulla coscienza il mondo politico e istituzionale si è affrettato ad archiviare la pratica nel modo notoriamente più violento: con il silenzio sui temi e sui radicali".Sui temi della libertà di ricerca scientifica, della libertà economica, della riforma delle pensioni e delle privatizzazioni, Berusconi, Rutelli e D'Alema, "come un sol uomo, e persino con le stesse parole, hanno detto che non si può parlare perché la campagna elettorale è già tesa e perché sono problemi di coscienza".

La leader radicale denuncia questa forma di coscienza "ad intermittenza".

"Non ho capito - osserva - perché la coscienza a questi signori gli debba tornare il 14 maggio e nel frattempo è sospesa.

E indipendentemente dalla coscienza di ciascuno di loro, quello che è sicuro è che tutti questi temi necessitano di un grande dibattito e di una regolamentazione.

E sarebbe bene sapere per i cittadini italiani che tipo di legge questi signori si apprestano o non si apprestano a varare".Silenzio anche sulla riforma della giustizia.

Nonostante le numerose battaglie radicali, dall'ostruzionismo in Parlamento sui decreti Cossiga sui pentiti, al caso Tortora, ai referendum del 1995 e del 2000.

E nonostante le 367 condanne della Corte europea di Strasburgo che il nostro paese ha collezionato nel solo 2000 per violazione dei diritti dei cittadini.

A pochi giorni dall'assoluzione dell'ex dirigente del Sisde Bruno Contrada, Emma Bonino torna a criticare l'uso che una parte della magistratura ha fatto del pentitismo: "Gli informatori sono sempre esistiti.

La differenza è che la veridicità della loro testimonianza andava riscontrata sulla base di prove evidenti.

Con i pentiti, invece, si è deciso che la loro parola era verità".La leader radicale parla anche della sfida per il collegio senatoriale di Milano 1, che la vede opposta al deputato di Forza Italia e imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, Marcello Dell'Utri, oltre al candidato dell'Ulivo Onofrio Amoruso Battista.

Rispetto a Dell'Utri, Emma Bonino dichiara: "Abbiamo due visione della politica diverse.

Dell'Utri ha ammesso di far politica per legittima difesa, e una radicale come me che alla politica ha dedicato la vita, non al servizio di qualcuno, ma per la libertà di tutti.

Che giudichino i milanesi che ancora credono nella politica, se su mille tra deputati e senatori che saranno eletti in questa tornata elettorale, loro e gli italiani in generale non abbiano forse più bisogno di spiriti liberi che di amministratori delegati, di difensori dei valori e dei principi liberali, piuttosto che di difensori di interessi costituiti".

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