05 SET 2001

Durban: Conferenza Onu contro il Razzismo (Interviste ai protagonisti)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 46 min
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Puntata di "Durban: Conferenza Onu contro il Razzismo (Interviste ai protagonisti)" di mercoledì 5 settembre 2001 .

La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 3 ore e 46 minuti.
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    Durban, 05 Settembre 2001 - Proseguono i lavori della Conferenza a Durban, con non poche polemiche sollevate dalla risoluzione finale del Forum delle Ong presenti nella cittadina sudafricana.<br> Le Organizzazioni Non Governative Italiane si dissociano da tale documento e sostengono il tentativo di mediazione europea condotto all' interno dei lavori.<br> La Francia minaccia di abbandonare la Conferenza se si persisterà con l' equazione "sionismo uguale razzismo". <br>Il monito francese è venuto dal primo ministro Lionel Jospin durante una riunione di gabinetto a Parigi. <br>Intanto dai vari settori dell' incontro traspare nervosismo dovuto dal fatto che la questione Medio-Orientale ha monopolizzato i lavori della Conferenza, offuscando le altre problematiche esistenti. <strong>Interviste a: Cheikh Tidiane Gadio Ministre Affaires Etrangeres (SN); Joseph Ki Zerbo Historien (Burkina Faso); Pathè Diagne Linguiste - Editeur (Senegal); Fodè Sylla Europarlamentaire(France); Bakr Waly N' Diaye Sous - Directeur Onu Droits de l' Homme;<br> Karl Kennet ACP - UE; El Hadj Omar Diop President Ong Personnes Handicapèes (Senegal); Saikou Amadou Diallo President Educational Humanitary and Charity - NY; Amin Bakhthiar Coalition pour la Justice en Iraq; Mohamed Kader Ould Relation Exterieures Ligue Mauritanienne Droits de l ' Homme; Danny Glover Actor; Kennet Dear Fotographer Natives Indian Canada </strong>
    0:00 Durata: 1 ora 53 min
  • Cheikh Tidiane Gadio, Ministre - Affaires Etrangeres et des Senegalais de l' Exterieur **

    Il Ministro senegalese Gadio C.Tidiane sottolinea l' importanza storica di questo incontro a Durban, e ribadisce: " nonostante tutti i bilanci che verranno fatti su questo incontro, nulla potrà cancellare che il mondo abbia accettato di guardarsi allo specchio ed abbia affrontato un dialogo per risolvere questi problemi.<br> Perciò Durban è già per questo, un gran successo internazionale". <br> ** = (in lingua originale) <br>
    0:01 Durata: 6 min 10 sec
  • Joseph Ki Zerbo, Historien - President du PDP - PPS (Formation de l' opposition au Burkina - Faso) **

    Il Professore e Storico Ki Zerbo evidenzia in particolare, la grande partecipazione alla Conferenza legata ai temi che l' incontro tratterà.<br> Il Professore sottolinea: " è uno scandalo se ancora oggi esistono delle situazioni di razzismo e xenofobia, ed è uno scandalo che per ben quattro secoli in alcuni paesi la gente abbia potuto coabitare con la tratta degli schiavi, è una cosa inaccettabile".<br> Sollecitato a dare un giudizio sulle divergenze esistenti tra la diaspora nera africana e quella americana, lo storico sottolinea "ognuno ha una storia particolare, e le loro diverse opinioni sono evidenziate dalle loro origini, quanto restano legati ad esse, o vengano integrate dalle ideologie dei paesi dove ora vivono ". <br>Il Professore Ki Zerbo è il primo africano titolare nel 1956 alla Sorbona dell' aggregazione in Storia che si è impegnato giustamente nella Storia del suo paese.<br>Si presenta alle elezioni contro il Generale Sangoulè Lamizana, e ancora oggi è l'oppositore più importante e più rispettato del Burkina Faso.<br> Tutto si spiega può darsi, da lui dalla ricerca della dignità.<br>Coniuga il lavoro sul passato e il combattimento politico come se fosse il mezzo di ridare all' Africa il senso del suo destino.<br>Ieri si mescola ad oggi, la politica si mescola alla memoria.<br>Egli è stato il primo a dire: "l'Africa è la culla dell' umanità. L'Africa ha una Storia".<br>Una sua citazione alla Conferenza di Dakar è stata: " non perchè siamo neri che siamo sfruttati; <br>è perchè siamo sfruttati che siamo neri .<br>Se lo sfruttamento infine verrà abolito, tutti i colori saranno belli".(Conferenza di Dakar " Initiative de Gorèe " sulla tratta negriera transatlantica). <br> ** = (in lingua originale) <br>
    0:07 Durata: 4 min 54 sec
  • Pathè Diagne, Linguiste - Editeur President de l' Association Internationale pour le Festival - Panafricain des Arts et Cultures - (AIFESPAC) SenegalRepresentant du CEPAP (Centre d' Etudes de Prospectives Alternatives et de Politologies) **

    Intervistato sull' evolversi dei lavori della conferenza Pathè ribadisce : " sono tutte questioni molto importanti sul millennio a venire: risolvere i problemi del nostro passato, la tratta negriera, la schiavitù, la colonizzazione." <br> L' editore Diagne Pathè evidenzia le problematiche relative alla questione Israelo- Palestinese sottolineando: " l' agenda della riunione è stata articolata in modo tale che, il problema Israelo - Palestinese è diventato un problema centrale ed è evidente che la solidarietà che hanno avuto sia i palestinesi che gli israeliani ha occultato gli altri problemi presenti qui a Durban e che concernano miliardi di persone. <br> Questa è la prima questione, ed è evidente che hanno donato agli Stati - Uniti ed a Israele l' occasione di ritirarsi bene." <br> Sulla questione relativa allo schiavismo dichiara : " Come sapete, noi abbiamo intrapreso a Dakar un progetto simbolico denominato "Goreè - Almadies"; in rapporto all' America, pensiamo che le migrazioni africane sono state estremamente importanti ed hanno introdotto le terre d'oltre Atlantico nella civilizzazione e nella Storia, ed è per questo che noi diciamo che il continente americano pre - colombiano è un continente africano e che il 95 % delle popolazioni africane, che si trovano negli Stati - Uniti, singolarmente lungo il Pacifico, non sono mai state implicate nella schiavitù detto questo, hanno importato dall' Africa 12 milioni di neri, hanno distrutto in Africa 50 milioni di persone e lì abbiamo avuto un' altra solidarietà con una parte della nostra comunità che è stata asservita . <br> Ed è per questa ragione che gli africani non possono ridurre la loro storia e le loro relazioni con l' America solo per il problema della tratta: questo è un aspetto , ed è Goreè, se volete. <br> Ma le Almadies sono in fondo l' affermazione della presenza africana nella Storia che c'è stata molto prima del mondo moderno.<br> Quindi se possiamo trovare una sintesi tra queste correnti, è evidente che noi saremo sollevati. Ma se dobbiamo ridurre la nostra storia semplicemente dall' economia della schiavitù alla tratta negriera, io credo che sarà doloroso, ma c' è un momento tra gli altri, che in fondo la nostra storia non è iniziata lì, e non dovrà nemmeno fermarsi lì ." <br> ** = (in lingua originale) <br>
    0:12 Durata: 7 min 1 sec
  • Fodè Sylla, Europarlamentaire - President International SOS Racisme (France)

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    0:19 Durata: 18 min 24 sec
  • Bakr Waly N' Diaye, Sous - Directeur Bureau Nations - Unies pour les Droits de l' Homme - New York

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    0:37 Durata: 14 min 12 sec
  • Karl Kennet, ACP - UE - Politique de Cooperation au Developpement - Union Europeenne - **

    " La prima impressione è che la conferenza è iniziata male, sulla questione israelo- palestinese partono alcuni delegati per delle ragioni legate ai loro interessi e che cercano di mascherare su questioni di sionismo. Il ritiro della delegazione americana e israeliana è un vero danno per i lavori di questo incontro, perchè quando l' Organizzazione delle Nazioni Unite decide di fare una grande conferenza sul razzismo, sono milioni di persone che sono toccate da questo fenomeno contro l' umanità. <br> Ci sono molte persone del sud del mondo che sono venute qui a Durban ad esprimersi , non solo sul razzismo, e noi ci aspettiamo delle manifestazioni da parte loro , sulle questioni di appartenenza delle minoranze etniche, di razza e di colore. <br>E' un peccato che la conferenza resti in attesa di un consenso muto, perchè il vero problema della conferenza è incontrarsi e discutere come mettere in piedi delle azioni concrete di lotta contro il razzismo, sulle scene nazionali di ogni paese, su quelle regionali e internazionali. <br> Attraverso il passato possiamo comprendere il presente e prevedere il futuro. <br>La questione della riparazione è fondamentale per il popolo nero, compresa la diaspora, per i danni subiti per ben 400 anni, ed è difficile far comprendere che queste riparazioni sono legittime , perchè sono fatti molto lontani nella storia delle generazioni attuali e dei paesi delle vittime.<br>Noi non conosciamo cosa è stato lo schiavismo, perchè allora non avevamo i media , non avevamo il potere delle immagini per poter toccare veramente le coscienze delle persone." <br> ** = (in lingua originale) <br>
    0:51 Durata: 12 min 4 sec
  • El Hadj Omar Diop, President - Ong - Personnes Handicapèes Formation - Education - Comunication (FORMEDUC) Dakar - Senegal **

    Intervistato sull'andamento dei lavori Diop El Hadj Omar evidenzia le motivazioni che l' hanno portato a Durban : " La nostra battaglia qui è quella di marcare la nostra presenza, con le nostre problematiche come handicappati.<br> La persona handicappata ha delle abilità, delle capacità che la gente non conosce.<br>La nostra Ong è nata a Dakar, a partire da alcuni amici handicappati e non, e ci siamo resi conto che l'educare ed il formare le persone handicappate sia l'arma vincente, e che, se utilizzata bene, può portare degli ottimi risultati " . <br>Invitato a dare un giudizio sull' andamento dei lavori a della Conferenza, il delegato senegalese dichiara: " Io penso che questo incontro non può essere solo che uno scalino, perchè le questioni dello schiavismo, la discriminazione razziale e l' intolleranza non possono essere regolate qui, in una sola Conferenza.<br> Io sono sicuro che i problemi del Medio Oriente, con le decisioni della delegazione americana e israeliana qui a Durban non si risolveranno, seguiranno forti controversie su questa questione, ma se la gente continuerà a combattere domani la vittoria sarà assicurata." <br> ** = (in lingua originale) <br>
    1:04 Durata: 6 min 41 sec
  • Saikou Amadou Diallo, President - Educational Humanitary and Charity - New York (padre di Amadou Diallo immigrato della Repubblica della Guinea ucciso a New York da polizziotti) **

    Diallo Sakou Amadou intervistato sottolinea: " io lotto per la giustizia contro i crimini come l' uccisione di mio figlio: io spero che gli americani, nonostante il ritiro della loro delegazione qui a Durban, seguiranno la dichiarazione che il comitato internazionale andrà a firmare. <br> Spero che tutto il mondo, che è venuto qui ad evidenziare i propri problemi, passeranno dalle parole ai fatti, e che il loro impegno non sarà solo verbale. <br>Perchè quello che succede nel loro paese, è praticamente uguale a tutti i paesi del mondo " . ** = (in lingua originale) <br>
    1:10 Durata: 2 min 56 sec
  • Amin Bakhthiar, Coalition pour la Justice en Iraq - Directeur Human Rights ( AIJ) - Alliance Internationale pour la Justice - Washington **

    Per la eccezionalità della intervista abbiamo ritenuto opportuno tradurre diverse parti della intervista: " Sono della coalizione per la giustizia in Iraq, composta da 250 ong, di più di 120 paesi e facente parte del Partito Radicale Trasnazionale e membro di questa coalizione, noi domandiamo tutti, la creazione di un tribunale penale ad hoc per i crimini del governo iracheno e di Saddam Hussein .<br>Questo crimine è stato qualificato dagli osservatori dell' Onu sui diritti umani in Iraq, come crimini contro l' umanità, crimini di guerra e genocidi. <br>Per ricordarvi il governo iracheno ha ucciso più di un milione di iracheni che rappresenta più del cinque per cento della popolazione, senza contare le vittime della guerra Iran-Iraq che è costata la vita a due milioni di persone morte e uccise entrambi le parti, vittime della guerra del golfo. <br>Mezzo milione di persone sono stati massacrati dal governo iracheno, duecentomila persone sono disperse, e ci sono 4500 villaggi distrutti in 26 città con le infrastrutture del paese.<br>Ci sono più di dieci milioni di mine anti - uomo impiantate dentro il Kurdistan iracheno che ha devastato il paese , in conseguenza quindicimila persone soprattutto bambini , sono morti e feriti uccisi dalle mine anti - uomo. <br>C' è un quarto milione di curdi in questo paese, che sono esposti al gas chimico biologico e radiologico; e i sopravvissuti soffrono in conseguenza a lungo termine di questo gas, sul piano della salute e dell' ambiente . <br>Questo gas attacca il sistema " DNA " che ha creato dei problemi di ordine di mutazione genetico e aborti, malformazioni congenite , problemi cardio - vascolari e neuro- psicologi, comprese donne che compiono dei suicidi ai giorni nostri, dei cancri cinque volte più sviluppati per queste popolazioni, l' acqua e le terre sono contaminate ed hanno un impatto sulla catena alimentare.<br>Le popolazioni sopravvissute, soffrono sempre e la comunità internazionale purtroppo, li ha dimenticati nelle loro disgrazie e miserie, i loro problemi sanitari e ambientali . <br> 25.000 sono stati uccisi per il gas, 280 villaggi sono stati bombardati con i gas compresa la città di " Alakja" nel 1988. <br>Oggi c' è una politica di pulizia etnica nelle zone petrolifere curde, specialmente la città di " Kakou ", " Sandjar" - " Mahmour" ecc.. lì c' è una politica di deportazione forzata, cacciano e strappano i curdi dalla loro terra natale. <br>Dopo aver confiscato le loro terre, i loro beni, le loro case, dai colonizzatori arabi e dai governi di queste differenti istituzioni repressive, mettono la gente nelle prigioni li torturano e poi li cacciano.<br> Dalle statistiche dell ' Onu 809.000 persone sono state spostate da queste zone.<br>Tutto questo succede senza la presenza di osservatori dell' Onu e di telecamere. <br>La situazione è peggio del Kossovo, peggio della Bosnia ma purtroppo non c'è un intervento umanitaria, un intervento della comunità internazionale su questi soggetti, che hanno portato delle centinaia di migliaia di colonizzatori nelle nostre zone .<br> Hanno impiantato solamente nella città di " Karkouk", una città ricca di petrolio, 300.000 arabi colonizzatori intimidiscono e assillano quotidianamente la popolazione .<br> C'è praticamente l' apartheid nella città, i curdi non hanno il diritto di vendere delle case o lasciarle ad altri curdi, se devono andare in Arabia non possono avere il diritto di ereditare, non hanno il diritto di possedere dei veicoli per scopi commerciali, come dei camion per esempio.<br>Non abbiamo il diritto di essere impiegati nelle città, non abbiamo il diritto di restaurare la nostra casa, e ci sono numerose forme di apartheid praticate dal regime.<br> Il regime irachena, ha una ideologia razzista, è la ideologia basista, i fondatori del partito basso in Iraq, li hanno addestrati nei campi nazisti in Germania alla fine degli anni '30, dai giovani socialisti - nazionalisti .<br> Quindi le radici del problema sono che questo governo ci trova come un elemento straniero sulla terra araba, noi siamo gli autoctoni della regione da più di seimila anni noi viviamo sia nelle montagne che nelle pianure molto prima degli arabi, dei turchi e dei persiani, ci cacciano dalla nostra terra, vogliono la nostra terra che è ricca di petrolio, di oro, di minerali e metano.<br>Dunque il governo razzista è un governo ispirato dal nazismo e dallo stalinismo, che pratica tutte le forme di razzismo per sradicarci come razza con la utilizzazione di armi di distruzioni massicce, con la pulizia etnica per dispersioni forzate, e altre forme crudeli. <br>Nelle altre parti del nostro paese, i curdi soffrono ugualmente, in Turchia l' ideologia camalista che guida la politica dello stato, è una ideologia negazionista che ha negato l' esistenza dei curdi per ben sette decenni. <br>Da otto anni a quindici anni di prigione per possedere un libro in curdo: anche se il libro è un libro tradotto delle favole de La Fontaine . <br>Sei anni di prigione per possedere una cassetta di musica, è tutt' ora interdetto in Turchia di donare un nome curdo ad un nuovo nato nel suo paese. <br>Hanno cambiato il nome di nove villaggi, di nome di strade, e sistematicamente negano la nostra identità culturale: la lingua curda è tutt' ora interdetta, non è insegnata, l' ironia è che tutt'oggi ad Instanbul, si trovano 3 milioni di curdi. <br>Si può studiare la lingua cinese, inglese, francese e italiana, ma la lingua curda è interdetta di essere insegnata o studiata su tutti i livelli, e non autorizzano ai curdi di avere dei " Media" con la propria lingua. <br>In Iran 50.000 curdi sono stati uccisi dal governo della repubblica islamica di Iran. C' è una politica di discriminazione in tutti campi sia religioso che nella educazione, nella salute negli impieghi, nello sviluppo economico e nell' investimento eccetera. <br>I loro paesi sono molto arretrati nonostante le loro ricchezze petrolifere, 40% di petrolio iraniano viene dalle regioni curde, il 79% di petrolio iracheno viene dalle regioni curde, quasi la totalità del petrolio turco e siriano viene dalle regioni curde, la regione è molto fertile è ricca di oro, ricca di petrolio.<br> In Siria 200.000 persone sono private dalla carta di identità, si trovano dentro una prigione, gli hanno confiscato tutti i loro documenti, non possono viaggiare nemmeno all' interno del paese, non possono lavorare o inviare i loro figli alla scuola o alla università , la loro regione è "arabizzata", la lingua è interdetta nell' essere insegnata. <br>La regione curda è sotto la legge marziale da oltre il 1963, dove hanno prodotto la politica della cintura araba, "arabizzando" la zona curda ricca di petrolio e cereali".<br> Sollecitato a dare un giudizio sui lavori del forum delle Ong, Bakhtiar sottolinea: " Noi siamo molto contenti del sostegno della comunità delle Ong, 2911 Ong hanno partecipato al Forum e sostenuto la dichiarazione finale, dove su sei punti differenti sono menzionati i curdi e la questione curda, e condanna tutte le pratiche di genocidio e di pulizia etnica, e di altre forme repressive contro la popolazione curda, ed hanno dichiarato che sostengono i diritti, la libertà, la dignità e la autodeterminazione comprendente uno stato per il popolo curdo.<br> Ma riguardo la conferenza inter- governativa purtroppo, ci sono dei muri davanti la questione curda. <br> Da oltre otto decenni della storia della lega delle Nazioni, e dell' Onu, i curdi sono esclusi , dimenticati, discriminati dalle istituzioni internazionali, non hanno mai evocato la questione curda in un solo giorno, o per un' ora nella loro storia . <br>Dunque è una questione di oltre 30 milioni di persone che soffre enormemente la repressione e di genocidio ai paesi che si interessano della questione curda. <br> Noi pensiamo che non avranno mai la pace e la stabilità in Medio Oriente se non troveranno una soluzione giusta, pacifista e politica alla questione di un popolo martoriato che ha sofferto enormemente di ingiustizia durante il ventesimo secolo, noi speriamo che il ventunesimo secolo sia più misericordioso verso i bambini curdi e per le future generazioni.<br> Noi siamo molto stanchi della guerra, della miseria, di essere cacciati dalla nostra terra, di essere rifugiati, attraversando delle zone molto pericolose per far sentire al mondo che noi soffriamo, e che il mondo ci trovi una soluzione giusta, che ci abbraccia per poter restare nel nostro paese, in pace, con dignità e di avere il minimo dei nostri diritti fondamentali " . <br> ** = (in lingua originale) <br>
    1:13 Durata: 19 min 59 sec
  • Mohamed Kader Ould, Secretaire aux Relations Exterieures Ligue Mauritanienne des Droits de l ' Homme **

    Il Segretario della lega mauritanese dei diritti umani sottolinea: " sono stato impegnato per ben un anno per la preparazione di questa conferenza, con i miei amici africani e arabi nel quadro dei committenti regionali, anche con le Ong africane. <br>Voi sapete che la questione della tratta negriera transatlantica, che ha tenuto molte discussioni nella preparazione di questa conferenza, per noi africani, ai nostri occhi si rivela in questa conferenza con un carattere particolare. <br> Noi speriamo che questa conferenza sia l' occasione di unità dell' Africa. <br> Aldilà delle nostre divergenze, delle nostre particolarità, aldilà della società civile, noi apparteniamo a dei paesi, ad un continente che ha qualche promessa sullo sviluppo e che ha sofferto per un lungo periodo il colonialismo, noi pensiamo che l'Africa sia stata devastata, rovinata e decimata per questa colonizzazione che è durata per dei secoli, e aldilà della colonizzazione, lo schiavismo che è stato praticato contro gli africani deportati in massa in altri continenti, le Americhe, le Antille è servito alla prosperità del mondo occidentale di oggi." <br> ** = (in lingua originale) <br>
    1:33 Durata: 13 min 33 sec
  • Danny Glover, Attore Americano - United Nations Development Programme Goodwill Committee **

    Sollecitato a dare un giudizio su questo incontro a Durban l' attore americano dichiara: " tutta la gente del mondo che è venuta qui, è per reclamare la loro storia. <br>Questa conferenza ha lo scopo di incontrarsi per trovare una strada comune da intraprendere. <br>Dobbiamo fare qualcosa, è il tempo di migliorare le condizioni umane degli immigranti di tutto il mondo. <br> Parliamo di globalizzazione, ma la gente emigra perché cerca una migliore opportunità che non ha nella propria terra: si sforza e lotta per migliorare la propria esistenza."<br> Invitato a dare un giudizio sulla questione della diaspora Danny Glover ribadisce: " è incredibile come siamo arrivati insieme, io penso che dobbiamo continuare sulla stessa direzione, continuare a crescere, a darci la mano, e camminare insieme". <br> ** = (in lingua originale) <br>
    1:47 Durata: 3 min 31 sec
  • Kennet Dear, Fotographer Natives Indian Canada

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    1:51 Durata: 2 min 41 sec