Roma, 1 giugno 2001 h 10.45 - Walter Veltroni apre i lavori della direzione dei Ds e indica i temi del confronto.
La direzione Ds dovrà discutere della convocazione di un congresso straordinario, dell'accoglimento delle dimissioni del segretario, del comitato di garanti per la reggenza.
"Abbiamo bisogno di verità e solidarietà", afferma Veltroni e di un "comitato provvisorio" che guidi il partito in questa fase.
La decisione di seguire l' iter del congresso e del comitato di reggenza è stata definita in un incontro avvenuto ieri sera tra lo stesso Veltroni, Pietro Folena, Piero Fassino, … Massimo D'Alema e i capigruppo Luciano Violante e Gavino Angius.
Veltroni aggiunge che è necessario "riunire le forze della sinistra riformista e su questa base avviare un rapporto con Rifondazione".
Ma "l'errore che potremmo fare - avverte - é pensare che il nostro rafforzamento possa nascere da una messa in discussione dell' Ulivo: se scindiamo la grandezza della sinistra e quella della coalizione, cadono insieme".
Secondo Veltroni "sarebbe un errore non capire che non c'è competizione tra il nostro rafforzamento e il rafforzamento dell'Ulivo".
Il neo-sindaco di Roma, ricorda poi i dati elettorali: alla sola coalizione, non alle liste di partito, "sono andati un milione e mezzo di voti".
Bisogna dunque valorizzare la coalizione, perché "sappiamo quanto è stato difficile ricostruire l'Ulivo", ma si deve anche rafforzare la sinistra.
Il partito si troverà davanti a "mesi durissimi", rileva Veltroni.
Sarà di fronte prima al referendum sul federalismo, quindi alla prima finanziaria di Berlusconi, ai rinnovi contrattuali ed infine al congresso.
"Quello che mi ha colpito - conclude - è l'orizzonte ridotto della riflessione del dopo voto".L'Ulivo, se da una parte ha complessivamente perso la tornata elettorale, non si è trattato però di una disfatta.
"La destra - sottolinea il segretario uscente - non ha sfondato come nel 1994: ha vinto le politiche ma ha perso le amministrative.
E' un successo con un segno diverso e quindi neanche per loro ci sono ragioni di suonar fanfare".
Inoltre sono andate meglio "le liste più coalizionali di quelle monopartitiche, più aderenti allo spirito e alla leadership della coalizione".
E' quindi spigabile anche in questo senso il risultato deludente dei DS.
Comunque il pronostico del centrodestra che voleva per il centrosinistra "al Nord una catastrofe e al Sud un massacro", non si e' realizzato, anche se "certamente ci sono problemi al Nord, in particolare a Milano, e nel complesso per il Mezzogiorno". .
La direzione Ds dovrà discutere della convocazione di un congresso straordinario, dell'accoglimento delle dimissioni del segretario, del comitato di garanti per la reggenza.
"Abbiamo bisogno di verità e solidarietà", afferma Veltroni e di un "comitato provvisorio" che guidi il partito in questa fase.
La decisione di seguire l' iter del congresso e del comitato di reggenza è stata definita in un incontro avvenuto ieri sera tra lo stesso Veltroni, Pietro Folena, Piero Fassino, … Massimo D'Alema e i capigruppo Luciano Violante e Gavino Angius.
Veltroni aggiunge che è necessario "riunire le forze della sinistra riformista e su questa base avviare un rapporto con Rifondazione".
Ma "l'errore che potremmo fare - avverte - é pensare che il nostro rafforzamento possa nascere da una messa in discussione dell' Ulivo: se scindiamo la grandezza della sinistra e quella della coalizione, cadono insieme".
Secondo Veltroni "sarebbe un errore non capire che non c'è competizione tra il nostro rafforzamento e il rafforzamento dell'Ulivo".
Il neo-sindaco di Roma, ricorda poi i dati elettorali: alla sola coalizione, non alle liste di partito, "sono andati un milione e mezzo di voti".
Bisogna dunque valorizzare la coalizione, perché "sappiamo quanto è stato difficile ricostruire l'Ulivo", ma si deve anche rafforzare la sinistra.
Il partito si troverà davanti a "mesi durissimi", rileva Veltroni.
Sarà di fronte prima al referendum sul federalismo, quindi alla prima finanziaria di Berlusconi, ai rinnovi contrattuali ed infine al congresso.
"Quello che mi ha colpito - conclude - è l'orizzonte ridotto della riflessione del dopo voto".L'Ulivo, se da una parte ha complessivamente perso la tornata elettorale, non si è trattato però di una disfatta.
"La destra - sottolinea il segretario uscente - non ha sfondato come nel 1994: ha vinto le politiche ma ha perso le amministrative.
E' un successo con un segno diverso e quindi neanche per loro ci sono ragioni di suonar fanfare".
Inoltre sono andate meglio "le liste più coalizionali di quelle monopartitiche, più aderenti allo spirito e alla leadership della coalizione".
E' quindi spigabile anche in questo senso il risultato deludente dei DS.
Comunque il pronostico del centrodestra che voleva per il centrosinistra "al Nord una catastrofe e al Sud un massacro", non si e' realizzato, anche se "certamente ci sono problemi al Nord, in particolare a Milano, e nel complesso per il Mezzogiorno". .
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