08 GIU 2001

Approfondimento: Le elezioni nel Regno Unito

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Dopo il risultato largamente soddisfacente per la sinistra inglese, Tony Blair, già pensa al futuro e delinea i progetti del prossimo esecutivo.

Con la conquista di 413 seggi contro i 165 dei conservatori, Blair diventa il primo laburista a governare per due mandati consecutivi.

Al suo rivale William Hague, leader dei conservatori, non è rimasto altro che rassegnare le dimissioni.

Se durante la campagna elettorale Blair ha accuratamente evitato di entrare nel merito della difficile questione del "triangolo di relazioni" che lega il Regno Unito sia agli Usa che all'Unione Europea, questo sembra
essere però il nodo fondamentale da sciogliere nell'immediato futuro.

Ad oggi l'Inghilterra mantiene legami militari molto stretti e privilegiati con gli Usa nell'ambito della Nato, e questo le consente di continuare a svolgere un ruolo di leadership nello scacchiere internazionale.

Con l'Unione Europea invece ci sarà da risolvere la questione della moneta unica.

L'opinione pubblica non appare al momento favorevole all'Euro, rimangono poi i cinque test che l'economia inglese dovrà affrontare nei prossimi due anni per raggiungere la convergenza con l'economia Ue e tuttavia tale convergenza non si realizzerà senza un costo.

Da una parte il calo costante dell'Euro nei confronti della sterlina ha permesso alle esportazioni inglesi di proliferare, diventando così una fonte di grande sviluppo, dall'altra l'adeguamento agli standard di Bruxelles costringerebbe ad un generalizzato incremento della pressione fiscale.

Al successo dei laburisti si aggiunge un dato importante emerso dalle elezioni, e cioè quello relativo al forte astensionismo.

Dagli ultimi dati disponibili risulta che la percentuale dei votanti si è fermata a quota 58% degli aventi diritto.

Si tratta del dato più basso dal 1935 ad oggi.

Tony Blair dovrà riflettere sulla cause di questo fenomeno che può essere stato l'effetto di diversi fattori.

Prima di tutto la mancanza di una competizione accesa può aver scoraggiato molti dal tentare di interagire per cambiare le carte sulla tavola della politica inglese, dall'altra nelle fasce di popolazione dove è più alta la disoccupazione, come ad esempio nella zona di Liverpool, può essere mancata la convinzione che esistesse una reale possibilità di alternativa.

Infuria intanto la polemica tra i conservatori.

Dopo le dimissioni di William Hague, da molti all'interno del partito indicato come responsabile della disfatta elettorale, si fa strada il nome di Michael Portillo, già cancelliere ombra, come possibile successore alla guida del gruppo che fu di Margaret Thatcher.

Sembra tra l'altro che proprio la stessa "Lady di ferro" sostenga con forza la candidatura di Portillo.

Anche Ann Widdecombe, ex collaboratrice nel governo di Major, è data tra le favorite alla successione di Hague.

In gara poi ci sono anche Francis Maude, Ken Clarke, Andrew Lansley, David Davis, Iain Duncan Smith, Liam Fox, Michael Ancram e John Redwood. .

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