15 GIU 2001

Cofferati alla CISL: «Sul lavoro c'è stata distrazione e colpevole mancanza del partito al quale sono iscritto»

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 26 min 45 sec
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Roma, 14 giugno 2001 h 19.15 - "Credo che ci sia bisogno di un recupero rapido e convincente da parte della rappresentanza politica del lavoro e del suo valore", lo ha detto Sergio Cofferati intervenendo Al XIV Congresso Confederale della CISL.

Il segretario generale di CGIL ha chiarito che in merito al problema del lavoro c'è stata "distrazione e una colpevole mancanza del partito al quale sono iscritto".

Inoltre "nascondere le proprie distrazioni dietro un'idea vaga e astratta di modernità non aiuta".

Secondo Cofferati anche le altre rappresentanze confederali "hanno avvertito il venir meno
di questa attenzione per il lavoro".

C'è invece "bisogno di un referente sociale nella politica, nel momento in cui la politica è affascinata dalla scesa in campo di un referente preciso" e dall'altra parte deve esserci un "contrappeso che parla del lavoro, delle sue articolazioni, con i suoi valori".

Se l'opposizione langue nella "crisi dell'appartenenza politica", sarà sul Dpef che la CGIL giudicherà l'operato del nuovo governo Berlusconi.

"Vedremo se saranno varate politiche fiscali per la parte più debole della popolazione - ha affermato Cofferati - o se si accederà a quanto richiesto da Confindustria ossia vantaggi fiscali indistinti per le sole imprese.

A quel punto si vedrà se c'è interesse per la coesione fiscale".

Relativamente ai previsti tagli previdenziali, se il governo "sceglierà una strada come quella che gli è stata chiesta dagli industriali la coesione si dissolverà per loro responsabilità non per pregiudizio nostro".

Inoltre "se non verranno prodotte politiche antiinflattive come chiedeva Pezzotta, e se non verrà modificato sensibilmente il tasso di inflazione programmata si avrà un danno per tutti".

Cofferati ha poi parlato della condizione nuova che il sindacato si trova a fronteggiare , e si tratta di "novità irreversibili".

I lavoratori italiani "dopo aver evitato il pronunciamento referendario in materia di assetto istituzionale e di regole elettorali, nelle ultime elezioni hanno deciso per una politica sostanzialmente bipolare".

In questo senso le "organizzazioni che dalla loro nascita hanno scelto la matrice confederale" debbono porsi di fronte ad un nuovo "modello istituzionale di rappresentanza politica basata sul maggioritario, e sul meccanismo dell'alternanza dato dal bipolarismo", nonché adeguarsi alle "ipotesi di assetto federalista".

Dinanzi a tutto ciò, per Cofferati è "indispensabile conservare la matrice confederale della rappresentanza sociale".

In questo nuovo quadro politico "il sindacato autonomo e confederale misura i governi sulla base di quella che fanno".

Di qui in avanti "i governi nasceranno sulla base di programmi presentati già in campagna elettorale.

Dunque misurabili prima e riconducibili e confrontabili alle nostre istanze".

Al sindacato quindi "non spetta il ruolo di fare l'opposizione ad un governo".

Cofferati ha chiarito che "l'opposizione la fanno i partiti in parlamento se ne sono capaci", l'obiettivo per il sindacato "non può essere diverso dal confronto di merito con l'intenzione di produrre accordi".

Il conflitto come detto da Pezzotta "è uno strumento per i sindacati, e non il fine".

L'obiettivo della rappresentanza confederale rimane quello delle "intese che rispondano alle esigenze delle persone che rappresentano".

L'unità sindacale rimane una necessità fondamentale.

"Le diversità tra le rappresentanze - ha concluso Cofferati - sono sempre state collocate in un alveo comune" e quindi è necessario che ognuno "faccia uno sforzo nel proprio congresso confederale", per soddisfare le attese dei lavoratori "attese che ancora oggi valgono moltissimo".

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