22 GIU 2001

Le prosepttive della sinistra secondo Giuliano Amato

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 56 min 18 sec
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Roma, 22 giugno 2001 h11.30 - Non servono processi, meglio semmai chiedersi "se e a che cosa serve una sinistra nella situazione che la politica deve fronteggiare" ed a questa domanda, per parte sua, Giuliano Amato ha dato "una risposta straordinariamente positiva".

La sinistra deve però, rendersi conto che esiste una nuova realtà sociale, caratterizzata dai processi di globalizzazione all'interno dei quali si problemi della rappresentanza a livello mondiale, così come delle nuove istanze di libertà che rischiano di ingenerare una deriva populista.

Di fronte a questo scenario, la
frammentazione, la coltivazione del proprio orticello, per la sinistra non sono altro che una perenne condanna alla sconfitta.

Dunque, necessario, a partire dal congresso dei Ds, un processo di confluenza, che porti tutte le tradizioni ad unità.

Così Giuliano Amato nel suo intervento in un incontro con le riviste della sinistra, Reset, Mondoperaio, Ragioni del Socialismo.

(L'audiovideo convengo).Dare rispose alla globalizzazioneOccorre "un'azione di governo" di fronte ai fenomeni di globalizzazione "che come minimo è quella europea" mentre agli occhi dei cittadini "a livello mondiale, appare come se le cose si governassero da sole".

Per questo la politica può soddisfare questa nuova necessità di rappresentazione solo "se riesce a imprimere la sua impronta di governo sui fatti che accadono" e quindi deve "tener conto di ciascuno dei milioni di esseri umani che sentono il bisogno di essere coinvolti e non lo sono".La diffusione dell'istanza di libertà I processi di innovazione tecnologica ed economica "hanno fatto emergere da società aggregate milioni e milioni di persone che pretendono di essere visti e garantiti nel loro fenomeno di libertà".

Le libertà, "che nacquero come spazi garantiti per le élite, tendono a sfondare le porte entro le quali inizialmente esse si praticarono", questo spazio - ha aggiunto Amato - "si è esteso enormemente".

La diffusione della cultura e dell'istruzione, "ci mette davanti a persone che vogliono esistere nel presente, e vogliono essere libere di scegliere".

La loro condizione si è "trasformata da "libertà da" in "libertà di", quindi anche "liberi di scegliere la propria strada per la soddisfazione dei bisogni primari".Il rischio populistaIl nuovo scenario nel quale si deve muovere la sinistra, è quindi un mondo complicato, nel quale "si capisce che la scorciatoia del populismo è una scorciatoia incentivata" poichè appare come "la strada più semplice di aggregare dando l'impressione di parlare a ciascuno".

I populisti spesso "parlano attraverso la televisione e danno l'impressione di parlare a ciascuno", ed è "questa la loro grande capacità".

Il compito della sinistraAnzitutto, quindi, bisogna essere consapevoli che "occorre governare grandi processi".

E rispetto a tutto questo, la sinistra "ha tradizioni e potenzialità che l'accreditano meglio di quanto possano fare altri proprio a governare questi processi nelle sue tradizioni riformiste", anche se nella sua storia si è organizzata ad "aggregare nel presente in nome del futuro" e se questo resta il suo unico obiettivo per Amato non resta che concludere che "ormai la sua storia è finita".La sinistra, dunque, non "deve promettere futuro ma concorrere a realizzare il presente" e organizzare gli uomini "in quanto esseri liberi e non greggi da liberare nel futuro".La necessità dell'unità della sinistraSecondo l'ex primo ministro, per dare un'adeguata risposta politica a questa nuova realtà "c'è bisogno di una riconversione culturale".

Ad esempio "il fatto stesso dei 4 partiti all'interno della sinistra potrebbe suscitare ilarità" e quindi per Amato è un prerequisito quello di "unire la sinistra alla soluzione del problema".

L'obiettivo politico "non può essere 10 parlamentari socialisti, qual è il loro impatto?".

Lo stesso vale "per i Comunisti italiani, 1.1% o 1.7% non risolve il problema" di una rappresentanza "incredibilmente bassa".

Si tratta "di frammenti che hanno il merito di aver preservato una storia e un significato", ora "devono entrare nel XXI secolo o sono condannati all'inutilità".

Di fatto "oggi nella politica non c'è un mercato di nicchia".

Ciò che interessa "i cittadini sono le prospettive di trovare lavoro, avere degli alimenti che non avvelenano, respirare un'aria che non li ammazzi", e "ci dobbiamo attrezzare per questo".

Si tratta "di ripulire il sottobosco che non ha più senso di esistere".

Unire le tradizioniI tre filoni fondamentali "il filone socialista, il filone laico democratico e il filone cattolico popolare" sono "tre storie che sono parte di una stessa storia" che per Amato "si assume nel futuro".

In futuro, infatti, queste "tradizioni possono arrivare al superamento", a partire dalla "eliminazione dei 4 partiti".

Amato, si affaccia anche sull'attualità prossima futura: il congresso dei DS che "non è un regolamento di conti, ma la presa d'atto di una situazione politica" e "non dovrebbe essere contro qualcuno".

Se quindi - prosegue - "all'interno dei DS si pensa che è necessario allargarsi ed unirsi a quelli in parte diversi, non si deve concludere come il congresso sulla Cosa Due in cui questa iniziativa fu tarpata".

La proposta ed una promessaAmato ha avanzato un'ipotesi di "soluzione transitoria" in cui "gli organi abbiano un chiaro mandato" a realizzare il processo di aggregazione che l'ultimo premier dei governi di centrosinistra ritiene indispensabile.

E' necessario infatti "promuovere una soluzione per una confluenza".

Oltre la proposta Amato ha rivolto ai propri interlocutori anche una promessa: se questa operazione non avrà successo "vuol dire che uno può essere solo cooptato".

Allora - ha concluso - "io non sarei interessato a lavorare in questo mercato della politica, che così com'è non serve a risolvere i problemi del domani".

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