30 LUG 2001

Il futuro dei Ds: Fassino ai militanti della Toscana: «Non costituirò correnti»

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Firenze, 30 luglio 2001 - "Sono abituato a discutere di politica: non sono mai stato un uomo di corrente, né ho mai dato vita a correnti.

Anche questa volta non darò vita a correnti".

Con queste parole Piero Fassino ha concluso il suo incontro con i militanti e gli iscritti dei Democratici di Sinistra della regione Toscana.

Nel corso del suo lungo intervento, l'ex ministro di giustizia ha spiegato le ragioni della sua candidatura, ha discusso dei tentennamenti del partito in occasione dei fatti di Genova, ed ha esposto infine la posizione che sarà rappresentata dalla mozione di cui sarà
firmatario al congresso in tema di globalizzazione, ricerca del consenso, rapporto con le nuove frontiere della tecnologia e della scienza.

La candidatura a segretario dei Ds Fassino si è dichiarato favorevole all'istituzione nel partito di meccanismi di elezione diretta del segretario, sull'esempio dei partiti nell'Unione Europea, rifiutando lo schema secondo cui si ritiene necessario "discutere prima la linea politica poi si sceglie il candidato", Fassino ha chiarito di non voler anteporre la candidatura alla politica "c'è la politica al primo posto", ha confermato, ma la sua "sovraesposizione", è nata dalla necessità di respingere una "pericolosa melina non trasparnte, alimentata da un sistema informativo interessato alle persone", quindi si è trattato di un "atto di chiarezza che rende il dibattito più trasparente", tra l'altro non ancora seguito da alcuno, all'interno del partito.

Un congresso vero C'è bisogno, per l'ex ministro, di "un congresso vero", alimentato da un sincero "spirito di unità".

Occorre, tra l'altro, "Accompagnare a ogni mozione una dichiarazione di principi", definita il "preambolo", al fine di favorire la chiarezza del dibattito.

Il rapporto con il mondo della scienza Un fatto gravissimo, secondo Fassino è che i Democratici di Sinistra stiano "perdendo il mondo della scienza", che nella tradizione del PCI è stato un importante punto di forza.

Alla domanda forte di libertà di ricerca, con le nuove frontiere aperte nella ricerca sul genoma, dai banchi del governo si è risposto con un atteggiamento di eccessiva cautela.

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