29 LUG 2001

AN: Fini alla festa del Secolo d'Italia: Su Genova la sinistra ha perso la testa

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Rieti 29 luglio 2001 - Con il comizio di Gianfranco Fini si è chiusa la festa del Secolo d'Italia, che ha visto la partecipazione di diverse personalità politiche e di governo.

Numerosi sono stati gli spunti che il presidente di AN, e numero due del governo Berlusconi, ha seguito nel suo discorso, a partire dalla politica economica del governo, alla posizione sull'operazione Telecom, per finire ai fatti di Genova.

Il Dpef e il "buco" nei conti pubblici L'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi "farà in modo che quello che si è detto in campagna elettorale si traduca in realtà", nei prossimi
5 anni, "grazie alla solida maggioranza" in parlamento.

Questo è stato l'esordio di Fini che alla sinistra ha rimproverato di " Tentare la scorciatoia delle mobilitazioni di piazza per dare una spallata "al governo".

Relativamente al Dpef e al cosiddetto "buco" di bilancio, Fini ha ricordato che "Il centrodestra agirà sul PIL e non inasprirà la pressione fiscale", puntando "sulla produzione della ricchezza, sugli investimenti per le infrastrutture, mantenendo gli impegni".

In finanziaria, tra l'altro ci saranno "altri provvedimenti anche per chi vive in condizioni di povertà", con "l'aumento ad un milione per le pensioni minime", obiettivo questo che sarà realizzato al massimo nell'arco dell'anno prossimo.

Il cambio di guardia in Telecom Italia È stata poi la volta dell'acquisizione di Telecom Italia da parte di Pirelli e Benetton.

Fini ha chiarito che ciò che rimane a cuore del governo è che la "quota di maggioranza rimanga in mani italiane", per evitare che l'economia nazionale diventi "il giardino di case altrui".

L'operazione inoltre potrà consentire di "migliorare la qualità dei servizi", e continuare sulla via di "demolizione di alcuni monopoli".

I fatti di Genova I disordini di piazza di Genova e le decisioni prese in seno ai G8, hanno dato l'occasione a Gianfranco Fini per esprimere alcune valutazioni.

In primo luogo, il vice presidente del consiglio ha rimproverato ai mezzi di informazione di aver dato poco spazio alle importanti decisioni prese a Genova circa gli aiuti ai pesi poveri.

Aggressori e aggrediti Occorre poi distinguere tra "Chi erano gli aggressori e gli aggrediti".

I veri "aggrediti erano gli agenti, non si può mistificare la realtà".

Fini ha ricordato che "teppisti attivisti di ultra sinistra sono entrati nella zona rossa", innescando la violenza.

Rimane il fatto che "Gli aggressori erano i manifestanti, gli aggrediti erano le forze dell'ordine".

Comunque il governo "Accerterà, verifecherà, e gli eccessi saranno puniti", ma rimane "piena e totale solidarietà nei confronti di chi è stato aggredito".

Nell'episodio in cui Carlo Giuliani ha perso la vita, Fini ha constatato che "quei carabinieri vittime di un vero e proprio linciaggio, e gli aggressori erano intenzionati a colpire in modo violento", esiste però il "diritto alla legittima difesa" che è stato esercitato.

Una sinistra che ha perso la testa È grave inoltre che "chi è stato presidente del consiglio dica che c'è il rischio della deriva cilena, con la questione dei manifestanti scomparsi", si tratta di una "vergognosa mistificazione", che scredita il "buon nome del nostro popolo", in Italia "c'è uno stato garante delle leggi e della Costituzione", e questa è una "sinistra che ha perso la testa".

A Questa sinistra Fini ha rivolto un accorato appello: "Fermatevi finché siete in tempo", perché questa strumentalizzazione "non serve a nessuno, a meno che non si desideri che qualche esaltato non segua la strada di fare la rivoluzione come quando davano assalto alla forze dell'ordine".

Il governo "non ha nulla da nascondere e niente da temere" ed è solidale con il ministro degli interni, "si voti la mozione di sfiducia", così la sinistra potrà rilevare la sua posizione minoritaria nel parlamento e nell'opinione pubblica. .

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