17 AGO 2001

Lavoro: Fazio, «Occorre un sistema in cui sia più facile licenziare e sia più facile anche assumere»

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Sora, 17 agosto 2001 - Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio è intervenuto ad un incontro sul tema "Etica ed economia", presso l'Abbazia di San Domenico Abate, avanzando per la prima volta in maniera esplicita più libertà di licenziamento da parte delle imprese.

La proposta di Antonio Fazio "Occorre un sistema in cui sia più facile licenziare e sia più facile anche assumere".

Questo l'invito di Fazio al governo ed alle parti sociali per riformare il mercato del lavoro nella direzione della flessibilità.

Del resto ''l'occupazione flessibile resta precaria soltanto se non ci sono
aspettative di sviluppo''.

In tal senso il governatore ha ribadito che ''è necessario per questo avere una continuità della crescita'', sull'esempio del sistema in vigore negli Stati Uniti ''dove il tasso occupazionale è molto alto''.

In Italia, per Antonio Fazio si deve necessariamente giungere ad una realtà differente.

''poiché negli Usa non ci sono garanzie per il lavoratore, mentre è necessario averne''.

Nel nostro paese al rallentamento della crescita negli ultimi decenni si deve rispondere, secondo Il governatore, con la flessibilità, la riduzione della spesa complessiva dello stato e la stabilizzazione della crescita economica.

"Ho fiducia e occorre creare fiducia - ha detto Fazio - che la crescita possa procedere bene, ho dato un ordine di grandezza di crescita annua del 3%, a condizione che si attuino le riforme".

Fazio ha poi fatto un accenno ai movimenti contro la globalizzazione.

Quest'ultima "è molto più forte dei no-global, ed è impossibile fermarla: è il progresso".

"Sarebbe pericoloso fermarla, perchè crea ricchezza - ha continuato Gazio -, però occorre governarla e occorre correggerla nei suoi effetti negativi".

E "c'è un punto di ragione nella protesta: c'è una grande divergenza nella distribuzione della ricchezza".

Le reazioni Confindustria, sull'onda delle dichiarazioni del governatore di Bankitalia, torna a proporre una revisione dell'art.18: ''si tratta di una regola assurda e anacronistica, che esiste solo in Italia'', questo il commento del consigliere delegato per le relazioni industriali, Guidalberto Guidi, che, tra l'altro ha invitato i sindacati a "non avere paura dei fantasmi" auspicando "una discussione seria e pacata che possa portare a intese ragionevoli''.

Dura la replica da parte sindacale, che nell'occasione si ricompatta in un unico fronte.

''Fazio sbaglia e così non aiuta la discussione.

Il problema non e' licenziare ma assumere'', ha replicato Savino Pezzotta, mentre per Luigi Angeletti il governatore, quando parla di difficoltà nel licenziare, ''dice una cosa falsa e rischia di strumentalizzare un tema delicato come quello della flessibilità''.

Per entrambi non è possibile ''toccare l'articolo 18'', che ''non è una norma che impedisce di licenziare - hanno spiegato - ma una regola che sancisce un diritto sacrosanto dei lavoratori''.

La Cgil ha avvertito: ''di flessibilità e di licenziamenti non se ne parla proprio, non c'e' la necessita' di farlo''.

Si è unito al coro dei sindacati il leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, che ha definito la proposta di Fazio ''inaccettabile socialmente e inefficace economicamente'' Il sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi tentando di raffreddare gli animi, ha cercato di ricondurre le parole di Fazio a un percorso che veda sindacati e industriali confrontarsi autonomamente e ''senza pregiudizi'' sui temi del lavoro.

pur sostenendo la necessita' di rendere la flessibilità in uscita più efficace, ma senza abbassare il livello delle tutele dei lavoratori, Sacconi ha assicurato i sindacati che ''non è l'articolo 18 dello statuto di lavoratori ad essere in discussione''.

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