24 AGO 2001

Meeting di Rimini: Umberto Agnelli, la governance della globalizzazione è un problema politico

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 48 min 21 sec

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Rimini, 24 agosto - Il presidente della Ifil Spa Umberto Agnelli è intervenuto all'incontro dal titolo: "Un nome, una storia: I giovani incontrano Umberto Agnelli", svoltosi nell'ambito del Meeting 2001 per l'Amicizia tra i Popoli, rispondendo alle domande di Mauro Mazza, vice direttore del TG1.

Ha partecipato all'iniziativa Giorgio Vittadini, presidente della Compagnia delle Opere.

Valutare diritti e doveri "A coloro che saranno capaci di essere imprenditori di se stessi" apparterrà il futuro nello sviluppo economico del paese.

Questa l'opinione di Umberto Agnelli, relativamente ai giovani e
alle prospettive aperte dalla globalizzazione.

Fondamentale è "essere propositivi" e compiere una "giusta valutazione dei diritti e doveri", e ricominciare "se si è fallito", per "non adagiarsi, cercando sempre il meglio".

Del resto i vantaggi della globalizzazione "tecnicamente sono importanti e indiscutibili", avendo determinato "un enorme aumento del flusso del commercio".

La governance di questo fenomeno "non è un problema tecnico ma politico".

La dimensione dell'Unione Europea potrebbe consentire, secondo Agnelli, una ottimale prospettiva per affrontare il problema.

Una dimensione in cui si è costretti ad ascoltare gli altri, e a "sapere ascoltare".

Allargando il perimetro dei rapporti internazionali obbliga a "renderci conto delle ragioni degli altri".

Le prospettive del non profit Nel corso dell'intervista Agnelli ha chiarito la sua opinione in merito al settore del Non profit.

Esso è fondamentale "per togliere allo stato incombenze che non può svolgere", il non profit può "fare quello che oggi fa poco e male lo stato".

L'acquisto delle azioni Telecom fu "un contribuito alla privatizzazione su richiesta del governo, per mettere in piedi la privatizzazione".

L'iniziativa di Tronchetti Provera, per Agnelli "è un'azione estremamente coraggiosa", togliendo la maggiore società di telefonia nazionale da una "situazione abbastanza ambigua".

Berlusconi e il conflitto d'interessi Silvio Berlusconi come presidente del Consiglio è un esempio di mobilità.

Lo sgambetto dopo 4 mesi di governo nel 1994 gli è stato estremamente utile, e nei "4 anni all'opposizione ha imparato molto".

Oggi "mantenga le promesse fatte" e renda la "qualità della vita migliore".

Berlusconi è "in condizione di decidere, perché ha nel suo Dna la decisione".

E il paese "ha bisogno di decisioni".

Il conflitto d'interessi "per Berlusconi è un problema ovvio".

Ma "tiene talmente a fare il suo lavoro che lo risolverà".

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