02 OTT 2001

Referendum: D'Alema, «Una prima prova politica per il centrosinistra»

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Dure critiche alla finanziaria e ai provvedimenti di legge varati dal governo in merito a rogatorie e falso in bilancio da Massimo D'Alema, che rimprovera ancora Berlusconi per le sue affermazioni sulle culture islamiche Roma, 2 ottobre 2001 - "In pochi mesi siamo passati dall'essere un paese rispettato e credibile ad essere un paese screditato e sotto le critiche di tutta la stampa internazionale''.

Con queste parole, Massimo D'Alema, intervenendo ad una manifestazione dei Ds a sostegno del referendum costituzionale di domenica prossima, è tornato a criticare il presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi per le sue affermazioni sul rapporto tra Occidente ed Islam.

Le critiche dalla stampa internazionale D'Alema ha osservato che "se il Washington Post scrive che Berlusconi ha umiliato l'Italia non è colpa" della sinistra italiana, la quale non ha certo il potere di guidare l'opinione pubblica internazionale e "se avesse questo potere sicuramente Berlusconi non sarebbe dov'è".

Inoltre il fatto che "il proprietario di tre reti televisive dica che i media italiani siano tutti controllati dalla sinistra è fantastico, incredibile'', ha aggiunto D'Alema commentando l'intervista rilasciata dal presidente del consiglio ad alcuni giornali arabi.

Il banco di prova del referendum Il referendum sul federalismo ha per il centrosinistra "il valore di una prima prova politica", e rappresenta "una risposta democratica ad un governo e ad una maggioranza che puntano invece - ha aggiunto il presidente dei Ds - alla rinuncia dei cittadini, allo starsene a casa''.

La crisi Internazionale Bisogna "colpire il terrorismo".

Senza mezzi termini D'Alema ha invitato militanti e iscritti ad abbandonare qualunque forma di anti americanismo.

"Non ci può essere indulgenza, non si può confondere il regime dei talebani - ha affermato - con i bambini che fuggono".

Dopo gli attentati dell'11 settembre "ci vuole una grande coalizione mondiale contro il terrorismo, non è la lotta dell'Occidente, è la lotta dell'umanità contro la barbarie, nel nome di valori universali: ci battiamo in nome di valori universali, non di valori nostri".

E inoltre "una comunità internazionale - ha concluso l'ex premier - si regge anche sul coraggio dell'uso della forza, che sia guidato dall'intelligenza e dalla politica come è avvenuto fin qui".

Responsabilità dell'Occidente è quella di aver "tollerato troppo a lungo forme di fanatismo e di violenza, quando questo fanatismo e oscurantismo è stato anche incoraggiato perché appariva un contrappeso rispetto al nazionalismo arabo".

Ora ci si rende conto "che è stato generato un mostro".

Un governo che favorisce il crimine "Favorire il crimine è diventato un'asse della politica di governo", secondo Massimo D'Alema, sulla legge circa le rogatorie, quella "si e' avvertita netta la sensazione che la maggioranza abbia voluto approfittarsi del clima prodotto dalla crisi internazionale per sbrigarsi a far passare provvedimenti".

Si comprendere in questo senso "la sofferenza" di una forza come An che "ha vinto le elezioni promettendo lotta alla criminalità e si trova ora a difendere una raffica di provvedimenti a favore del crimine" Una finanziaria ambigua La finanziaria del governo Berlusconi presenta "ambiguità e pericoli".

Essa presenta degli aspetti ''di imbroglio'' in particolare per quanto riguarda l'aumento delle pensioni.

"Quelle sotto un milione - ha sostenuto D'Alema - sono 9 milioni e mezzo: portarle tutte a un milione costerebbe 43 mila miliardi, ma siccome nella finanziaria sono stati stanziati solo 4 miliardi a questo fine è evidente che non sarà possibile aumentarle tutte".

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