06 DIC 2001

Affaire Moro: «Testo e contesto di un mistero italiano» (Seconda giornata)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 8 ore 39 min

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Roma, 6 dicembre 2001 - La seconda giornata del convegno organizzato dall'Associazione "Amici di Leonardo Sciascia" dedicato al testo "L'Affaire Moro", che lo scrittore siciliano dedicò alla vicenda del sequestro e dell¹uccisione di Aldo Moro, ha visto gli interventi di Gianfranco Spadaccia, Emanuele Macaluso, Giulio Ferroni, Marco Boato, Francesco D'Amato.

Una lettura integrale Gianfranco Spadaccia, nel corso del suo intervento sul tema: "La ricerca continua della verità" ha voluto allontanarsi da una lettura del testo di Leonardo Sciascia secondo una unica chiave di analisi.L'ex
parlamentare radicale ritiene che letteratura e realtà siano connesse nel tentativo civile dell'autore siciliano di voler leggere ed interpretare la storia."Espungere il valore civile e politico da ciò che Sciascia scrive ne "L'Affeire Moro"" è un gesto "di rimozione" storica e politica.

Tale gesto porta con sé una preoccupazione infondata "di voler allontanare l'autore da eventuali strumentalizzazioni politiche, che tra l'altro non ci sono mai state"L'assenza dello stato di dirittoL'adozione di un istituto di diritto, ossia dello stato di necessità era, secondo Vincenzo Vitale, al centro degli appelli che Aldo Moro, attraverso le sue lettere, rivolgeva al mondo politico italiano.La riflessione di Sciascia, per Vitale, parte dalla constatazione dell'inesistenza dello stato di diritto nel nostro paese, e "la statolatria appare ancora più incomprensibile", proprio perché agitata da una classe politica che non ne conosce e non ne vive i meccanismi e le strutture.Sciascia nelle scuoleVitali, che non rileva grandi passi in avanti nella situazione italiana dal 1978 ad oggi, consiglia "di leggere il testo di Sciascia nelle scuole", per dare ai giovani una testimonianza della realtà del paese, e per dare le basi di una cultura giuridica assente.Una letteratura come traccia di vitaIn Sciascia Giulio Ferroni legge "una letteratura come traccia di vita", una letteratura che affonda le sue radici "nel valore di verità della scrittura".Superata quindi la dicotomia tra interpretazione letteraria e politica, Ferroni ritiene che ne "L'Affarie si realizza quella sintesi che sfugge al conformismo del potere".La propensione alla trattativa e quello che ancora non si sa Marco Boato ha riservato il suo intervento a considerazioni di carattere storico e politico relative al sequestro Moro e ha rivelato come da presidente del Consiglio, il leader democristiano, nella primavera del 1978 incontrò un leader del movimento studentesco, e precisamente Silvano Bosatti.L'incontro fu l'occasione per conoscere più da vicino quel movimento e gettare le basi per una trattativa possibile.Nei giorni del sequestro la propensione alla trattativa emerse, racconta Boato, anche nell'occasione in cui in una lettera Moro chiedeva se "era in campo il Colonnello Giovannone", uomo del Sismi e legato al Libano e ai palestinesi.

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