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Si chiudono gli Stati Generali dell'Istruzione: Berlusconi ribadisce che quella della scuola è una riforma assolutamente indispensabileRoma, 20 dicembre 2001 - Seconda ed ultima giornata al Palazzo dei Congressi di piazza Kennedy (Eur), degli Stati Generali dell'istruzione.
In discussione il documento di proposta di riordino dei cicli scolastici redatto dal Gruppo ministeriale presieduto dal professor Giuseppe Bertagna.
Sono intervenuti i ministri Enrico La Loggia, Roberto Maroni, Antonio Marzano, Letizia Moratti, e infine Silvio Berlusconi.Una "riforma assolutamente indispensabile".
È la … convinzione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che è intervenuto a conclusione della due giorni di lavori.
Una riforma necessaria, "lo provano questi accadimenti", queste "grida scomposte che non portano a null'altro che a ribadire la volontà di cambiamento del governo".
Occorre una scuola che sviluppi la "capacità critica", ed "educhi gli studenti alla libertà".Valorizzare il capitale umanoNell'epoca della globalizzazione un paese "vale non per le materie prime, ma per il suo capitale umano ed il livello a cui riescono ad esprimersi i cittadini", e in questo "purtroppo siamo molto indietro".
Recenti dati Ocse, ricorda Berlusconi "ci danno 'maglia nera' in molte situazioni", a cominciare dalla scuola.
Il governo quindi "è costretto a cambiare".Formare dei cittadini del mondo"La scuola che abbiamo nel cuore - prosegue il premier - è quella che il nonno ha in mente per i suoi figli e per tutti i nipotini d'Italia".
Sarà una scuola che "forma degli uomini, e fa uscire da sé dei cittadini con un forte senso critico e una sviluppata capacità imprenditoriale".
Che formerà soprattutto "dei cittadini capaci di darsi un futuro nel mondo del lavoro in Europa e nel mondo".Se ci sarà bisogno di "cicli diversi perché c'è chi e chi ci mette meno e chi più tempo ad apprendere", ogni ragazzo "dovrebbe essere in grado di realizzare se stesso, parlarle bene in inglese, essere insomma cittadino del mondo".Migliorare le strutture Per realizzare tutto ciò Berlusconi ribadisce che sarà necessario "Intervenire prima di tutto sulle strutture tecniche, dare ambienti conformi a queste esigenze", e migliorare in generale "la qualità dell'ambiente scolastico".
Risultati ottenibili con la "competizione tra scuola pubblica e privata", perché "solo la competizione migliora la qualità, la competizione è ciò che ci da tutto, come nella scienza ed anche nella vita politica".Resta inteso che le "scuole private non devono essere riservate solo a chi è ricco", ma la competizione creerà opportunità "anche a chi è meno fortunato di mettere a frutto i propri talenti".
Non si tratta quindi "di una scuola di classe, come accusa la sinistra, ma è esattamente il contrario".Sostegno alla MorattiA sostegno della riforma parla anche il ministro La Loggia.
"Dietro la Moratti - afferma - c'è un partito, un governo, una maggioranza, e quando parla, parla a nome di tutti".
La Loggia aggiunge tuttavia che "nessuno ha mai detto che sarà un provvedimento blindato e immodificabile".Una riforma profondaMaroni, da parte sua definisce il progetto "ambizioso", "una riforma vera e profonda".
Secondo Maroni, nella discussione occorre perciò "superare le posizioni ideologiche", avendo ben chiaro l'obiettivo finale.
"Se la prospettiva è quella di accontentare tutti, allora si fa una riformetta".
Occorre quindi avere la forza "di realizzare una proposta coerente, tenendo conto dell'opinione di tutti".
In discussione il documento di proposta di riordino dei cicli scolastici redatto dal Gruppo ministeriale presieduto dal professor Giuseppe Bertagna.
Sono intervenuti i ministri Enrico La Loggia, Roberto Maroni, Antonio Marzano, Letizia Moratti, e infine Silvio Berlusconi.Una "riforma assolutamente indispensabile".
È la … convinzione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che è intervenuto a conclusione della due giorni di lavori.
Una riforma necessaria, "lo provano questi accadimenti", queste "grida scomposte che non portano a null'altro che a ribadire la volontà di cambiamento del governo".
Occorre una scuola che sviluppi la "capacità critica", ed "educhi gli studenti alla libertà".Valorizzare il capitale umanoNell'epoca della globalizzazione un paese "vale non per le materie prime, ma per il suo capitale umano ed il livello a cui riescono ad esprimersi i cittadini", e in questo "purtroppo siamo molto indietro".
Recenti dati Ocse, ricorda Berlusconi "ci danno 'maglia nera' in molte situazioni", a cominciare dalla scuola.
Il governo quindi "è costretto a cambiare".Formare dei cittadini del mondo"La scuola che abbiamo nel cuore - prosegue il premier - è quella che il nonno ha in mente per i suoi figli e per tutti i nipotini d'Italia".
Sarà una scuola che "forma degli uomini, e fa uscire da sé dei cittadini con un forte senso critico e una sviluppata capacità imprenditoriale".
Che formerà soprattutto "dei cittadini capaci di darsi un futuro nel mondo del lavoro in Europa e nel mondo".Se ci sarà bisogno di "cicli diversi perché c'è chi e chi ci mette meno e chi più tempo ad apprendere", ogni ragazzo "dovrebbe essere in grado di realizzare se stesso, parlarle bene in inglese, essere insomma cittadino del mondo".Migliorare le strutture Per realizzare tutto ciò Berlusconi ribadisce che sarà necessario "Intervenire prima di tutto sulle strutture tecniche, dare ambienti conformi a queste esigenze", e migliorare in generale "la qualità dell'ambiente scolastico".
Risultati ottenibili con la "competizione tra scuola pubblica e privata", perché "solo la competizione migliora la qualità, la competizione è ciò che ci da tutto, come nella scienza ed anche nella vita politica".Resta inteso che le "scuole private non devono essere riservate solo a chi è ricco", ma la competizione creerà opportunità "anche a chi è meno fortunato di mettere a frutto i propri talenti".
Non si tratta quindi "di una scuola di classe, come accusa la sinistra, ma è esattamente il contrario".Sostegno alla MorattiA sostegno della riforma parla anche il ministro La Loggia.
"Dietro la Moratti - afferma - c'è un partito, un governo, una maggioranza, e quando parla, parla a nome di tutti".
La Loggia aggiunge tuttavia che "nessuno ha mai detto che sarà un provvedimento blindato e immodificabile".Una riforma profondaMaroni, da parte sua definisce il progetto "ambizioso", "una riforma vera e profonda".
Secondo Maroni, nella discussione occorre perciò "superare le posizioni ideologiche", avendo ben chiaro l'obiettivo finale.
"Se la prospettiva è quella di accontentare tutti, allora si fa una riformetta".
Occorre quindi avere la forza "di realizzare una proposta coerente, tenendo conto dell'opinione di tutti".
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