19 GEN 2002

Ds: Assemblea della mozione «Tornare a vincere» (I giornata)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 5 sec
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Il cosiddetto «correntone» chiama a raccolta i suoi sostenitori e fa il punto della situazione all’interno dei Democratici di Sinistra a due mesi dal congresso di PesaroRoma, 19 gennaio 2002 - Prima giornata dell'Assemblea Generale della Mozione «Tornare a vincere» sul tema: “Quale sinistra, quale opposizione, quale Italia”.Dure critiche alla segretaria Fassino“Questo non è un partito nel partito”.

Così esordisce Giovanni Berlinguer nel corso della sua relazione introduttiva, rassicurando gli intervenuti che però salutano con un caloroso applauso il segretario nazionale della
Cgil Sergio Cofferati, presente tra gli invitati.Non sono poche le critiche che arrivano alla linea del partito guidato da Piero Fassino, dopo il congresso di Pesaro.

“Mancano completamente gli interlocutori per la istituzione del partito unico della sinistra”, inutile e dannosa la competizione all’interno della coalizione dell’Ulivo tra Ds e Mergherita, “conflittualità che può essere disastrosa”, inoltre emerge troppo spesso “uno spirito inconcludente di nicchia”, interno al partito stesso.

L’offensiva di BerlusconiBerlinguer invita il più grande partito della sinistra italiana a “rallentare e bloccare l’offensiva di Berlusconi”, che non rappresenta altro che la versione italiana “della globalizzazione militarizzata” che occupa la scena dell’economia e della politica internazionale.Per sconfiggere il terrorismo, per l’ex presidente del Comitato nazionale di Bioetica, negli Usa si adottano “misure liberticide” che tendono ad essere imitate anche in casa nostra: “nessuno può ignorare la tendenza a coartare la libertà, ne sono esempi i colpi alla magistratura e alla cultura”, inferti dal governo di centro destra.Difesa dell’esistenteSi deve invece ripartire dal rapporto con i movimenti anti globalizzazione, con i giovani che si affacciano alla politica, i quali, dalla politica “aspettano un incoraggiamento e vogliono essere aiutati a vincere”.

Da questa dimensione di massa “si crei – sottolinea Berlinguer - un raccordo con essi per la difesa dell’esistente” come base per le nuove conquiste sociali.“Leggi orrende” nei 100 giorniAnche l’atteggiamento nei confronti del governo messo in campo dalla segreteria Fassino non piace a Giovanni Berlinguer.

“Nei primi 100 giorni il governo ha varato leggi orrende, e non vi era l’opposizione”.

Calorosi applausi – dopo quelli per Cofferati – interrompono il leader della mozione «Tornare a vincere» quando ribadisce: l’opposizione “non c’è stata, né per un ora né per un minuto”.“Dire qualcosa di sinistra”Inutili e “nostalgiche le rivendicazioni dei meriti della sinistra per l’ingresso nel blocco dell’Euro”.

Berlinguer chiede alla segreteria di “dire qualcosa di sinistra sull’Europa” per criticare la condotta del governo nell’ambito dell’Ue.

Occorre mettere un argine al “populismo e al nazionalismo della destra”.Rischio regimePer Paolo Silos Labini il paese scivola irrimediabilmente verso una “situazione di pericolo”.

Il “rischio di regime c’è” e con questa destra “occorre evitare di fare compromessi, perché si porta a casa solo un pugno di mosche”.

All’attuale dirigenza dei Ds, Labini rimprovera anche la Bicamerale per la riforma della Costituzione: Non si può fare le riforme con “una banda di delinquenti”.Pluralismo interno, una ricchezza dei Ds“Il pluralismo interno è una ricchezza del partito”.

Piero Fassino, ciò premesso, ribatte punto per punto alle critiche mossegli, ma non convince gli esponenti del correntone che rispondono con brusii e salutano la fine del suo intervento con una applauso poco convinto.Il problema del consensoLa destra “accentua la sua aggressività politica”, ammette Fassino, “i legami di massa sono da rilanciare”, aggiunge, e “occorre dare al partito la proiezione necessaria”, ma il partito “non è un sistema parlamentare”, dove “si fa opposizione per mettere in difficoltà la maggioranza”.

Ben vangano le critiche dalla mozione di Berlinguer, ma occorre “non perdere di vista l’obiettivo comune, cioè di lavorare insieme per ricostruire il consenso”.Il consenso è il problema principale.

Fassino ricorda che l’obiettivo dell’opposizione deve “essere quello di bucare l’impermeabilità del consenso” raccolto da Silvio Berlusconi.

Voler del resto misurare i risultati della nuova dirigenza a soli due mesi da Pesaro sarebbe eccessivo.La politica economicaIl confronto deve avvenire sui temi che cementano il successo della destra.

Per esempio “facendo i conti con la politica economica di Tremonti”, che convince molti, anche nell’elettorato di sinistra “che però chiede più protezione” sociale e garanzie.Lamentarsi poi della latitanza della dirigenza sulla questione del partito unico della sinistra a soli due mesi dal congresso, “dopo 50 anni di divisione”, è per Fassino davvero fuori luogo.

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