11 FEB 2002

Margherita: Assemblea Costituente

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 5 ore 29 min

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L’Assemblea costituente della Margherita rilancia la leadership di Rutelli e boccia il partito unico dell’UlivoRoma, 11 febbraio 2002 – Si è svolta presso l'Hotel D'Azeglio l’Assemblea costituente della Margherita, ultimo appuntamento del “parlamentino” interno prima del congresso di fine marzo.Alla fine della giornata di lavori i delegati hanno approvato il regolamento congressuale.

Sul piano politico l’assise ha detto no al partito unico dell'Ulivo, riproponendo una Margherita forte e con spazi di autonomia maggiore nella alleanza di centrosinistra, con un leader indiscusso:
Francesco Rutelli.

No al partito unicoProprio dalla questione del partito unico ha inizio l’intervento di Francesco Rutelli.

Chi “evoca il partito unico dell'Ulivo farebbe uno storico regalo a Berlusconi, superiore perfino a non aver fatto una legge sul conflitto d'interessi quando il centrosinistra era al governo”.L'importanza strategica della MargheritaNon è in discussione “l'importanza strategica della Margherita che è e sarà un fatto nuovo indispensabile per la competitività dell'Ulivo”.

Rutelli ribadisce che “i partiti nel momento elettorale incidono e contano in funzione del loro radicamento e noi stiamo costruendo un partito nuovo”.In questo senso occorre evitare una eccessiva competizione con i Ds.

“Sarebbe sbagliata e priva di senso una concorrenza della Margherita verso la sinistra, non solo per lealtà verso i Ds, ma verso l'intera coalizione”.Raccogliere il voto moderatoDel resti il riferimento politico del nuovo partito è quello di “mettere assieme il profilo ulivista proprio della Margherita, come aggregare voti moderati, senza rinunciare ad avere un profilo netto”.Confermata la leadershipFranco Marini nel suo intervento ribadisce che spetta “a Rutelli il compito di fare questo partito”.

Partito che dev'essere “più autonomo nella alleanza, riempiendo quegli spazi che i Ds non possono occupare”.Nicola Mancino ritiene che non esista il problema dell’incompatibilità delle cariche.

“Il problema dell'alternativa non lo vedo - afferma - non è praticabile.

Chi pone questo pone un falso problema, vuole il ridimensionamento di una creatura politica che sta per nascere”.

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