21 FEB 2002

Ds: «Dall'Euro alla Costituzione Europea» (con Fassino)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 4 ore 38 min
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Fassino chiede l’impegno dei Ds per promuovere una “Europa massima possibile”, passando per il rafforzamento del PSERoma, 21 febbraio 2002 - I Democratici di Sinistra ritengono fondamentale seguire da vicino le fasi successive all'insediamento ufficiale della Convenzione Europea e per questo motivo hanno organizzato un convegno sul tema: “Dall'Euro alla Costituzione Europea”.

Hanno partecipato tra gli altri, Giorgio Napolitano, Leopoldo Elia, Giuliano Amato, Piero Fassino.Il governo vuole un’Ue minimaNecessario per gli esponenti della Quercia tenere d’occhio le prospettive, le
potenzialità e i rischi del processo di integrazione europea, anche perché occorre vigilare sull’operato del governo che è animato, come ha detto il segretario Piero Fassino, dall'opzione di “Un’Europa minima possibile”.Fassino ha sottolineato come ad oggi in Italia, con l'avvento del governo di centro destra sia in corso un “mutamento di atteggiamento nei confronti dell'Europa''.

Se in passato “il senso comune era che a stare in Europa l'Italia ci guadagnava”, ora la linea prevalente è quella di puntare a “quel tanto di Europa della quale non si può fare a meno”.Gli argomenti della destraÈ, quella di Berlusconi, una politica “delle mani avanti”.

Di fronte all’Ue inoltre si sbandiera “un argomento molto insidioso”, che è quello “della difesa dell'interesse nazionale, con un rovesciamento dell'atteggiamento culturale dell'opinione pubblica italiana”.Fini e l’Ue delle patrie''Per i Ds – continua Fassino- è una battaglia decisiva considerare la Convenzione come occasione per non mutare la collocazione dell'Italia in Europa”.

Collocazione messa in forse anche da Gianfranco Fini, scelto come rappresentante nella Convenzione Ue, del quale Fassino non può dimenticare “che al congresso di Napoli, l'anno scorso, Fini e An parlarono di 'Europa delle patrie', espressione con cui in Europa si è visti certo non a favore dell'integrazione”.Un’Ue massima possibileI Ds, per bocca di Fassino, si dicono favorevoli ad “un'Europa 'massima possibile'”, anche perché “da sempre in Italia vi è nel nostro paese un tasso di europeismo o di minor euroscetticismo” maggiore degli altri Stati dell'Unione, motivato anche dal fatto che gli italiani hanno spesso visto l'Europa come “un elemento di modernizzazione del paese”.l'Europa per crescere dovrà avere una sua politica estera.

Questo è un “primo pilastro” da cui partire, perché l'Europa deve essere “capace di parlare ed agire con una voce sola cioè con una politica estera efficace: questo è un obiettivo altissimo e anche se non lo si riesce a raggiungere in tempi brevi bisogna lavorare per creare queste condizioni”.I rapporti con gli Usa Il centrodestra appare invece più volto a stringere i rapporti oltre Atlantico, mettendo da parte la logica della “complementarietà” che l'Italia ha sempre seguito nella gestione comune dell'alleanza con il Patto Atlantico da una parte e del progetto europeo dall’altra.In questo contesto Fassino inquadra le ultime dichiarazioni del ministro della Difesa Antonio Martino che ha ridimensionato l'ipotesi di una forza militare europea, argomentando che la Nato è già sufficiente.

Necessario il voto a maggioranzaPer rafforzare le politiche europee occorre dar corso ad un “passaggio essenziale” e cioè andare verso il voto a maggioranza per le scelte in Europa.

Importante anche un referendum popolare che legittimi la nuova Carta costituzionale che la Convenzione ha il compito di stendere.Rafforzare il PSEIl problema in questo contesto - conclude Fassino – è che “i partiti europei sono molto fragili ed in particolare lo è il Partito socialista europeo, quindi si pone un problema di elaborazione politica avendo ben presente che il socialismo europeo non è il risultato della somma di 15 politiche”.

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