20 MAR 2002

Uccisione Marco Biagi: Il commento a caldo di Massimo Bordin a Radio Radicale

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 11 min 10 sec
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20 marzo 2002 - Il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin è intervenuto nel corso della programmazione notturna per commentare, a poche ore di distanza, l'uccisione del collaboratore del ministero del lavoro Marco Biagi.

Qui di seguito la trascrizione integrale dell'intervento."Corriamo il rischio di ritrovarci in una situazione assai difficile, perché in realtà oggi questo omicidio riporta l'Italia in una situazione da incubo da anni '70.

attribuire la colpa alle BR mi sembra sensato.Questo è un aspetto ancora, certo, da approfondire, però non c'è dubbio che la memoria corre ad un
altro omicidio, quello del professor Enzo Tarantelli, nel momento in cui uno studioso di sinistra proponeva una serie di soluzioni riformiste per il mondo del lavoro.

Questo editorialista del sole24ore e professore dell'università di Modena (che è una "culla" del pensiero economico di sinistra), in sostanza paga con la sua vita un ruolo di consulenza ad un ministro del governo di centrodestra - questo è un altro aspetto assai significativo.

Questo non vuol dire, ovviamente, chiamare in causa il movimento di Agnoletto: non vi è dubbio che non c'è rapporto tra i 300.000 di Genova e chi ha ucciso il povero professore.

Però è assolutamente evidente che c'è un filo rosso - ed è rosso - che continua ad essere presente nella realtà italiana di gente armata che pensa di mettere a tacere chi propone ipotesi riformiste …qui non è stato ucciso un "liberista selvaggio", come direbbe un membro del Correntone: è stato ucciso un riformista, semplicemente perché proponeva soluzioni "altre", da gente che pensa solo di ragionare con la pistola.Questo è terribile, e dovrebbe porre delle riflessioni a chi rappresenta a suo modo un "movimento".

Ora, purtroppo la dichiarazione di Agnoletto sul parallelo tra le bombe di Piazza Fontana e l'omicidio di questa sera è tragicamente - per usare un eufemismo - inadeguata: questo è uno dei problemi con i quali non la sinistra (speriamo) ma il Governo dovrà fare i conti, perché lo sciopero generale convocato - "unitario" secondo alcuni leader sindacali, "unito" secondo altri, oggi è oggettivamente macchiato di sangue.

Oggi è un problema che oggettivamente i sindacalisti dovranno risolvere.Il "raffinato" Bruno Trentin oggi, nel convegno sul riformismo, proponeva la riformista e raffinata tesi che chi abroga l'erticolo 18 vieta ai lavoratori di organizzarsi in sindacato; e diceva a una platea anche vasta che chi oggi si batte contro l'art.18 è chi vuole evitare che oggi nelle fabbriche ci si possa iscrivere al sindacato, perché quelli che potranno vendere i "bollini" per l'iscrizione al sindacato verranno ormai licenziati dal "padrone".

E' un falso.

E' un falso anche secondo la CGIL .

[…]Non sto dicendo che c'è un rapporto tra questo che dice Trentin oggi all'Eliseo ad una platea assolutamente estranea a qualsiasi ipotesi di qualcosa che sia meno che legale, e quello che è successo stasera a Bologna sotto i portici alle 8,30.

però è assolutamente, credo, da tener presente il fatto che questo tipo di polemica che solop i radicali hanno portato al centro del dibattito politico oggi ha prodotto anche un morto.

Un morto che è stato ucciso solo per aver scritto, non per aver fatto altro.

Per l'intanto una cosa è sicuramente da notare: come l'Unità Nazionale sembra essere, nei "fondi" di Pionati come in Porta a Porta, l'unica soluzione possibile, quando invece vi è chiaramente una divisione, una divisione che però può essere, come in un paese civile, risolta non a colpi di pistola ma semplicemente con il dibattito, il voto e la scelta" .

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