21 MAR 2002

Cgil: Conferenza stampa di Sergio Cofferati

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 31 min 7 sec

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Cofferati, dopo l'assassinio di Marco Biagi, conferma la manifestazione del 23 marzo e auspica un ritorno alla normalità nella dialettica politica Roma, 21 marzo 2002 - Il segretario della Cgil Sergio Cofferati ha illustrato ai giornalisti in una conferenza stampa il programma della manifestazione del 23 marzo che si terrà nelle vie della Capitale."Quella di sabato non sarà più una festa", ha detto Cofferati, precisando che comunque le manifestazione si farà, "cambiando però le parole d'ordine.

Sarà "una giornata di lotta contro il terrorismo, per la difesa della democrazia e per
l'affermazione dei diritti" in cui "i momenti di spettacolo che erano stati programmati prima e dopo la manifestazione sono stati cancellati".Dopo l'assassinio di Marco Biagi cambiano le modalità dell'evento in programma "per riportarlo a un carattere più strettamente sindacale".La ripresa del dialogo Commentando l'offerta di confronto del ministro Maroni, Cofferati indica che "Non è chiaro cosa significhi ripresa del dialogo, ma - precisa - il dialogo non si e' mai interrotto.

Le richieste restano in campo", così come "l'opinione delle organizzazioni sindacali: nessun riferimento all'art.

18".

Se il governo organizzerà un nuovo incontro si rimarrà su questa posizione".Il segretario della Cgil aggiunge che "la sostanza del confronto non è cambiata, e non è produttivo un confronto che abbia ipotesi di modifica dell'art.

18".

A Maroni ripete che "la posizione della Cgil contro il terrorismo "è sempre stata senza tentennamenti ed equivoci: siamo stati e continuiamo ad essere un bersaglio del terrorismo".Mantenere le posizioni"In questo momento - continua Cofferati - è più che mai necessario ricostruire le condizioni della normalità nella dialettica sociale".

Per il sindacato "questo significa riconfermare le valutazioni sulle politiche che il Governo ha messo in campo".Non fare questo significherebbe "accettare le provocazioni e non combattere a viso scoperto le intenzioni di chi uccide e di chi sta dietro a questi atti di terrorismo".

E' quindi indispensabile "evitare che il merito e i tempi delle dinamiche sociali siano dettate da chi uccide".Questa è la ragione per "mantenere la manifestazione di sabato, cambiando le sue priorità ma confermando le motivazioni iniziali".

leggi tutto

riduci