18 APR 2002

Ulivo: «Il conflitto d'interessi in Italia e in Europa» conferenza stampa di Rutelli e Fassino

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 39 min 30 sec
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Rutelli e Fassino dopo le nomine Rai parlano di “occupazione” dell’informazione televisiva e si appellano all’intervento de presidente CiampiRoma, 18 aprile 2002 – Conferenza stampa di Francesco Rutelli e Piero Fassino per esporre le iniziative cui la coalizione dell’Ulivo intende dare vita relativamente al conflitto d’interessi in Italia e in Europa.

Nel corso della discussione i due leader hanno anche commentato le nomine espresse dal Cda Rai.“L'Ulivo considera la questione della libertà di informazione la prima questione democratica” e vuole porla “nelle sedi
giuste”.

È Francesco Rutelli a spiegare con queste parole, la posizione della coalizione di centrosinistra rispetto alle prime mosse del nuovo Cda RaiCoinvolgere CiampiRutelli chiarisce che l’Ulivo intende “coinvolgere anche il capo dello Stato quale arbitro e garante della democrazia”.Il ploblema sta nel fatto che presidente del Consiglio, “controlla ormai l'85% dell'informazione televisiva e il 90% del mercato pubblicitario per le tv”.Al capo dello Stato “non verrà rivolta alcuna richiesta sulle nomine, ma gli sarà chiesto solo di svolgere la funzione di garanzia della libertà' e dei principi costituzionali”.La funzione di garanzia “si esercita attraverso la persuasione morale, altre forme scritte nella Costituzione e altre modalità informali proprie del dialogo.

I presidenti della Repubblica hanno esercitato entrambe e se da una parte politica venisse richiesto di esercitarne una sarebbe indebito e scorretto”, conclude Rutelli.La Rai e la politica“La Rai – aggiunge - è sempre stata molto sensibile alle maggioranze politiche”.

Una “attenzione” che ha anche provocato “alterazioni, errori o sbilanciamenti.

Ma non si è mai visto quello che sta accadendo adesso”.“Nel tempo del centrosinistra la Rai - sottolinea dal canto suo Piero Fassino - non è stata soltanto la Rai di Santoro, di Luttazzi o di Fazio, ma è stata anche la Rai di Vespa, di Mimun, in un equilibrio che consentiva ai cittadini di poter fruire di informazioni, dibattiti, spettacoli pluralisti”Occupazione intollerabileIl leader dei Ds Denuncia quindi “l'intollerabile situazione di occupazione dell'informazione televisiva.

In passato, con la maggioranza di centrosinistra erano garantiti spazi notevoli all'opposizione il cui leader deteneva comunque un network televisivo privato”.Quanto al presidente Baldassarre, Fassino si aspettava “che il suo primo interesse fosse valorizzare le risorse dell'azienda, ma per ragioni di fazione politica ha ritenuto di non usare le personalità che hanno fatto forte la Rai in questi anni.

Tutto ciò aggrava il conflitto in cui versa il sistema politico e informativo italiano”.L'Ulivo per altro “non chiede ai consiglieri Rai di riferimento di dimettersi, saranno loro a dover valutare se sussistono i presupposti per continuare”.

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