01 MAG 2002

Cgil, Cisl e Uil: Manifestazione del Primo Maggio (Con Angeletti, Pezzotta e Cofferati)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 30 min

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L’Art.18 non si tocca.

Unanime il consenso dei leader sindacali nel giorno della festa dei lavoratori.

Il dialogo riparta ma non dalla discussione sullo statuto dei lavoratoriBologna, 1 maggio 2002 - Manifestazione organizzata dai sindacati confederati Cgil, Cisl e Uil in occasione dei festeggiamenti del Primo Maggio.

Intervengono Luigi Angeletti, segretario generale Uil, Savino Pezzotta, segretario generale Cisl, Sergio Cofferati, segretario generale della Cgil.La festa del lavoro è l’occasione per manifestare contro il governo Berlusconi, contro le modifiche all'articolo 18, per la difesa
dei diritti, contro il terrorismo.

La manifestazione nazionale si è svolta a Bologna, la città dove è stato assassinato Marco Biagi, proprio per ricordare l'impegno delle organizzazioni sindacali nella lotta al terrorismo.Dopo lo sciopero generale del 16 aprile, le parti sociali attendono la ripresa del dialogo, ma i leader sindacali insistono nel chiedere lo stralcio della norma che modifica l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Non si trattaPer la Cgil di Sergio Cofferati senza lo stralcio non ci sarà nemmeno il negoziato.

“Sui diritti non si tratta – ribadisce Cofferati – i diritti vanno riconosciuti, rispettati e sanciti.

Sono una parte importante della storia del paese.

Altro è trattare sui soldi, l'orario di lavoro, le condizioni materiali dei lavoratori”.Fallimentare, secondo il leader della Cgil fino ad oggi la politica economica e sociale del governo: l'equilibrio dei conti pubblici è largamente compromesso; la riforma fiscale peserà sulle fasce più deboli; il sistema pensionistico rischia la catastrofe con la decisione di ridurre i contributi per i neo assunti; la lotta al sommerso “sbagliata, inefficace e propagandistica”.Il Governo - afferma Cofferati – sull’art.18 deve agire “senza tatticismi e furbizie.

Non può pensare di riproporre le stesse materie in un disegno di legge”.

Rimane tra l’altro ferma l'opposizione del sindacato alla riduzione dei contributi previdenziali perché “avranno effetti potenzialmente distruttivi per il sistema previdenziale”.No a decisioni unilaterali“È giunto il momento di voltare pagina nel rapporto tra governo e parti sociali”.

Questa la richiesta del segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, il quale ribadisce che “per riprendere un confronto proficuo con il governo e le associazioni imprenditoriali è necessario da parte loro un indirizzo chiaro di discontinuità sia nei comportamenti sia nella strategia di politica economica e sociale”.Deve concludersi, per Pezzotta la stagione “delle decisioni unilaterali” del governo.

Si tratta “di macigni che il governo deve rimuovere dai suoi comportamenti”.

Il sindacato non è “ostile alle riforme e il governo mente quando lo afferma.

Un mercato del lavoro più efficiente è nell’interesse dei lavoratori.

Ma si deve investire nel lavoro e nei lavoratori”.Unica via: La concertazionePezzotta in questo senso rilancia la concertazione e una nuova stagione di patti sociali.

“Bisogna ripartire - afferma - dallo spirito concertativo che ha consentito di realizzare l'accordo sul pubblico impiego per puntare ad una nuova stagione di confronto e di accordi.

Solo in questo modo è possibile ridare un senso condiviso anche alla politica dei redditi.

Il nuovo confronto se vuole essere produttivo deve essere propedeutico alle scelte dell'imminente Dpef”.Il sindacato, conclude il leader della Cisl, intende quindi attraversare la prateria del mercato dove oggi vi sono milioni di lavoratori senza tutele e garanzie, per liberarli dello sfruttamento e dalla precarietà”.Anche per il segretario generale della Uil Luigi Angeletti “la cosiddetta riforma dell'art.

18 non è una riforma, non produrrà nuova occupazione.

Anzi si produrrà l'esatto contrario.

In discussione ci sono diritti di libertà, potere e dignità dei lavoratori”.

Per questo è “inaccettabile qualsiasi modifica”.

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