15 MAG 2002

Ceas: Nuove forme di terrorismo ed intelligence nel XXI secolo (I giornata)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 46 min

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Frattini assicura che il Ddl del governo intende adeguare i servizi di sicurezza alla lotta contro il terrorismo internazionale, mentre il Sismi avverte: “È possibile solo stabilire come e quando ci sarà il prossimo attentato” Priverno (Latina), 15 maggio 2002 – Il «Centro Alti Studi per la lotta al terrorismo e alla violenza politica» (Caes) ha organizzato un convegno sul tema: “Nuove forme di terrorismo ed intelligence nel XXI secolo”.Nel corso della prima giornata di lavori sono intervenuti tra gli altri, Mario Mori, direttore del Sisde, Nicolò Pollari, direttore del Sismi, Franco Frattini, ministro per la funzione pubblica e il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza, Luigi Ramponi, presidente Commissione Difesa della Camera, Maurizio Calvi, presidente del Ceas.Globalizzazione del terrorismo“La risposta alla globalizzazione della minaccia terroristica può venire solo dal grande rafforzamento della cooperazione tra i servizi di intelligence dei diversi paesi, ed è quanto sta avvenendo come mai prima dopo l'11 settembre”.

È questa la strategia proposta dal ministro Franco Frattini, che ritiene che una rete mondiale comune di intelligence, almeno su alcuni temi, per combattere efficacemente il terrorismo.In chiave internazionale, nel contesto della lotta al terrorismo, “i servizi italiani godono di un eccellente apprezzamento da parte dei partner europei e non solo”.

Ma la cooperazione “richiede un grandissimo impulso politico, con il coinvolgimento dei governi, che devono conoscere le informazioni per poter meglio intervenire”.Fissare gli obiettiviÈ peraltro un errore occuparsi “dei servizi solo quando falliscono”.

Frattini perciò chiede di “fissare prima gli obiettivi, indicando mezzi e risorse per conseguirli, e in tal modo ci saranno maggiori speranze di successo”.Grazie al disegno di legge di riforma dei servizi presentato poche settimane fa, il governo intende garantire al “presidente del Consiglio la possibilità di agire al meglio”, con il sostegno del “Cesis che assuma sempre più attivamente il ruolo di supporto alle funzioni del premier”.Frattini a tal proposito si augura “che in parlamento l'opposizione non faccia una 'guerra santa' sull'approvazione del provvedimento”, sperando che “ci sia senso di responsabilità da parte dell'opposizione e che il disegno di legge venga approvato al più presto, in modo da aprire una nuova stagione per l'intelligence italiana”.L’11 settembre e dopoNicolò Pollari, direttore del Sismi, ha ammesso che per i servizi di tutto il mondo “l’11 settembre è stata una grande sorpresa”, anche se “a livello di studio tale eventualità era stata prospettata da taluni”.

La sorpresa ha però una giustificazione, che è “legata alla mancata valutazione di alcuni scenari sensibili di sicurezza interna anche in Italia”.L’attenzione dell’intelligence “sul finire degli anni Novanta è stata tutta concentrata verso gli arsenali atomici dell’ex Urss, la criminalità organizzata, e i flussi d’immigrazione.

L’11 settembre è stata una sveglia di colpo”, di fronte alla quale si può solo citare la “valutazione del direttore dell’anti terrorismo della Cia, e cioè che con la presenza di tali e tanti obiettivi possibili, una difesa perfetta non esiste.

Il problema è stabilire come e quando ci sarà il prossimo attentato”.Il patrimonio di Al QaedaAl Qaeda ha un patrimonio che “non è solo costituito da una organizzazione di persone, ma è anche un modo di pensare che caratterizza popoli e governi”, mentre il patrimonio vero e proprio “è stimabile nell’ordine di 5 miliardi dollari”.Le rendite prodotte da tali fondi – prosegue Pollari – “trovano i seguenti impieghi: il 90% in logistica e il 10% negli attentati”.

Si tratta quindi “di un’organizzazione di tutto rispetto che dedica agli assetti organizzativi enorme attenzione, al fine di potersi assicurare quello che sta facendo nei termini migliori possibili”.Al Qeada è finanziata “da alcuni stati, tradizionalmente molto ricchi ed essenzialmente islamici, ma anche da organizzazioni economiche internazionali, ricorrendo spesso anche all’autofinanziamento”.Ad oggi è possibile elencare una “casistica di gruppi di finanziamento”.

In primo luogo essa ricorre ai “finanziamenti diretti di alcuni paesi ricchi islamici”, e tali “finanziamenti continuano ad esserci”.

Inoltre beneficia anche di “forme occulte di sostegno, come la gestione di grandi commesse legate alle risorse nobili quali il petrolio, oppure le risorse legate all’ambito dei sistemi di proliferazione delle armi di distruzione di massa”.Un altro flusso è costituito “dall’inserimento nei paesi ricchi”, attraverso varie “partecipazioni a capitali di varie società e modificazione di asset societari”.

Secondo Nicolò Pollari, “dopo l’invasione in Afganistan si trasformano ogni giorno a Dubai in oro due tre milioni di dollari”, mentre in “Congo e Sierra Leone vi sono ingentissimi acquisti di diamanti per dissimulare il flusso di tali masse di risorse”.La cooperazioneQuindi la Globalizzazione dell’economia e dei fenomeni terroristici ha prodotto una “volatilità e una smaterializzazione dei patrimoni”.

In quest’ottica le “economie che regolano gli scambi appaiono come strumenti praticamente delegiferati”.

DI fronte a questa “sorta di ageograficità”, del terrorismo, l’unica risposta è, anche secondo Pollari, la cooperazione tra i servizi di intelligence dei diversi paesi.

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  • Gianfranco Pinos, webmaster Ce.A.S., Presentazione del portale CEAS sulla sicurezza

    Indice
    0:00 Durata: 14 min 40 sec
  • Maurizio Calvi, presidente del Ce.A.S., The Glocal Strategy

    Introduzione
    0:15 Durata: 31 min 36 sec
  • Mario Mori, direttore Sisde, Politica e intelligence italiana di fronte ai nuovi scenari geostrategici

    Dibattito
    0:47 Durata: 20 min 34 sec
  • Nicolò Pollari, direttore Sismi, I canali di ossigenazione del terrorismo internazionale

    1:07 Durata: 24 min 18 sec
  • Vincenzo Scotti, ex ministro, Intelligence e politica

    1:32 Durata: 14 min 52 sec
  • Franco Frattini, ministro per la funzione pubblica e il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza, Il ruolo dell’Intelligence dopo l’11 settembre

    1:47 Durata: 33 min 47 sec
  • Luigi Ramponi, presidente Commissione Difesa della Camera, Cyberspazio: quinta dimensione della guerra

    <strong>Link</strong> Il sito del Ceas
    2:20 Durata: 26 min 33 sec