21 MAG 2002

Istat: Presentazione del rapporto annuale, la situazione del Paese nel 2001

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L'economia italiana cresce dell'1,8%, oltre un punto in meno rispetto all'anno precedente, e i consumi solo dell'1%.

Per l'Istat pesa su tutto il clima di incertezza emerso dopo l'11 settembre Roma, 21 ,maggio 2002 - Con l'attuale edizione il "Rapporto annuale dell'Istat" compie dieci anni.

In questo lasso di tempo, esso ha rappresentato un appuntamento consolidato per offrire un quadro, in modo documentato, sulla situazione sociale ed economica del nostro Paese e per fornire uno strumento di servizio e conoscenza per le istituzioni, le imprese e i cittadini.

Con questa edizione, illustrata dal
presidente Luigi Biggieri, l'Istat ha concentrato l'attenzione del Rapporto sull'analisi delle differenze di struttura, dei processi e dei comportamenti.

I temi esplorati sono relativi all'industria e ai servizi, al lavoro e ai lavori, alle condizioni di vita e ai comportamenti sociali e, infine, all'offerta dei servizi ai cittadini.

Segnali di stagnazione Nel 2001- si legge nel Rapporto - l'economia italiana cresce dell'1,8%, oltre un punto percentuale in meno rispetto all'anno precedente.

Dopo cinque anni, torna positivo il differenziale di sviluppo rispetto all'Uem (+0,3 punti).

In termini congiunturali, il Pil mostra segnali di stagnazione a partire dal secondo trimestre.

Sulla base della stima preliminare, nel primo trimestre di quest'anno si registra un lieve recupero (+0,2%) che va a compensare il calo, di uguale ampiezza, del trimestre precedente.

Alla luce di questo risultato, l'acquisito per il 2002 risulta pressoché nullo.

I consumi privati aumentano appena dell'1% (oltre il 3% nel 2000).

La spesa delle famiglie registra una dinamica inferiore a quella del reddito disponibile; si contrae pertanto la propensione media al consumo, interrompendo la tendenza crescente degli anni precedenti.

Sui comportamenti di spesa pesano negativamente prima l'andamento incerto dei mercati finanziari e la ripresa dell'inflazione e, successivamente, il clima di incertezza emerso dopo gli attentati dell'11 settembre.

Industria in recessione La dinamica dell'attività produttiva si presenta molto diversificata tra i settori.

Il sostegno alla crescita proviene dal terziario market oriented e dalle costruzioni.

In recessione il settore industriale, che registra nel corso del 2001 la caduta più ampia (-4,3%) dopo quella della crisi 1992-1993.

Bene l'occupazione Nonostante il rallentamento dell'attività economica l'occupazione segnala ancora uno sviluppo sostenuto, con un incremento del 2,1% (oltre 430 mila persone in più).

Per il terzo anno consecutivo, scende il tasso di disoccupazione (9,5% in media annua).

La riduzione è significativa anche nel Mezzogiorno (dal 21,0% al 19,3%).

Italia, regno della piccola impresa Per quanto riguarda i risultati economici e gli aspetti organizzativi delle imprese italiane, rispetto agli altri paesi Ue, il sistema delle imprese italiane risulta caratterizzato da un elevato numero di imprese attive (circa 4 milioni) e da una dimensione media estremamente ridotta (3,6 addetti).

In Italia operano circa un quarto di tutte le imprese industriali dei paesi Ue, un quinto di quelle dei servizi e un sesto degli addetti.

Trova inoltre conferma l'esistenza di notevoli differenze territoriali riguardo al costo e alla produttività del lavoro.

Le imprese del Mezzogiorno hanno in media una produttività inferiore a quella delle altre ripartizioni: 31,4% in meno rispetto alle imprese del Nord-ovest, 19,7% rispetto a quelle del Nord-est e 19,1% rispetto a quelle del Centro.

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  • Luigi Biggieri, Presidente Istat

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