03 GIU 2002

Governo: Intervista filodiretto con Rocco Buttiglione

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 40 min 47 sec

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A Radio Radicale il ministro Buttiglione chiede che sull'art.18 il dialogo sociale prosegua, e invita la sinistra a non seguire la politica di Cofferati Roma, 3 giugno 2002 - Il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione ha risposto alle domande degli ascoltatori nel corso di un'intervista filo diretto a Radio Radicale.

Rispondendo alle domande di Alessio Falconio, Buttiglione esordisce commentando la questione della norma contenuta nell'emendamento Tabacci alla legge sull'immigrazione.

"Esiste un accordo - ha affermato il ministro - per dire che questo tema va regolato in
connessione con il modo in cui si provvede a far emergere il lavoro sommerso anche dei cittadini italiani".

La legge sull'immigrazione Più opportuno "un provvedimento ad hoc, meglio un decreto che un disegno di legge, se fosse un disegno di legge dovrebbe avere una corsia preferenziale, in modo da raccordare i tempi di approvazione della legge sull'immigrazione con i tempi di approvazione di questo provvedimento, per evitare problemi reali e gravi".

Cofferati e l'art.18 Quanto allo stralcio dell'art.18, Rocco Buttiglione sostiene che esso "non è la cosa più importante" e inoltre "la spaccatura del sindacato non è considerata dal governo una vittoria".

Con il sindacato "bisogna discutere.

Bisogna fare una grande riforma nel dialogo con le parti sociali e con il sindacato e con questa grande riforma si può anche toccare l'articolo 18.

Ma prima occorre parlare di altro".

"L'essenziale - prosegue - è che si sottragga l'art.18 la funzione di bandiera per la Cgil, ma in questo Cofferati non aiuta".

La Cgil "si assume la responsabilità di privilegiare una posizione politica sugli interessi dei lavoratori.

Una posizione politica che è unilaterale anche dentro la sinistra.

Qui si gioca la partita per la guida della sinistra tra Cofferati e Prodi perché quello che chiede il governo è quello che chiede anche l'Unione europea presieduta da Prodi".

Secondo Buttiglione "la parte della sinistra legata a Prodi ha tutto l'interesse a vedere il successo del nostro tentativo di riforma, visto che permette alla sinistra di risorgere".

Ad esempio, "senza le riforme fatte dalla signora Tatcher non ci sarebbe Tony Blair.

Questo perché la vecchia sinistra ha un sistema di difese rigide del lavoro che non funziona più in un'economia globalizzata".

Le dimissioni di Cossiga Rocco Buttiglione passa poi a discutere della dimissioni da senatore a vita presentate da Francesco Cossiga.

Il quale, "come spesso gli accade, pone in modo eccessivo problemi reali".

Due le questioni rilevanti, poste dall'ex presidente della Repubblica.

In primo luogo "L'immunità parlamentare, data non per la difesa dei parlamentari, ma del voto popolare e per evitare che deputati e senatori possano essere intimiditi, in una fase della storia italiana tale garanzia è stata indebolita e c'è una prassi che tende anche a travolgerla".

Su questo "va fatta una forte riflessione perchè Parlamenti che non sono liberi implicano popoli che non sono liberi".

C'è poi la discussione relativa al diritto alla riservatezza.

"Si può distruggere una persona o una posizione politica attraverso la pubblicazione di materiali riservati non attinenti alle inchieste in corso".

In questo senso "C'è - aggiunge - un uso strumentale delle intercettazioni telefoniche per mettere in piazza in modo unilaterale e oggettivamente diffamatorio cose che forse sarebbe meglio tenere riservate".

Mentre nell'inchiesta di Potenza c'è un "fumus di un'operazione mediatica".

"Troppe cose che avrebbero dovuto rimanere riservate siano finite sui giornali", e in un'epoca "in cui la politica si fa con i giornali - conclude - la magistratura dovrebbe essere attentissima a non interferire con il circuito mediatico.

Non sembra che questa sia una preoccupazione sufficientemente sentita da una parte importante degli organi della magistratura inquirente".

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