05 LUG 2002

Pannella beve le sue urine per altre 24 ore di vita

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Il leader radicale ricorre alla nuova forma di nonviolenza escogitata nel corso dello sciopero della fame che lo ha visto impegnato alla fine di aprile Roma, 5 luglio 2002 - "Come atto di vita, di amore, di forza della nostra storia, berrò il frutto del mio corpo".

Queste le parole di Marco Pannella, riprendendo la parola al congresso di Radicali Italiani prima di bere nuovamente le sue urine, "per guadagnare 12 o 24 ore di vita".

Il leader radicale ha confermato la necessità della propria azione nonviolenta anche dopo il dialogo telefonico avuto con Carlo Azeglio Ciampi e dopo la missiva
ricevuta da Casini: "Avete bisogno del mio, del nostro aiuto" - aveva detto in precedenza Pannella, "non posso fermarmi, e lasciarvi nelle sabbie mobili della partitocrazia".

Con la nuova forma di nonviolenza escogitata nel corso dello sciopero della fame che lo ha visto impegnato alla fine di aprile per ottenere il ripristino del plenum della Corte Costituzionale, il leader radicale porta così avanti la propria battaglia per ottenere che il parlamento proceda alla nomina del Csm ed assuma una decisione sulla vicenda dei 13 seggi vacanti alla Camera.“Proseguo lo sciopero della sete”, ha detto Pannella e il congresso “sappia vivere lo scandalo di essere per il momento clandestino” proprio nel momento in cui prevale “la clandestinità della libertà e del diritto”.“Avanti radicali, viva i partigiani della libertà del diritto”, ha proseguito, “Qui c’è la concreta alternativa” di “una realtà ombra rispettosa della realtà ufficiale ma pronta a succederle”.

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